Venerdì, 25 Luglio 2014 16:29

Ozpetek a Giffoni: "Da Renzi attendo riforme civili"

“Aspetto di vedere cosa farà Renzi per i diritti civili: non mi riferisco solo ai diritti degli omosessuali, ma ai diritti di tutti coloro che vogliono formalizzare la loro convivenza. Bisognerebbe considerare le persone dalla vita in su e non dalla vita in giù” ha dichiarato Ferzan Ozpetek, ospite oggi al Giffoni Experience che quest’anno ha per motto “Be Different”.

Una giornata tra i ragazzi per parlare di cinema, di letteratura, di opera, di arte, mix che fotografa, solo in parte, la poliedricità di Ferzan Ozpetek, artista che ha regalato al grande schermo alcune delle opere più rivoluzionarie nel racconto delle relazioni e della società italiana.

La sua agenda è fitta di impegni: a novembre 2015 sarà al Teatro San Carlo con la Traviata, per il prossimo anno c'è un altro grande progetto operistico di cui non anticipa nulla, ma nel suo calendario lirico è già fissato un lavoro a Pechino per il 2018.

Ozpetek, che da quasi un anno è anche nelle librerie con il romanzo d’esordio ‘Rosso Istanbul’, ha ammesso di star lavorando all’adattamento cinematografico dell’opera: “Si chiamerà Red Istanbul e del libro resteranno solo l’ambientazione - sarà girato nella capitale turca – e il personaggio principale, perché non voglio ripetermi. Ho da poco iniziato a scrivere anche il mio secondo libro: per ora ho buttato giù le prime 20 pagine ma fanno schifo. Nonostante stia al secondo, non mi sento uno scrittore. Il primo romanzo è nato per gioco, volevo scrivere di mia madre e del suo rapporto con lei. Ora però sento la responsabilità del successo. In Turchia è stato un bestseller, forse lo traducono negli Usa. Anche se ripeto a tutti di non essere uno scrittore, so che ormai intorno a me si muove un mercato".

Il 'vero' amore resta quello per il cinema: i suoi primi passi li ha mossi al fianco di Massimo Troisi di cui fu assistente ("Lo intervistai e gli chiesi di fargli da assistente: all'inizio portavo i caffè" racconta parlando del regista napoletano che definisce di persona di grande umanità) e ricorda con tenerezza la lavorazione de Il Bagno Turco (girato con 300.000 dollari e i cestini preparati dalla mamma). "Quel film mi ha cambiato la vita" ammette anche oggi che ormai è conteso tra Cannes, dove fu presentato il suo esordio nel 1997, e i principali Festival del Cinema tra cui Venezia

"Venezia mi mette molta paura - confessa - il pubblico di Venezia è sì molto passionale, ma sembra sia pronto ad attaccare il cinema italiano per principio. Il Bagno Turco è andato a Cannes perché a Venezia non l'hanno voluto", dice il regista che si riallaccia anche all'accoglienza rivolta ad Allacciate le Cinture e soprattutto a Francesco Arca: "Diversi amici mi hanno confessato di non essere andati a vedere il film 'a causa sua'. Una cosa simile successe con Ambra e Argentero ai tempi di Saturno Contro, ma in quel caso la situazione rientrò abbastanza velocemente. Con Arca invece sembra non si sia ancora superata questa fase".

Per Ozpetek l'atteggiamento di 'Venezia' è sintomatico di un certo atteggiamento autolesionista dell'Italia nel suo complesso. "L'Italia potrebbe tranquillamente vivere della sua cultura, ma la prima cosa che i Governi tagliano sono i finanziamenti dedicati alla cultura. La bellezza delle città italiane è unica al mondo, ma si fa di tutto per imbruttirle. Pensate se a Taranto avessero puntato sul turismo e non sull'industria. Siamo autolesionisti, forse perché ci sentiamo in colpa per tanta bellezza".

A proposito di bellezza, gli piacerebbe lavorare con Sabrina Ferilli. "Mi piace tantissimo, ci conosciamo da quando siamo ragazzi, fin dai nostri esordi, ma non ci siamo mai incrociati su un set"), con Nicole Grimaudo, ("Secondo me merita molto di più di quanto finora abbia avuto".

"Ma lavorerei anche con attori con cui ho già lavorato: Scicchitano ha fatto un lavoro incredibile sul suo personaggio, ma nessuno l'ha notato. Avrei voluto lavorare con Virna Lisi, ma poi non abbiamo trovato il personaggio adatto. E anche con Carlo Verdone" insignito del Premio Bresson a Venezia 70, una prima volta per la commedia.

Per un'edizione che fa del Be Different il tema portante, la filmografia di Ozpetek è essenziale per il modo in cui ha saputo raccontare in modo unico le trasformazioni sociali e relazionali in Italia. Il regista turco naturalizzato italiano ha spesso raccontato nelle sue opere il tema della diversità, come accadde nel 2001 con ‘Le fate ignoranti’: “È stato un film di rottura. Ricordo che la distribuzione voleva attendere prima di mandarlo nelle sale perché c’era il timore che lo vedessero solo i gay e invece sono state tante le famiglie a cui è piaciuto. Credo abbia segnato un cambiamento culturale”.

Last modified on Sabato, 26 Luglio 2014 09:36