Mercoledì, 26 Luglio 2023 11:31

L'armadio-confessionale: "Come le tartarughe" è il letargo di Lisa, dopo la separazione dal marito

Il dolore, la separazione coniugale vissuta come un lutto, poi il buio e lo profondo. "Mi manchi amore mio": una donna parla al marito che non c'è più. Lisa sceglie l'armadio come luogo delle rivelazioni, diventa il suo mondo, la prospettiva. "Tina, non ti spaventare. Sto chiusa nell'armadio e voglio stare qui dentro. Non mi prendere per pazza e non mi fare domande". Lisa parla alla colf, lo fa in penombra: si chiude nell'armadio della propria stanza da letto e sbircia da una fessura. In realtà decide di riappropriarsi di uno spazio e di un tempo di vuoto, il vuoto che il marito ha creato liberando per sempre l'armadio per andarsene via di casa. Cerca lì, in un armadio senza abiti, le ragioni della separazione e del cambiamento. L'armadio è il luogo dell'elaborazione della separazione, del lutto. Daniele, Lisa, Sveva e Paolo sono, anzi erano una famiglia borghese apparentemente perfetta. Il padre non c'è, la madre è in letargo. Il figlio Paolo alla madre: "La maestra ha detto che in inverno le tartarughe sono andate in letargo. Tu sei come le tartarughe?". Ecco la frase che dà il titolo al film. Sveva, la figlia quindicenne, non accetta questo...letargo. "Mamma, per quanto tempo vuoi giocare a nascondino?". "Perdonami, Sveva: non voglio muovermi da qui. Mi manca il suo odore e l'odore è la prima cosa che si perde", le risponde. Daniele, il papà, il marito non tornerà a casa ("nel tennis chi lascia una partita a metà non è coraggioso ma un vigliacco", lo scuote Sveva incontrandolo sotto rete), ma Lisa riuscirà, grazie all'amore dei suoi figli e a una forza ritrovata, a compiere il primo passo per il superamento del dolore."Il mio film è partito con un’immagine: un armadio vuoto. È questa la parte surreale - dice la regista Monica Dugo - E questa è la parte surreale. L'armadio non è più una cosa, un oggetto, ma diventa un personaggio e la porta dell'armadio diventa il confessionale"

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