Domenica, 23 Luglio 2023 14:26

Commozione e risate per i juror della sezione Generator +18 durante la proiezione del film in concorso Il più bel secolo della mia vita

Questa mattina i juror della sezione Generator +18 in Sala Galileo hanno assistito alla proiezione del film Il più bel secolo della mia vita diretto da Alessandro Bardani. L’opera prima del regista romano, presentato in anteprima al Giffoni Film Festival 2023, nel cast gode della presenza di una coppia inedita formata da Sergio Castellitto e Valerio Lundini
 
La storia mette in risalto una norma presente nella Costituzione italiana obsoleta e priva di umanità che riguarda circa 400 mila persone in tutto il Paese. Come si legge nella sinossi ufficiale del film: un’assurda Legge ancora in vigore in Italia impedisce a Giovanni, figlio non riconosciuto alla nascita, di sapere l’identità dei suoi genitori biologici prima del compimento del suo centesimo anno di età. Per riuscire ad attirare l’opinione pubblica, la sua unica speranza è ottenere la complicità di Gustavo, unico centenario non riconosciuto alla nascita in vita. Il solo che avrebbe il diritto di avvalersi di questa normativa ma che sembra non aver alcun interesse a farlo.
 
Il grande entusiasmo mostrato dai giurati della Generator +18, al termine della visione del film, è stato esplicitato al regista e al resto del cast, da almeno tre momenti che hanno visto applaudire con convinzione il lavoro effettuato dallo sceneggiatore e regista Alessandro Bardani. A rispondere alle domande dei giffoner più adulti, sono intervenuti, il regista, Sergio Castellitto, Valerio Lundini, il musicista Brunori Sas e il piccolo attore Marzio. I giurati si sono interrogati su quanto conoscere l’identità del proprio genitore, possa cambiare in base all’età. Interessante è stata la risposta del regista, secondo il quale, vedere la foto della madre a 100 anni, non appaga il suo lato adulto, ma quello di bambino. Alla fine la parte adulta si adatta, mentre un bambino un sogno del genere se lo porta dietro. 
 
Il regista Brandani ha inoltre, messo in evidenza quanto spesso si faccia l’errore di dare per scontato delle cose, come conoscere l’identità dei propri genitori. Alla domanda inerente alla fase di scrittura che segna il divario tra i due personaggi, interpretati da Sergio Castellitto e Valerio Lundini, il regista e sceneggiatore ha evidenziato quanto sia stato funzionale partire da due personaggi uniti dallo stesso trauma, con l’unica differenza che il centenario ha una concezione della vita decisamente differente rispetto al ragazzo. Prendendo a prestito le parole di Brandani: “Da un lato c’è un vecchio che guarda al futuro e dall’altro, un ragazzo che è ancorato al passato".
 
Un giurato rivolgendosi a tutti i presenti, ha voluto porre una domanda abbastanza personale, ma che in un certo senso, si riallaccia perfettamente al tema centrale del film: il rapporto con la propria madre. Alla domanda: quando è stata l’ultima volta che avete detto ti voglio bene a vostra madre, la risposta di Sergio Castellitto si mostrata la più vera e sincera: “Spesso queste cose si dicono sul letto di morte, magari non lo si dice mai durante la vita. Mia madre non mi ha mai detto ti voglio bene, però mi diceva hai mangiato? Ci sono molti modi per dire ti voglio bene”.
 
Da un punto di vista prettamente tecnico, una giurata che studia sceneggiatura, ha chiesto al regista come sia stato possibile creare una sceneggiatura così ben equilibrata. Brandani ha ammesso di esser stato prima sceneggiatore e poi regista e di aver cercato di trovare un equilibrio tra i due personaggi, che grazie alle loro personalità forti e diverse tra loro, hanno superato anche la parte scritta. Valerio Lundini per la prima volta attore in un film non scritto da lui, si è lasciato andare grazie alla professionalità ben nota di Sergio Castellitto e del regista, per lui è stato semplice e naturale interpretare questo ruolo, fatto di momenti seri e divertenti, perché la sceneggiatura è stata scritta non con l’intenzione di dover far ridere per forza. Nel corso dell’incontro, Sergio Castellitto ha offerto molti momenti di riflessione, rivolgendosi direttamente ai giurati seduti nelle poltrone verdi. Secondo il suo punto di vista, condiviso anche dalla stragrande maggioranza dei presenti, il film è un prodotto molto riuscito perché riesce a rimanere credibile in tutto, utilizzando uno degli strumenti narrativi più complessi e allo stesso tempo semplici: la favola. Tra l’altro, è una commedia con risate assicurate, eppure parla dell’attesa della morte.
 
Tra i momenti più importanti del dibattito avvenuto tra i giurati dei Generator +18 e i talent del film Il più bel secolo della mia vita, ci sono due consigli che Sergio Castellitto ha voluto rivolgere ai giovani appassionati di cinema. “Vorrei dare un consiglio a tutti voi, la migliore risposta davanti a un film è il silenzio. Non perdete  mai l’emozione dello spettatore puro. Quando vidi Schindler’s List, non ho avuto necessità di parlare, chiedere, ma la necessità di stare zitto e pensare della roba che mi era arrivata. Quel che conta è la purezza di cosa avete visto. Se quando uscite dalla sala, il primo pensiero è cercare pensare a dove avete parcheggiato la macchina è un brutto segno. Rohmer grande registra francese, quando dirigeva il Cahiers du cinema, faceva la riunioni di redazione per decidere, rispetto ai suoi giornalisti critici, chi mandare a vedere quel film. Lui decideva sempre in base all’amore che quel giornalista aveva per quel regista. Non decideva mai di mandare qualcuno che odiasse quel tipo di cinema lì. Il mio piccolo consiglio è di cercare nei film ciò che amate e parlate di quello. Di ciò che non vi piace, non ne parlate”. Per concludere, il musicista Brunori Sas presente in sala, per aver composto il brano La vita com’è, insieme a Riccardo Senigallia ha dichiarato di essere molto gioioso di aver fatto parte di questo film, che a suo dire, gli ha lasciato una sensazione di pulizia. Piccola sorpresa per tutti i giurati fan della musica di Brunori Sas, è stata l’esibizione emozionante, voce e chitarra del brano che apre e chiude questo film.

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