Anna Kazejak
Nata nel 1979 a Bytom, in Polonia. Ha studiato alla Scuola Nazionale di Cinema di Lodz. Dal 2002 al 2004 ha diretto i cortometraggi FROM ABOVE (Z GÓRY), MY PLACE (MOJE MIEJSCE), WE ARE (JESTEŚMY), YOU ARE THERE (JESTEŚ TAM). Nel 2005 gira, insieme a due compagni di studi (Jan Komasa e Maciej Migas), un film in tre episodi, ODE TO JOY (ODA DO RADOŚCI). Nel 2007 realizza il suo saggio di diploma, il lungometraggio A FEW SIMPLE WORDS (KILKA PROSTYCH SŁÓW). Nel 2010 firma il suo secondo lungometraggio, FLYING PIGS (SKRZYDLATE ŚWINIE, 2010). Ha diretto anche alcuni episodi della versione polacca della serie tv IN TREATMENT.
Dichiarazioni della regista
“Liliana è una studentessa quattordicenne. Il suo fidanzato, Janek, ha un anno più di lei. Amore incompreso e valori relativi nel mondo in cui vivono, li spingono a commettere un efferato crimine. Lei è la mente. Lui è lo strumento smussato che lei usa per eseguire il suo piano. Vedo questi due personaggi come rappresentanti della nuova generazione che possiede tutti i vantaggi del mondo occidentale. I due giovani sono liberi, senza fardelli storici o politici, ma comunque usano la loro libertà per crearsi le proprie prigioni. Questo concetto è la chiave per comprendere la storia di THE WORD”.
“Leggendo varie trascrizioni di processi, abbiamo indagato sulle emozioni umane e sulla loro complessità. Questa indagine ci ha permesso di creare personaggi non banali, che non sono facilmente giudicabili o classificabili. Lila e Janek si amano davvero. Tuttavia, non sono in grado di portare il peso della propria colpa, della rabbia e della reciproca gelosia. Vivono in un mondo che dà loro tutto e non chiede nulla in cambio. Forse è questo il motivo per cui creano un sistema di rigide regole; e la trasgressione di queste regole richiede un alto prezzo da pagare. Il loro atteggiamento intransigente e la convinta fermezza del loro punto di vista sono tipici della loro età”.
“THE WORD è un film ambientato nella Polonia contemporanea. La storia è ispirata a fatti realmente accaduti in Polonia e altrove. Ciò che accade in questa storia non è specifico della realtà polacca, una realtà che ha attraversato un cambiamento epocale negli ultimi vent’anni. L'abbondanza di evidenti benefici si accompagna a pericoli che prima ci erano estranei. Il punto è guardare alla nostra cultura europea, e alle cose che strisciano sotto la nostra pelle, i cui effetti sono visibili sulle prime pagine ogni volta che un giornale documenta la raccapricciante criminalità adolescenziale. Nella nostra epoca di relativismo, è difficile avere un unico codice morale, una cosa che sarebbe invece molto utile a un adolescente”.
“THE WORD è un film crudo dallo stile naturalistico, che non lascia nulla tra noi e il mondo. Ecco, la verità è fondamentale. Collocare gli eventi in un arco di tempo molto breve dona una certa precisione alla storia. Ciò considerato, sono molto felice di lavorare con produttori danesi. Ritengo che i risultati raggiunti dal cinema danese negli ultimi anni (ad esempio, con Dogma ’95 e Lars von Trier) siano una grande fonte di ispirazione. Anche se il mio film precedente è stato realizzato con uno stile diverso (quello dell’accademismo formale), lo stile realistico è sempre stato vicino al mio cuore”.
“Dobbiamo raccontare questa storia, perché non c'è niente di più semplice che denunciare il male, e non c’è niente di più difficile che cercare di comprenderlo”.