Domenica, 13 Giugno 2021 15:17

A Giffoni l’Italia dei festival del cinema nel racconto dei loro direttori

Ampio il dibattito, ecco le testimonianze che si sono alternate in Sala Truffaut. Tutti d’accordo gli organizzatori: “Conosciamoci e collaboriamo, il settore ha bisogno di coesione”

È un mondo vario e ricchissimo, quello dei festival e delle rassegne cinematografiche in Italia. È quanto emerge con forza dalla carrellata di interventi che si sono registrati nel corso della tre giorni di incontro e confronto con i direttori e organizzatori di eventi presso la Cittadella del Cinema di Giffoni.

Legame con il territorio, generi cinematografici, attenzione al patrimonio culturale europeo, valorizzazione del genius loci, innovazione e tecnologie: sono solo alcune delle scelte culturali operate dagli oltre cento festival presenti. Il quadro complessivo è di un settore vivace, vitale e molto stimolante sotto il profilo culturale e sociale.

Nelle parole dei responsabili degli eventi una totale condivisione per il progetto: conoscersi, condividere, collaborare. Il settore - è il pensiero dominante - ha bisogno di una forma di coordinamento per essere più forti e pesare di più. Ma quello che emerge è anche il racconto di tante specificità, di forme culturali che, insieme, diventano una trama fittissima di esperienze uniche.

«Sono un calabrese di ritorno – ha dichiarato Giulio Vita de La Guarimba International Film Festival di Amanteasono nato in Venezuela e poi sono tornato in Italia. Lavoriamo a stretto contatto con il nostro territorio, non facile dal punto di vista sociale, ma stimolante perché i nostri sono luoghi dove tutto si può fare con grande speranza nel cambiamento».

Ha illustrato la felice intuizione di un network di festival lucani Gabriele Di Stasio in rappresentanza di Basilicata Cinema Award: «Nel 2008 – ha detto - il Ministero ci chiese di mettere insieme tutte le rassegne cinematografiche presenti sul territorio lucano. E così abbiamo deciso di fare un percorso comune. Tra le nostre peculiarità c’è il rispetto dell’identità e dei generi di nicchia. Siamo la conferma che le reti possono funzionare».

Un territorio non facile ma culturalmente vivo è quello in cui opera il Nano Film Festival. Napoli Nord è il suo centro di gravità: «Al di là del concorso – ha dichiarato Gelsomina Prositto -  abbiamo sempre inteso promuovere iniziative per valorizzare la nostra città. Siamo attenti alle possibilità che arrivano dalle istituzioni, ma abbiamo una difficoltà legata alla giovane età dell’evento che può rappresentare un limite. Credo che il criterio della storicità debba essere in qualche modo mitigato per accedere alle risorse».

Hanno colmato una lacuna, quella di un festival dedicata alle tematiche di genere che si svolgesse al Sud. Questa è la caratteristica del Bari International Gender Film Festival. «Dobbiamo dire – ha dichiarato Miki Goriziache abbiamo sempre avuto il sostegno da parte delle istituzioni, in particolare quelle regionali. E abbiamo sempre potuto affrontare le nostre scelte culturali in maniera autonoma. Tanto che abbiamo voluto sempre avviare delle connessioni tra temi. Per noi la questione ambientale, ad esempio, quella razziale e quella di genere sono fortemente interconnesse e proviamo ad affrontare con tale approccio. Tra i prossimi obiettivi quello di contribuire a creare un coordinamento nazionale tra festival Lgbt».

Il legame con il territorio rappresenta una delle questioni centrali anche per il Montecatini International Short Film Festival. «Da questa esperienza – ha dichiarato Marcello Zeppi comprendiamo come i festival possano essere necessari alla ripartenza culturale del nostro Paese. Dobbiamo puntare sulla collaborazione con il territorio. Lo stiamo facendo provando a coinvolgere le scuole. Stesso discorso vale per la nostra identità di Paese. Su questo siamo impegnati grazie al rapporto con diverse comunità di italiani residenti all’estero».

Unico esempio di rassegna dedicata all’insegnamento giuridico, questo è Cinema e Diritto di Napoli che fa dell’audiovisivo uno strumento didattico per le università. «Al nostro festival – dichiara Agostino La Ranapartecipano gli studenti di giurisprudenza. Ecco perché dico che noi portiamo il cinema negli Atenei. Dopo questa tre giorni, credo dovremmo costituire subito una commissione che rediga delle ipotesi di riforma di tutta la normativa di settore. Fare rete significa scambiare informazioni e penso che questo possa essere utili per tutti. Altrimenti finiremo solo per coltivare ciascuno il proprio orticello».

