NILA NÚÑEZ URGELL È nata a Barcellona nel 1993. Laureatasi in Media Audiovisivi al Politecnico della Catalogna nel 2015, ha mostrato particolare interesse per il montaggio, la fotografia e i documentari. Allo stesso tempo ha studiato fotografia presso l'ECIB (Barcelona Film School), dove è stata DoP del cortometraggio SAFARI NIGHT. Come progetto finale per l'università, ha girato il suo primo cortometraggio documentario chiamato BARCELONA ON STAGE, premiato al Bibliocurts Festival di Barcellona e all'ArqFest di Mataró. Interessata all'antropologia audiovisiva e ad analizzare e interpretare la realtà attraverso la macchina da presa e il montaggio, ha conseguito un Master in Teoria e pratica del documentario creativo presso l'Università Autonoma della Catalogna, dove ha diretto e filmato LO QUE DIRÁN. Oggi continua a crescere come professionista dell’audiovisivo studiando montaggio video all'Universitat Pompeu Fabra, sempre con lo sguardo rivolto al cinema documentaristico.
Dichiarazione del regista Anni dell'adolescenza: uno stadio magico e complesso delle nostre vite. Pieno di risate, amore, prime volte, ormoni, voglia di imparare, crescere e disobbedire. Pieno di dubbi, paure e insicurezze: il bisogno di sapere chi sei e cosa vuoi, per allontanarti da casa, per sentirti perso, per cercare un'identità. Un palcoscenico universale che tutti affrontano. Non importa quando, come o dove o senza nulla a che fare con etnie, culture o religioni. Ahlam e Aisha stanno attraversando questo, e allo stesso tempo sono due adolescenti musulmani in una città e in una cultura totalmente diverse da quelle delle loro famiglie. La loro vita è l'incrocio di due realtà parallele: la loro scuola superiore, le strade di Barcellona, gli insegnanti e gli amici; e le loro case, con le loro famiglie profondamente radicate nell'Islam. Anche se le due realtà sembrano essere in disaccordo, le ragazze sentono di essere connesse ad entrambe e che entrambi stiano plasmando la loro personalità. Anche questo accade grazie alla loro amicizia. Le due ragazze sono diverse, nel loro modo di pensare e nel loro modo di essere, tuttavia, sono migliori amiche. Con SOME MIGHT SAY volevamo creare la stessa interconnessione tra il film e lo spettatore. Attraverso la conversazione tra le ragazze, pura e vera, lo spettatore inizia ad entrare in empatia e a comprendere i personaggi, facendo un esercizio di ascolto e accettazione. Il documentario non pretende di indottrinare o imporre un'opinione su alcun problema. Cerca di incoraggiare una riflessione e metter in comunicazione diverse realtà, modi e mentalità: lasciando che lo spettatore scopra le cose che ci uniscono. SOME MIGHT SAY è un film non-fiction sulle contraddizioni e gli opposti guidati da amicizia, amore e comprensione.
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