Giovedì, 20 Luglio 2023 12:19

Mia è solo.. sua: l'amore malato che toglie la felicità

 
“Mia, nostra figlia, sta sempre con quello. Ti sembra normale che decida pure come debba vestirsi?", dice Sergio alla moglie. "Stai tranquillo, è un bravo ragazzo". Gli stessi dubbi - di un padre e di una mamma - generano risposte e comportamenti diversi: l'irruenza del papà e la prudenza di una mamma "per evitare che nostra figlia, fragile, peggiori e faccia colpi di testa". Un amico, un fidanzato, un manipolatore toglie aria, feste, pallavolo, spazi di libertà e di pensiero alla propria figlia. Si chiama Marco, le controlla il telefono, le seleziona le amicizie, gliele sottrae.
 
Fuori concorso, in Sala Verde, c'è il lungometraggio MIA (Italia, 2023), categoria Parental Experience. Vi assistono i genitori: pensano, riflettono, partecipano, il film suscita gli stessi sentimenti che recitano gli attori, rabbia mista a stupore, a tenerezza, poi ancoda rabbia. E pure una domanda, che tallona. È assillante: "Che cosa farei io al posto di Sergio?". In 108', il regista Ivano De Matteo tratteggia la storia di una famiglia semplice e felice in cui entra violentemente un ragazzo. È un manipolatore: stravolge la vita di una quindicenne meravigliosa, la trasforma in un incubo. "Domani devo studiare anche se c'è assemblea", dice alle compagne di scuola. C'è un primo scontro violento, tra uomini e generazioni. "Mia figlia è piccola, deve pensare a divertirsi e non può fare la fidanzata". La risposta è agghiacciante: "Vecchio, mia figlia adesso è solo... mia e non più tua. E poi quel nome, Mia, gliel'hai messo tu". Il compleanno del manipolatore è l'inizio dei guai, delle denunce. La ragazza, che lui lascia davanti al distributore di benzina dopo averla portata a letto e averle spento il telefono, è aiutata dal padre, riesce ad allontanarsi ed a ricominciare a vivere. Il papà le regala un gattino, prova faticosamente a restituirle una vita fatta di cose semplici - la lasagna-, di battute ("Sapete dove va il pollo quando si sente male? Al policlinico"). Mia torna in palestra a giocare a pallavolo, torna sul monopattino. Marco chiama ma lei respinge quell'amore malato. Però Marco è un manipolatore e decide di distruggerla: manda a tutti le foto dei suoi nudi. Mia è di nuovo nel tunnel, lungo e profondo. Lacrime di rimmel sul suo volto, inconsolabili: apre la finestra, fa il gesto estremo. Mia non c'è più. Al padre rimane solo una cosa: la vendetta.
 

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