La videoarte è il focus del festival Over the real che si svolge a Lucca. «Ci occupiamo – ha dichiarato Lino Strangis – di cinema espanso. Da poco abbiamo trovato un luogo in cui ci troviamo bene e con il quale vorremmo creare un legame duraturo. La nostra idea è di poter far accostare alla videoarte il grande pubblico, contribuendo alla diffusione di questo linguaggio».

Stare dentro le dinamiche del proprio territorio, questa è la caratteristica di Doc Rassegna itinerante del cinema d’autore che offre uno spaccato interessante sulla Sicilia: «Bisogna essere innamorati del proprio territorio – ha detto Beppe Mannocosì come Claudio Gubitosi ci insegna. È anche questa la funzione dei festival».

Valorizzare le maestranze del cinema, di questo si occupa il Premio La pellicola d’oro: «Parliamo di un comparto – ha dichiarato Enzo De Camillis che solo nel Lazio conta numerosissimi addetti. Il nostro obiettivo è quello di portare alla ribalta professionisti che spesso sono dimenticati. Per il futuro l’intenzione è quella di collegarci alla formazione, perché queste professioni non si perdano e vengano riscoperte dai giovani».

Il Piemonte terra di cinema come confermato da Distretto Cinema: «Riusciamo sempre a riempire la platea – ha dichiarato Fulvio Paganin perché le persone sanno che da noi possono trovare cose di qualità. In poco più di un mese di attività, infatti, registriamo oltre novemila presenze. L’Italia è piena di realtà culturali di rilievo che hanno bisogno di conoscersi e confrontarsi. L’iniziativa di Giffoni va proprio in questa direzione».

Un festival può trasformare un territorio? Certamente. La conferma arriva dal Festival Internazionale Cinema di Frontiera di Marzamemi: «Quando abbiamo iniziato – ha detto Nello Correalec’era una sola attività turistica. Oggi se ne contano 204. Il territorio oggi è pronto. Sono convinto che come festival non abbiamo bisogno di una rete, ma di un coordinamento. Solo così potremo davvero fare massa critica e pesare di più».

La realtà aumentata, le tecnologie immersive, di questo si occupa il Virtual Reality Experience Fest di Roma: «Siamo partiti dall'audiovisivo – hanno dichiarato Mariangela Matarozzo e Marina Massaro - per estenderci ad altre tecnologie. Cerchiamo l'originalità con un tipo di cinema espanso, che dilata il semplice concetto di proiezione. In questo senso stiamo provando a portare la cultura della realtà virtuale in Italia, a promuoverla. In questa fase, perciò, la rete è davvero fondamentale».

Un festival di cortometraggi a Firenze? Non c’era. Questa è la lacuna colmata dal Firenze Filmcorti Festival: «Ci piace valorizzare – hanno dichiarato Marino Demata e Francesco Grifonil’artigianalità ma anche la passione e la determinazione con cui si fanno le cose. Noi proviamo ad essere così e ad aprirci sempre, mostrando crescente attenzione per le tematiche sociali e anche per i nuovi linguaggi e la sperimentazione».

Il cineturismo e la Sicilia, di questo si occupa il Catania Film Fest: «Raccontiamo la cinematografia europea in lingua originale – ha dichiarato Cateno PiazzaLa nostra grande ambizione è quella di portare a Catania le opere di tutti i 27 Paesi europei e da quest’anno abbiamo avviato un discorso sul Mediterraneo. Crediamo molto nella promozione territoriale attraverso i percorsi cineturistici. Inoltre, proviamo a valorizzare i talenti siciliani che si occupano di cinema».

Le gole dell’Alcantara come location cinematografica è il cuore de Francavilla Film Festival: «Abbiamo due sezioni – ha dichiarato Felice Lombardouna per i corti ed un’altra per le scuole. Il nostro obiettivo è quello della valorizzazione territoriale».

Le opere prime europee in lingua originale sono al centro del Festival Nuovo Cinema Europa di Genova: «Ci siamo avvicinati al mondo delle scuole e dei giovani – ha dichiarato Angela Ferrari con una sezione di corti dedicata ai registri under 25. Inoltre, abbiamo avviato una collaborazione con le università, avendo gli studenti come porzione della giuria. Quel che mi interessa è la volontà di collaborazione che c’è tra i festival. Sarebbe un modo per dare maggiore circolazione a film bellissimi che altrimenti non arriverebbero mai in sala».

