Venerdì, 28 Luglio 2023 17:34

I silenzi assordanti e le bugie fragorose di Jason nel film in concorso JUNIORS per la sezione Generator+13

Ultimo giorno di proiezioni in Sala Truffaut per la sezione Generator+13 della 53esima edizione del Giffoni Film Festival. A chiudere #Giffoni53 è stato il film in concorso JUNIORS diretto dal regista francese Hugo P. Thomas. Il cineasta proveniente da una realtà sociale personale, fondata sul divario tra la zona residenziale e quella della campagna francese, quando raggiunge l’età dell’adolescenza, decide di trasferirsi a Parigi per perseguire i suoi obiettivi. Dopo aver diretto diversi cortometraggi, è con JUNIORS che si cimenta per la prima volta con un lungometraggio, nel quale vengono citati alcuni aspetti, che riguardano ricordi personali.

Può essere considerato un omaggio alla sua adolescenza, trascorsa nella campagna francese. Un periodo della sua vita, trascorso nella solitudine più assoluta, come se non ci fosse niente intorno a lui. Questa oppressione, ovviamente ha portato delle ripercussioni nella sua formazione.

 Protagonisti del film JUNIORS sono Jordan e Patrick, due ragazzi quattordicenni, che vivono in una cittadina di campagna a sud della Francia. Il luogo nel quale vivono è il posto meno consigliato per dei giovani, visto che non ha nulla da poter offrire ai ragazzi, per trascorrere il tempo libero fuori da casa. Per questo motivo, il loro unico svago è rappresentato dalla PlayStation4 e dal gioco Call Of Duty. Il vero dramma per i due, arriva quando la console si rompe e per sopravvivere si trovano costretti a doverne comprare una. Ma come possono farlo, se non hanno soldi a disposizione? Facile, fingere che Jordan sia malato di cancro, così da poter aprire una raccolta fondi online. Se per le persone lo scopo è quello di aiutarlo a pagare le cure, per i ragazzi l’obiettivo è solo quello di comprare una nuova PlayStation. Convinti che il loro piano funzioni, i due ragazzi si trovano ben presto, a dover fare i conti con la dura realtà. Jason e Patrick diventano tristemente famosi nel villaggio per essere due approfittatori. Quando la madre di Jason, assente per motivi di lavoro, viene a sapere della bugia, inevitabilmente emergono anche i problemi nel loro rapporto fatto di silenzi e bugie.

 Per l’ultimo dibattito dei Generator+13 è stato presente in sala, il regista Hugo P. Thomas. Tra commozione ed entusiasmo, i giurati hanno rivolto delle domande molto interessanti al cineasta francese. La prima juror, per rompere il ghiaccio, ha domandato a Thomas se anche lui da piccolo ha finto di avere il cancro, visto che si tratta di una storia ispirata a esperienze personali. La risposta ovviamente è stata di ‘no’, ma di aver solo voluto trattare i tanti errori che si fanno durante il periodo delle medie. Un’altra osservazione, mossa da una giurata particolarmente commossa dopo la visione del film, ha riguardato il rapporto tra la madre e il figlio Jordan. La donna impegnata tutto il giorno in ospedale non sempre è riuscita a dimostrare verbalmente l’amore per il figlio. Per questo motivo, gli lasciava sempre dei post-it attaccati al muro o nelle varie stanze. Il regista ha risposto, che partendo dal rapporto conflittuale con la madre, sono emerse tutte le altre bugie sulle quali si regge il film.

 Ed infine, è stato chiesto per quale motivo il lungometraggio portasse questo titolo. Il cineasta ha dato due risposte a riguardo. La prima che riguarda chiaramente la giovinezza che appartiene ai protagonisti e poi, perché in Francia, il termine Juniors indica il libello di giochi più difficile. Considerando che l’adolescenza è il periodo più difficile, che un giovane uomo può provare, Hugo P. Thomas non poteva scegliere termine più azzeccato.

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