Giovedì, 27 Luglio 2023 18:07

Il viaggio queer del ‘ragazzone’ Jamie nel film in concorso BIG BOYS per la sezione Generator+13

I juror della sezione dei Generator+13 nella famosa Sala Truffaut del Giffoni Film Festival hanno preso parte alla visione del film in concorso BIG BOYS del regista Corey Sherman. Laureato in produzione cinematografica e televisiva alla University of Southern California, il cineasta americano fin da piccolo ha sviluppato un forte interesse per storie che venissero ben raccontate e non lasciate in sospeso. Nel lungometraggio BIG BOYS, viene posto al centro dell’attenzione, il turbinio sentimentale provato da un ragazzo in piena fase adolescenziale. La storia del ‘ragazzone’ Jamie, può essere utile a tutti quei ragazzi e quelle ragazze, che sono alla costante ricerca di capire chi sono e qual è la strada che il loro cuore può percorrere, ammesso che sia solo una. Può capitare a chiunque di essere convinti di provare dei sentimenti per una persona del sesso opposto, fin quando non si incontra qualcuno, che invece riesce a mettere in discussione tutta la nostra vita.

Jamie è un ragazzo insicuro, che sta cercando di trovare il suo posto nel mondo e soprattutto, sta cercando di capire chi è davvero. Poco prima di partire per il campeggio sulle montagne di San Bernardino, al quale sognava di andare da mesi, scopre che insieme alla cugina preferita verrà anche il fidanzato Dan. Questa scoperta, manda su tutte le furie il ragazzo, geloso del rapporto tra i due. Tuttavia, quando Jamie conosce il ‘rivale’ di compagnia, scopre una persona affascinante, molto affabile, piacevole da frequentare e con il quale instaurare un rapporto di amicizia. Durante il campeggio, tra passeggiate, momenti di insieme e giochi, il gruppo porta a soprannominarli “Big Boys”, a causa della loro stazza.

Intanto, mentre il fratello cerca di organizzare un appuntamento per Jamie con una ragazza del campeggio, i pensieri di Jamie vengono rivolti inaspettatamente a Dan. Questo porta il giovane ad avere degli strani comportamenti, nei confronti del ragazzo, ignaro di tutto quello che sta accadendo nel suo cuore. L’occasione che il ‘ragazzone’ stava aspettando per stare da solo con Dan, arriva quando casualmente si perde nel bosco. Per evitare il peggio, Dan si mette sulle sue tracce per riportarlo indietro. Per Jamie, restare solo con lui, non fa altro che confermargli quanto sia attratto da lui mentalmente e fisicamente. A lungo andare, anche Dan si accorge che Jamie prova qualcosa nei suoi confronti. Tuttavia, il ragazzo per non ferire i suoi sentimenti e magari, metterlo in crisi, si limita semplicemente a comprenderlo e a trattarlo come sempre. Giunti sani e salvi, Jamie con la cugina e il fidanzato tornano a casa. Ed è qui, che Jamie decide di chiudere un cerchio rimasto idealmente aperto, chiedendo alla cugina di poter parlare da solo con Dan in auto dei suoi sentimenti.

A rispondere alle domande dei giurati, particolarmente colpiti da questa storia rivolta al mondo LGBTQ+, è intervenuto il regista americano Corey Sherman. Il film è basato su un’esperienza personale vissuta dal regista, quando aveva 14 anni e anche lui, ha capito di essere omosessuale. A farlo rendere conto di questo orientamento, le tante cotte prese maggiormente nei confronti dei  ragazzi che delle ragazze, anche più grandi di lui.

L’intento del regista era quello di raccontare una storia con dei personaggi che avessero una propria personalità, contando anche sull’improvvisazione, lasciandoli liberi di agire come meglio credevano. La scoperta dell’omosessualità da parte di Jamie doveva risultare come qualcosa di assolutamente naturale, così com’è accaduto anche a lui da giovane. L’unico che poteva nutrire dei dubbi su questa nuova realtà, doveva essere solo il diretto interessato e non le persone esterne. La vicinanza con Dan, il momento trascorso nel bosco, la maglietta tolta per fasciargli il ginocchio, sono state tutte situazioni, funzionali al lavoro personale che Jamie stava effettuando non solo nel suo animo, ma anche con il suo corpo.

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