È un festival che punta sul binomio cinema e cibo nel segno del territorio e della valorizzazione delle sue tipicità. Questo è Cinecibo di Battipaglia: «Puntiamo – ha dichiarato Donato Ciociolaa promuovere la sana alimentazione. Celebriamo la cultura del cinema e del mangiare bene, della tavola. Vorrei sottolineare l’importanza di fare rete, anche dal punto di vista delle tipicità gastronomiche».

Una rassegna per i giovani fatta da giovani, ecco Believe Film Festival di Verona: «È un onore essere qui – hanno dichiarato Francesco Da Re, Francesco Arcese, Davide Mogna ed Antonio Di Giacomo - Siamo una organizzazione giovane che si rivolge ai giovani. Ci occupiamo di cortometraggi e raccontiamo i primi passi nel settore di adolescenti con la passione per la narrazione filmica. Proviamo a essere una opportunità formativa».

È il primo festival dedicato alle donne registe che si svolge a Roma, è Cinema d’Idea: «Ospitiamo film indipendenti da tutto il mondo - ha detto Patrizia Fregonese De Filippo - in particolare dall'Iran per la visione profonda e lo sguardo sul mondo. La nostra ambizione è declinare al femminile tutte le arti e non solo il cinema. Accarezziamo il punto di vista femminile e lo mettiamo al centro del dibattito culturale».

 Da Giffoni a Vico Equense, è il percorso del Social World Film Festival: «Sono partito come giovane giurato di Giffoni – ha dichiarato Giuseppe Alessio Nuzzo - ispirato dalla magia della Cittadella del Cinema, ho pensato di realizzare una rassegna per promuovere opere che parlano di tematiche sociali.  Organizzatore del nostro festival è il Comune di Vico Equense, a dimostrazione di quel fondamentale e necessario rapporto con il territorio che deve saldarsi e rinnovarsi nel segno della cultura».

Il binomio cinema-arte è il focus dell’Asolo Art Film Festival: «Con noi l'arte è al centro - hanno dichiarato Michela De Faveri e Silvia Succimarra - il nostro modello è nato 40 anni fa, quindi, per noi la storicità è importante, è un valore. Storicità non vuol dire staticità. Ci siamo innovati cogliendo le nuove opportunità del tempo presente per dialogare con la contemporaneità, tenendo lo sguardo verso il futuro prossimo. Siamo interessati a collaborare con altri festival trasferendo il nostro patrimonio di contenuti ed esperienze e acquisendo dalle altre realtà».

Sociale e arte, di questo si occupa CinEtica, rassegna lucana: «Facciamo attività anche nelle carceri - ha dichiarato Armando lostaglio - nei luoghi difficili, nelle cosiddette periferie esistenziali, laddove la cultura può far risplendere la vita.  Abbiamo formato tanti giovani che però vanno, troppo spesso, altrove a esercitare talento e professionalità».

L’Umbria è rappresentata dal Terni Film Festival: «Siamo alla sedicesima edizione - ha dichiarato Arnaldo Casali - lavoriamo anche organizzando cineforum con le scuole e le università e anche con le carceri. Siamo interessati alla creazione di una rete di cooperazione tra festival italiani. Sarebbe una cosa preziosa. Abbiamo fondato il nostro festival con la convinzione che solo grazie alla cultura si può combattere l'ignoranza che rappresenta il vero male della società moderna».

Il cinema come strumento di promozione della propria realtà, è questa la mission del Sezze Film Festival: «Siamo un festival territoriale – ha dichiarato Stefano Madonna - che punta attraverso la cultura anche a sostenere il turismo, fondamentale per la ripartenza delle piccole come delle grandi realtà dopo questo periodo difficile. Proviamo a crearci una storicità nella consapevolezza che questo significa essere presenti con idee, proposte e progetti».

Procida capitale della Cultura, seconda dopo Napoli per location di film in Campania: «Valorizzeremo questo aspetto utilizzando R-Code per visualizzare le clip e leggere la scheda delle opere – ha dichiarato Francesco Bellofatto per il Procida Film Festival - Siamo un festival sul mare: è nostra vocazione forte. A Procida è stato girato “Il Postino” di Massimo Troisi. Abbiamo la cultura del fare rete, ne sentiamo il richiamo. Vogliamo far dialogare chi produce cortometraggi e chi si occupa di distribuirli perché da questo incontro possono nascere importanti collaborazioni».

