Giovedì, 27 Luglio 2023 19:52

Lo psichiatra Corrivetti ai Giffoner: “Bisogna rivendicare il diritto di dire ‘sto male’ e non avere paura di chiedere aiuto”

È un incontro atteso e sentito quello dei giffoner della Impact! con lo psichiatra Giulio Corrivetti, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Salerno. 'evento rientra nel progetto “Impatto Giovani” che nasce dalla collaborazione tra Giffoni ed il Dipartimento per le Politiche Giovanili ed il Servizio Civile Universale che lo cofinanzia. In questa sala si è iniziato a parlare di salute mentale quattro o cinque anni fa, quando il tema era ancora un tabù”, fanno presente i ragazzi. Che, con il medico e la sua squadra, guardano il cortometraggio “Con ogni singolo arto”. Un corto per la cui realizzazione sono stati coinvolti direttamente, sia nella sceneggiatura che nella messa in scena, gli ospiti della Residenza regionale dei Disturbi alimentari “Mariconda”. A Corrivetti arriva anche il ringraziamento di Davide Russo, responsabile delle Relazioni istituzionali del Giffoni Film Festival: “Giulio è un amico del Festival – racconta – Ci conosciamo da un anno ma subito abbiamo deciso di fare qualcosa insieme. Così, con il dipartimento di cui è capo abbiamo firmato un protocollo d’intesa che ha dato la possibilità a molti ragazzi di confrontarsi e aprirsi”.

Non a caso, l’incontro con Corrivetti non è un’occasione solo di confronto, ma anche di stimolo. “È importante per me essere qui perché l’atmosfera con cui abbiamo deciso di creare un cortometraggio ci dava l’occasione di parlare tutti insieme – spiega il medico - Sono ceto che questo incontro servirà molto a noi operatori”. E spiega come è nata l’idea del corto: “Parliamo dei disturbi alimentari, un problema che sta invadendo l’attenzione nostra e i luoghi di cura. Un problema vero. Ma dopo vent’anni siamo riusciti ad aprire una struttura del genere”, dice. Il riferimento è proprio alla residenza di Mariconda.

Tra i temi trattati, il “fenomeno dell’isolamento”, con “sempre più parole trasmesse e sempre meno sguardi”. Corrivetti spiega: “Oggi, il modo di dire i propri stati d’animo, le proprie emozione e anche veri e propri problemi si rappresenta, nel parlarne insieme, come lo strumento più forte e rivoluzionario”. E, riguardo al parlare di salute mentale sui social, se da un lato lo psichiatra evidenzia che “la vergogna è stata superata attraverso i social”, dall’altro invita a “diffidare quando la fonte non ha una sostanza culturale di contesto scientifico o professionale”.

Tra le sollecitazioni dei giffoner, anche la sensibilizzazione su argomenti come la depressione. Corrivetti, nell’evidenziare come a volte sia complicato riconoscere e affrontare la questione anche in contesti culturali elevati, spiega: “Chiamare tutti i fenomeni con il proprio nome e cognome rende più facile individuare il problema e gestirlo”. E ancora. “Il lavoro psicologico, l’approfondimento introspettivo e tutto il supporto delle terapie biologiche che abbiamo la possibilità di usare ci permette di abbreviare i tempi ed evitare tanta sofferenza”. Il direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Salerno è chiaro: “Spesso si fa passare troppo tempo per capire che da soli non ce la si può pare”. Invece, bisogna “rivendicare il diritto di dire ‘sto male’ e non avere paura di chiedere aiuto”. Del resto, se “è vero che non ancora c’è difficoltà a dire che si va dallo psicologo, è molto meno vero rispetto al passato”. Perché “prima si identificava tutto con la follia, e gran parte della vergogna si legava a questo”, spiega Corrivetti. Invece, dice, “si tratta di fenomeni naturali, normali, comprensibili che hanno maggiore o minore incidenza nel modo in cui impattano con l’ambiente, la vita o il contesto”.

Diversi i temi emersi: dalle iniziative poste in essere dalla Regione Campania, come l’istituzione dello psicologo di base, alla copertura assicurata dall’ASL nella provincia di Salerno; dalla difficoltà, spesso, di trovare risposte adeguate nella sanità pubblica ai costi da sostenere per un percorso con uno psicoterapeuta o psichiatra, passando, quindi, dal rapporto tra strutture pubbliche e private; dalla complessità della relazione terapeutica alle potenzialità delle cure tra pari (“il rapporto peer to per non solo uno slogan ma un moltiplicatore di capacità terapeutiche”). Insomma, “un incontro da ripetere”, chiedono i giffoner. Che incontrano la piena disponibilità di Corrivetti e della sua quadra.

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