Domenica, 23 Luglio 2023 19:58

Giacomo Giorgio a #Giffoni53: "Ciro Ricci non mi sta stretto ma aspettatevi tanto altro"

“Ti abbiamo adorato in Mare Fuori, non vediamo l’ora di vederti in altri nuovi progetti” si apre così con la clip che dà il benvenuto a Giacomo Giorgio l’incontro in platea con i giffoner, nonché grandi fan di una delle serie tv che ha riscosso maggiore successo proprio tra i giovanissimi. Non si fa torto a nessuno definendolo uno degli attori più talentuosi della nuova generazione. E’ esploso sugli schermi con un personaggio “cattivo”, il boss Ciro Ricci che non solo non gli sta per niente stretto, ma che non ha mai realmente abbandonato, nonostante finisca i suoi ultimi giorni all’interno dell’IPM in cui si trova recluso, tornando con una serie di flashback che lui stesso conferma – tra i denti – si ripeteranno alla prossima stagione appena girata: “Dentro Ciro vive un pezzo di me e viceversa, un ruolo talmente tridimensionale che mi piacerebbe venisse approfondito con uno spin-off”. Gli stessi ragazzi confermano di essersi legati tanto a quel personaggio, piuttosto che detestarlo per tutto il male che compie. “Perché? Io stesso ero affascinato dai bruti sin da piccolino, anche rispetto ai grandi film del passato, sono cresciuto guardando il Padrino, Scarface o Carlito’s Way. Insomma, personaggi un po’ al limite, ma l’altro aspetto più interessante è scoprire l’essere umano che si cela dietro al cattivo”. Lo stesso Ciro, a modo suo, ha un amore per cui perde la testa (Viola), quando sta sul punto di morire ritorna bambino, resta legato a un padre che non vorrebbe mai perdere. “Non credo nelle distinzioni sociali o che nella vita si nasca in una certo modo, come i buoni e i cattivi che segni alla lavagna. Conta molto la famiglia che ti instrada, se sei più fortunato. Se ci pensate bene, Ciro è un ragazzo che ha paura”. E la paura può spingere un ragazzo più fragile a seguire dei cattivi esempi – “Ma non temo che Ciro sia un esempio da emulare, anche se per gioco, il messaggio che dà Mare Fuori è ben chiaro: il male non deve restare impunito. Se fai quelle cose, quella è la fine che fai”. Sentiva che stava facendo qualcosa di importante che avrebbe lasciato un segno, ma in questo caso la realtà ha superato di gran lunga l’immaginazione. “E’ cambiato il contorno, ma non sono cambiato io interiormente. Anche se ho studiato tanto per arrivare fin qui, non è questo successo che conta quanto la consapevolezza: il neorealismo insegna che si può riconoscere un talento unico anche in spiaggia tra la folla, e rendersi conto che solo per questo si ha una grossa responsabilità nei confronti di chi prova a farcela, ma non riesce”. La sua scintilla è scoccata in un cinema all’aperto, d’estate, in un momento in cui voleva un po’ fuggire da un periodo non proprio felice di cui racconta: “Tuttora, quando ho un momento critico, guardo un film. Il cinema ha un assoluto potere immaginifico che riesce a trasportarti in una dimensione che oscilla tra il reale e il surreale”. Anche verso il teatro confessa una passione spasmodica che lo ha travolto quando aveva appena sei anni. “Interpretavo una maschera, Pulcinella, e ho pensato se questo è fare l’attore, lo voglio fare per tutta la vita. Questo mestiere lo fai mosso da altro che a sua volta ti smuove dentro. Se avessi ambito solo a diventare famoso avrei scelto la strada più veloce e anche più facile, vedi Uomini e Donne – standing ovation dei jurors – e, invece, ho scelto un altro fine, ovvero chiedere alle persone di dedicarmi per qualche ora il loro tempo, la cosa più preziosa”. E dispensa anche qualche consiglio ai futuri addetti ai lavori che gli siedono di fronte: “Ispirarsi a una colonna del passato. Se vuoi diventare grande non puoi non ammirare i grandi. Un po’ come col tiro con l’arco, se tiri e tiri senza mirare il centro, non fai mai centro”. Ai più curiosi, dà anche qualche lezione di regia e set, spiegando la differenza tra piano sequenza e riprese a stacco. Nel corso dell'anno sono in produzione altre serie e film che vedono Giacomo come protagonista in "Noi siamo leggenda" una coproduzione Rai e Prime Video e “Per Elisa" diretta da Marco Pontecorvo che racconta uno dei più sconvolgenti fatti di cronaca nera avvenuti recentemente: l’omicidio di Elisa Claps. Qui ha avuto la possibilità di misurarmi in un ruolo impegnato, mettendosi nei panni di un uomo di 50 anni (Luciano Claps, fratello di Elisa) che ha conosciuto, ha guardato negli occhi, attraversando il suo dolore “e che ti dice: io ero così”. Attualmente è impegnato sul set di altri progetti, se la prossima primavera lo vedremo misurarsi nella serie poliziesca “Sara” targata Netflix, al fianco di una bravissima Teresa Colangelo, a gennaio sarà un camice bianco nella nuova stagione di Doc: “A quanto pare, ho la fortuna di entrare ed uscire dalle grandi famiglie professionali”.

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