Sabato, 29 Luglio 2023 14:13

L’università a GIFFONI per legare istruzione e lavoro

Istruzione e mondo del lavoro. Due settori che spesso non collidono, con il rischio di lasciare i giovani fuori da preziose opportunità di crescita. L’incontro in Sala Blu (questa mattina, 29 luglio) a chiusura del Giffoni Film Festival, tra Università degli Studi Link di Roma e giffoner, ha assunto un valore ulteriore nell’ottica di una costruzione di dialogo tra mercato professionale e nuove risorse.

Al primo anno di presenza a Giffoni, la Link ha presentato ai ragazzi della sezione Impact i propri progetti formativi di specializzazione nell’ambito dell’audiovisivo e dell’entertainment.

«La parola link ha tanti significati, ma tutti riportano alla collaborazione, concetto che amiamo molto nella nostra università e che cerchiamo di rendere costantemente pratico. Convinti come siamo che ogni anello di congiunzione sia “indispensabile” per rendere funzionante l’intera catena – ha detto Roberto Manzi docente Public speaking – Insegnare per noi significa soprattutto collaborare. Il legame con Giffoni è molto stretto. Siamo una università in cui è molto importante il saper fare, l’aspetto concreto e laboratoriale. Molti contesti universitari si limitano all’aspetto teorico, quello che cerchiamo di fare è creare una connessione veloce con il mondo del lavoro. Quale posto migliore del Giffoni Film Festival per accendere un dialogo? Mai come in questo luogo i giovani si trovano in una relazione alla pari con attori e artisti, parlando e discutendo di film che poi devono giudicare. E lo fanno con grande serietà e professionalità».

Una connessione come questa si iscrive in un più ampio e articolato tentativo di rendere meno complesso l’inserimento degli studenti in aziende e comparti operativi, come chiarisce Sergio Lo Gatto docente di Storia del teatro: «È importante trovare una strada e delle guide per poter trasformare le proprie passioni in opportunità professionali. Lavoriamo affinché gli studenti possano scoprire e scegliere quale sia la forma migliore per raggiungere ambizioni e preparazioni tali da aspirare al continuo miglioramento. Di solito l’università si muove dentro gineprai formativi non semplici da aggirare. Spesso nel breve tempo di un triennio di laurea non si ha il modo di proporre e sperimentare opportunità lavorative, né di permettere agli studenti di incontrare coloro che fanno questo mestiere. È una battaglia in cui crediamo molto. Deve esserci però un’apertura anche dalle aziende e dei circuiti dello spettacolo dal vivo e del cinema. Bisogna costruire dialogo tra imprese e università».

Diverse le testimonianze degli studenti che hanno frequentato o frequentano la Link. In particolare Alessia Cappello e Mariasole Di Maio hanno interagito con il pubblico, inscenando un provino cinematografico, una vera e propria performance live (che ha previsto anche una reinterpretazione di una scena dell’iconico film “Thelma e Louise”) per accendere i riflettori su alcuni aspetti di cui si parla poco: lo stress dell’attore. A corollario dell’evento, su un grande pannello portato sul palco della Sala Blu, i giffoner hanno indicato il film che più li hanno segnati.

«La Link dà la possibilità di unire pratico e teorico, per me fondamentale – ha spiegato Alessia Cappello (24 anni) – Spesso nelle accademie si fa tanta pratica ed è importantissimo, ma avere una base teorica ti permette di conoscere il mondo dell’arte e avere una sicurezza maggiore».

Tra le testimonial, anche la giovane Mariasole Di Maio – giffoner negli anni precedenti – che a 22 anni si è già conquistata un suo spazio tra cinema, televisione e teatro: “Amore postatomico”, “Un posto al sole”, “La Nuova Squadra: Spaccanapoli”, “Il Diario di Carmela”, “Figlie di cagna” (adattamento teatrale de La trilogia della città di K di Ágota Kristóf). «Sono entrata da attrice in Link e ho avuto l’occasione di ampliare lo sguardo frequentando corsi di produzione, distribuzione, regia – spiega l’attrice – Lavoriamo come veri e propri produttori, studiamo il mercato con contratti alla mano. Questa modalità aiuta tanto professionalmente, sai già di cosa parlare, come funziona. Ad esempio fare un corso di produzione aiuta a capire il mondo lavorativo che mi circonda. Io stessa ho aperto, durante il percorso di studi, una mia casa di produzione».

Matteo Capozucca (29 anni) invece parla di “trasversalità”: «Ho iniziato il percorso con l’idea di fare il produttore. Poi la Link mi ha dato l’opportunità di toccare con mano il lavoro dell’attore, del filmaking, ho capito come funziona il macrocontesto che concerne il cinema e il teatro. Faccio l’educatore e l’insegnante, mi porto dietro quelle competenze, lavoro coi ragazzi con disabilità per cinema e teatro. Ho unito le passioni dell’insegnamento e le capacità trasversali per restituire qualcosa di importante ai giovanissimi».

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