Venerdì, 28 Agosto 2020 19:29

Ambiente, cibo e sostenibilità: a #Giffoni50 ne parla Fondazione Barilla

La dottoressa Sonia Massari è una ricercatrice in materia di sostenibilità, cricercatrice dell’area educativa della Fondazione Barilla e food designer. A Next Generation 2020 di Giffoni Innovation Hub, è stata protagonista di Giffoni Impact del 28 agosto parlando di cibo, sostenibilità e dei “new jobs” del settore. "Fondazione Barilla un gruppo che lavora sull’educazione ambientale", ha spiegato ai giffoner la dottoressa Massari, "e si muove in un ambiente che sa poco di obiettivi di sviluppo sostenibile. I giovani in particolare pensano che gli obiettivi sulla sostenibilità spettino alle generazioni future". I giovani, ad esempio, in gran parte ignorano cosa sia la sostenibilità, e il rapporto col cibo. Il valore della dieta mediterranea, ad esempio, non è riconosciuto. Le ricerche puntano sulla scuola, per creare valore, formando docenti. "Due anni fa, durante un seminario, alcuni docenti hanno risposto che non era una loro priorità. Se riuscissimo a far diventare la sostenibilità sexy, saremmo un mondo migliore", ha aggiunto Massari.

La nutrizione ha in sé tre paradossi al centro degli studi: "Si muore per troppo cibo e per troppo poco, le risorse sono usate al quaranta per cento per auto e animali, infine con lo spreco di cibo potremo darne quattro volte di più a chi ne ha bisogno". Le ricerche svolte prevedono multidisciplinari e interdisciplinari, con prospettive aperte di lavoro basate su interazione e insiemi di competenze. L’aspetto transdisciplinare invece riguarda un approfondimento e un’esperienza maggiore nel settore di riferimento: tutto ciò si muove verso una soluzione.

"Tutto questo serve a sviluppare innovazione collaborativa, con approccio empatico nella ricerca e risultati probabilmente totalmente inaspettate", ha spiegato ancora la dottoressa Massari. Fondazione Barilla, per promuovere sistemi sostenibili nel Mediterraneo, utilizza il Mooc, “Massive on-line course”, corsi online disponibili. "Si tratta di creare cittadini consapevoli e aperti a comprendere cos’è questo territorio"; il lavoro di ricerca porta a uno scambio trasversale di competenze: digitale e tradizione sono egualmente importanti. La salute è l’obiettivo, scienza e realtà quotidiana devono unirsi, la ricerca deve fare rete e arrivare a tutti".

L'auspicio è far convergere le direzioni di passato e futuro, nell’ambito del food: "Dei mestieri devono reinventarsi e delle professioni saranno nuove. Penso all’Innovator broker, ossia una persona formata per trovare fondi per finanziare progetti innovativi nel mondo dell’agricoltura, ad esempio. O ancora l’Ecobrand manager che monitora il mercato di riferimento e studia le strategie di marketing dedicate ai prodotti sostenibili, o anche il Food Farmer Market Manager e lo Street Food truck Manager. O anche il Localizer. Pensate a tutte le innovazioni del caso, dalla stampa 3D in poi, messe a sistema nelle città. Il lavoro del futuro è green, smart e social. E social non vuol dire che sia legato ai social media, bensì collaborativo, transdisciplinare, che vuole aiutare non solo il pianeta ma la salute a tutto tondo, da un punto di vista energetico, di risorse, per migliorare lo scenario attuale. Anche l’artista - ha concluso la consulente di Fondazione Barilla - diventerà una professione di questo settore, i consultans, gli esperti d’acqua, food scientists, energy experts. Bisogna pretendere che scuola e università preparino per questi mestieri".