Mercoledì, 24 Luglio 2019 19:21

Generazione Giffoni lancia l’osservatorio sulla Gen Z


Monitorare la community di Giffoni per individuare gusti e tendenze delle giovani generazioni è lo scopo del progetto Generazione Giffoni e delle survey lanciate in sala durante le proiezioni dei film del Festival. Ad occuparsi del progetto lanciato da Giffoni Innovation Hub è l’Innovation manger di Joint Innovation Hub, Elena Galletti: Vogliamo condividere con voi un osservatorio particolare su una generazione che qui a Giffoni ha una rappresentanza sicuramente notevole: la Generazione Z, ossia quella che si colloca come anno di nascita tra 1995 e 2004” ha affermato.

Facendo una ricerca su Google le parole ricorrenti per la Generazione Z i tratti distintivi che emergono sono: nativi digitali, sempre connessi, influenzati da Instagram e dagli youtuber, informati sulle questioni ambientali e consapevoli dei rischi legati al cibo, pragmatici e poco fiduciosi nel futuro.
Come Dream team – ha spiegato Galletti – abbiamo lanciato grazie a Giffoni Innovation Hub il nostro osservatorio con l’intento di trarre informazioni maggiori per comunicare al meglio con questa fascia generazionale. Lo abbiamo fatto calandoci nel mondo dei giurati del Film Festival delle categorie +13, +16 e +18. Con loro abbiamo vissuto l’esperienza dei film in sala e abbiamo svolto incontri face to face in cittadella“.

Le aree indagate sono state quattro: ambiente, connessione, mondo degli influencer e food.
“Abbiamo intervistato i ragazzi e gli abbiamo chiesto: perché sei qui a Giffoni? – ha raccontato l’innovation manager – Noi pensiamo che qui ci sia una parte di generazione che più di altri può veicolare i messaggi per i propri coetanei”.
Per i Giffoners chi decide di venire al Festival è qualcuno che: “Vuole superare i propri limiti“; “Sceglie Giffoni perché rappresenta un ambiente sano” e ancora “Perché Giffoni è casa“.
La fotografia scattata dai Dreamers vede un maggior numero di risposte date dalle ‘femmine’, dimostratesi più dispinibili al racconto di sé rispetto ai ‘maschi’.

Il cinema è diventato un pretesto per l’approccio alla Generazione Z attraverso la visione di tre film con stimoli del tutto diversi tra loro – ha detto Galletti – Abbiamo chiesto chi fosse il personaggio preferito per far emergere i valori che gli fossero legati. Le parole emerse con maggiore forza in relazione ai tre personaggi fuori dagli stereotipi sono state: forza, coraggio, determinazione e fragilità che diventa consapevolezza del proprio sé. Abbiamo declinato le parole in riflessi sul mondo maschile e su quello femminile. Il mondo femminile fa emergere la determinazione con la forza e il coraggio, ma anche le insicurezze che hanno un’evoluzione. I maschi fanno emergere gli stessi valori a cui aggiungono il carisma e la capacità di influenzare“.

Giffoners hanno indicato il protagonista ‘preferito’ in alcuni casi basandosi sul riconoscimento di caratteristiche affini, in altri per caratteristiche antitetiche.
Per quanto riguarda le emozioni provate oltre alla felicità e alla gioia, la speranza è ricorrente – ha evidenziato ancora Galletti – tra quelle negative la rabbia. La parola che emerge con più forza è consapevolezza“.

Per confermare il mood generale i Dreamers sono ‘scesi in campo’ ad intervistare i ragazzi sull’ambiente, sul cibo, sull’essere costantemente connessi e sull’influenza degli youtuber nei processi di scelta personale.
Per quanto riguarda l’ambiente è emerso che c’è differenza di percezione tra i più giovani e i più grandi – questo il dato emerso – i primi sembrano più informati. Greta Thunberg la conoscono tutti, ma nessuno si impegna in prima persona nella risoluzione del problema, non individuano soluzioni, ma c’è la pretesa della speranza della risoluzione“.

Dall’ambiente alle mode e ai trend: dalle risposte date è emersa la contrarietà agli stereotipi, la moda è uno stile imposto mentre ai ragazzi della Generazione Z interessa avere un proprio stile, che sia unico. I ragazzi dichiarano di non essere omologati, ma in quello che ci hanno raccontato risultano molto simili nel modo in cui si rapportano col mondo degli adulti e di avere desiderio di rapportarsi con i coetanei piuttosto che con altre generazioni. Investigando il food, invece, emerge il senso della quantità, del tanto ma anche dell’impatto che l’inquinamento ha sull’alimentazione. Nell’influenza sulle scelte dipende più dal passaparola che da altro.

Sorprendenti i risultati derivati dall’esplorazione del ‘sempre connessi’ e degli influencer: “Mentre facevamo le interviste con i ragazzi del Dream Team – ha ricordato Galletti – tra di loro ci sono influencer, c’erano ragazzi che si avvicinavano a Francesca come se fosse una loro amica e come se lei potesse riconoscerli. Interessante l’aspetto relazionale che emerge: si ricerca prossimità di vicinanza con le persone, si cercano relazioni di fiducia. Ho scoperto un mondo fatto di youtuber che trasferiscono esperienze in cui ci si costruisce ferro o la casa. Questo mi fa pensare che l’essere connessi è legato al desiderio di costruire una società diversa rispetto a quella in cui sono calati“.

La Generazione Z rifiuta l’idea di essere influenzata. In loro c’è una fluidità nelle relazioni e nella sessualità che emerge in più interpretazioni di sé e amano un messaggio bisbigliato e più intimo.
Devo riconoscere al Dream Team il gran lavoro fatto in quattro giorni – ha chiosato l’innovation manager – Abbiamo ricavato un osservatorio che può essere da stimolo. Il messaggio lanciato dalla comunità dei Giffoners come rappresentanti della loro generazione riguardo ai gusti, alle tendenze e alla cultura degli stereotipi. Da ricercatrice ho imparato molto“.

A dare il proprio contributo al progetto Generazione Giffoni è stata Giovanna Galletti: Il mio contributo al gruppo è stato quello di studiare le differenze di genere – ha dichiarato – smontare lo stereotipo facendo prima un’operazione di destrutturazione dello sguardo per mettere a fuoco cose nuove. Attraverso il lavoro fatto è stato possibile rompere lo stereotipo di questa generazione per valorizzare le caratteristiche che ha, è stato un po’ come posizionare la macchina da presa. Questa è una generazione che va esplorata valorizzando i due sessi poiché c’è sicuramente da scoprire molto“.

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