Ci sono i festival che hanno come location le metropoli e chi di una metropoli sceglie un quartiere. È il caso del Pigneto Film Festival di Roma. «Ci sentiamo a casa qui - ha dichiarato Andrea Lanfredi - il nostro è un festival di quartiere. Siamo alla quarta edizione, le prime due sono state autofinanziate. Puntiamo a svelare la bellezza dell'anima della periferia dando la possibilità ogni anno, attraverso un bando, a cinque registi stranieri di raccontare il microcosmo urbano che ci ospita e che dà il nome al nostro festival».

Ancora Mezzogiorno e cinema, è il caso del’I-Fest International Film Festival di Castrovillari: «A Giffoni – ha detto Giuseppe Panebiancoc’è la grandiosità della semplicità. È un modello di profonda ispirazione per noi operatori culturali. Durante la pandemia abbiamo trovato le ragioni per approfondire e analizzare il nostro progetto di evento trasformando un problema in una opportunità, è stata una fase molto stimolante».

Respiro internazionale per il Festival del Cinema Latino Americano di Trieste. «Mi sono rifugiato in Italia a seguito del colpo di stato in Cile - ha dichiarato Rodrigo Diaz - Pensavo di rimanerci poco, sono invece qui da oltre quarant’anni. I registi storici latino americani fanno riferimento alla cultura cinematografica italiana, è una vera e propria scuola per chi opera in questo settore».

Attenzione alle università e alla formazione per il Sottodiciotto Film Festival & Campus di Torino: «Sono felice di essere qui - ha dichiarato Cristina Colet - nostra missione è rendere partecipi e protagonisti i ragazzi attraverso il confronto e il dialogo tra generazioni. Dal 2017 ci siamo aperti anche alle università e siamo particolarmente attenti alla formazione. Siamo molto interessati a creare sinergie con altri festival».

Tematiche sociali e periferia per il Murmart Short Film Festival di Roma: «Siamo un festival a tematica sociale – hanno detto Angelica Mureddu e Federico De Luca - siamo nati per fare rete, nel 2018, grazie a un bando della Regione Lazio. Quest'anno abbiamo scelto il tema della humanitas e andremo nel quartiere Garbatella. Ogni edizione ha tema e location differente. Nel nostro dna c'è il rinnovamento ma nel segno della continuità progettuale».

Prende avvio da Giffoni il Social Film Festival ArTelesia di Benevento: «L’idea di fare un festival a Benevento mi è venuta qui – racconta Francesco Tommasiello, ex giurato di Giffoni - nei giardini di Giffoni, sette anni fa. Inviai una mail al direttore Gubitosi che il giorno stesso venne a Benevento per incontrarmi. Da qui è partito tutto».

«Siamo un festival del cinema sociale - ha aggiunto Antonio Di Fede, direttore artistico di ArTelesia -  la diversità è solo negli occhi di chi guarda. Ce lo ha insegnato Francesco. L’arte non conosce confini e laddove ai trova davanti delle barriere è capace di superarle camminando tra le stelle. Lavoriamo costantemente all'idea progettuale realizzando numerosi eventi collaterali che arricchiscono il nostro progetto».

Un premio che è in realtà una piattaforma on demand, è il caso di Shinema, Premio per il Cinema Contemporaneo di Napoli: «Siamo una piattaforma di cinema indipendente on demand – ha spiegato Luisa Toscano - nata per creare circolo virtuoso tra produzione e distribuzione. La nostra forza sono gli abbonati. Il nostro progetto vuole dare voce ai cineasti e anche ai festival che vogliono far vedere i loro film sui nostri canali».

Approccio glocal per il Toko Film Festiva di Sala Consilina: «Nel nostro dialetto Toko significa cosa fatta bene, interessante, che attira attenzione - lo dice il giovanissimo direttore artistico Gianmarco Ungaro - Cerchiamo di portare avanti la cultura del cinema nella e per la nostra amata terra, particolarmente ricca di storia e di capitale umano e paesaggistico. Ci sentiamo locali, glocali, nomadi. Un festival deve essere imperfetto per avere l'opportunità di migliorare».

Un viaggio itinerante, un festival può farlo. È l’obiettivo di Spazi in movimento: «Il nostro festival sta nascendo adesso – ha dichiarato Angela Calia - Siamo qui a Giffoni per imparare, per quel necessario e fondamentale trasferimento di esperienze. Vogliamo creare un rapporto forte con il territorio e abbiamo deciso di realizzare un festival itinerante proprio per mettere in relazione la memoria dei luoghi con il corpo e il movimento».

Il cinema come racconto, è questa la mission del Premio Buone Notizie di Caserta: «Noi – ha detto Margherita Lanna - raccontiamo storie, quelle belle e ordinarie e chiediamo agli studenti di ogni ordine e grado di narrare. Viviamo la nostra realtà con spirito di servizio, siamo volontari della cultura con tanta voglia di crescere».

Scambio di esperienze cinematografiche, di questo si occupa Il Premio Cinema Giovane e Festival delle Opere Prime di Roma: «Abbiamo già collaborazioni con altri festival – ha dichiarato Catello Masullo - gemellaggi che consistono nello scambio di opere filmiche e di direttori che diventano giurati nelle altre rassegne. La strada della cooperazione è quella maestra affinché il buon cinema sia sempre con noi».

I cortometraggi realizzati da studenti e filmaker, di questo si occupa The next generation short film festival di Bari: «Siamo un concorso per cortometraggi - ha dichiarato Velia Polito - aperto a studenti e filmaker. Al centro della nostra idea progettuale la riflessione sui nuovi orizzonti contemporanei. Diamo spazio e voce alla generazione che verrà non solo in termini anagrafici ma artistici. Cerchiamo nuove visioni e predichiamo la pluralità di linguaggi».

Al centro del loro discorso culturale il fenomeno delle migrazioni. E’ il My Art International Film Festival di Cosenza: «Siamo un festival indipendente di cortometraggi e documentari - hanno dichiarato Enzo Papa e Cristian Tucci - che si occupa di migrazione e di popoli, di diritti umani. La determinazione per noi è pratica quotidiana. Viviamo la cultura come strumento di contrasto alle discriminazioni e per raccontare storie di uomini e di donne, di quella umanità drammaticamente in fuga. Non perdiamo questa straordinaria occasione di stare insieme che abbiamo avuto grazie a Giffoni. Evitiamo di tornare nel cono d'ombra della solitudine».

Il richiamo al territorio c’è, ma il respiro vuole essere extraterritoriale, questo è Tam Tam Digifest di Napoli: «Siamo un festival extraterritoriale ma fortemente radicato sul territorio – ha dichiarato Giulio Gargia - Vogliamo ampliare la rete di collaborazione con altre realtà, al momento cooperano con noi sette associazioni diverse. Già da domani cominciamo a lavorare insieme per dare maggiore concretezza a questo percorso».

Le web series al centro dell’Apulia Web Fest: «Sono regista - ha detto Michele Pinto - e mi occupo di educazione alle immagini. Siamo un festival per le webserie, aperto anche a prodotti audiovisivi come i cortometraggi e le opere video in genere. Promuoviamo i valori della pace e della sana alimentazione, nostra cifra identitaria e collanti progettuali».

Anticipare i tempi, è questa la mission di Eurovisioni di Roma: «Siamo nati nel 1987 - ha dichiarato Giacomo Mazzone - agli albori di internet e quando non c'era ancora la tv via satellite. Vogliamo creare un ponte tra cultura alta e bassa, tradizione e sperimentazione, tecnologia e creazione artistica. Serve modificare sistema di regole dell'industria cinematografica».

La Sicilia è il focus di Corti in Cortile di Catania: «Sicilia terra meravigliosa – ha spiegato Davide Catalano - alla quale sentiamo di appartenere nel profondo. Abbiamo una sezione "Cinema e psichiatria" che coinvolge strutture pubbliche e pazienti, i quali con l'ausilio di tutor, diventano attori. Una esperienza bellissima, intensa. Nel nostro festival ci mettiamo il cuore prima di ogni altra cosa. Ci emozioniamo ancora nel farlo e questo è bellissimo. Da questa tre giorni emerge con forza la necessità di fare rete tra di noi».

Un festival sull’acqua, questo è il River Film Festival: «Ci chiamiamo così perché abbiamo collocato uno schermo galleggiante - ha detto Emilio Della Chiesa - sopra una piattaforma sul letto del fiume Piovego, a Padova. Questa collocazione è per noi metafora di libertà e rappresenta uno spazio anche di denuncia».

Un borgo che si chiama Lago perché sorge in riva ad un Lago. Il festival non poteva che chiamarsi Lago Film Festival: «È un luogo di incontro e di scambio - hanno dichiarato Viviana Carlet e Carlo Migotto - per dare nuove opportunità ai giovani del territorio. Siamo consapevoli di essere nati nel posto più bello del mondo e abbiamo voluto radicare questa consapevolezza in una idea progettuale, realizzando connessione tra la comunità locale e quella artistica. Installiamo tre schermi sul lago e ospitiamo15mila spettatori ogni anno».

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