Lunedì, 22 Luglio 2019 15:17

Ivan Cotroneo: "La compagnia del Cigno racconta di ragazzi come i Giffoners, appassionati, di talento e che studiano"

"Volevo raccontare ragazzi di talento, che studiano, che hanno passioni e sogni ma senza dipendenze, drammi in famiglia, omicidi alle spalle: con Monica Rametta abbiamo raccontato quella bella gioventù che non passa per la cronaca nera e che solitamente resta in ombra. Anche per questo il successo della serie è stato per me una grande soddisfazione: ringrazio chi ha creduto in questa storia". Ivan Cotroneo torna al Giffoni Film Festival con il cast de La compagnia del Cigno, serie prodotta da Indigo Film in collaborazione con Rai Fiction, ideata e diretta da Cotroneo e interpretata da sette ragazzi selezionati tra i Conservatori d'Italia - Leonardo Mazzarotto, Fotinì Peluso, Emanuele Misuraca, Hildegard De Stefano, Ario Nikolaus Sgroi, Chiara Pia Aurora e Francesco Tozzi - tutti al Giffoni 2019 per incontrare i loro coetanei. La serie ha segnato per loro un punto di svolta nella vita e anche nel loro rapporto con la musica, che però dichiarano non lasceranno mai: "Sarebbe come rinnegare le proprie origini. Tenere i piedi in due scarpe, però, non sarebbe male" dicono i ragazzi, ancora all'oscuro di quel che riserverà loro la seconda stagione, ancora in fase di scrittura.

"Non so quando inizieremo le riprese, dipenderà da quanto io e Monica saremo bravi e veloci a scrivere. Chiusa la prima stagione abbiamo immaginato un nuovo scenario in cui far muovere i personaggi, attingendo dalle vite degli interpreti: c'è chi si è trasferito a Milano da una provincia del Sud, chi si è riavvicinato a un particolare strumento, chi è andato all'estero. In questa stagione ci sarà anche questo, con nuovi personaggi, che cercheremo ancora nei Conservatori, e nuovi intrecci, mantenendo l'attenzione per la musica tra pop e classica" dice Cotroneo, che ha lasciato all'oscuro delle novità anche il cast.

Già dai tempi di Un bacio il mio desiderio è stato quello di parlare dei ragazzi non con lo sguardo del cinquantenne, ma con il rispetto per quella sofferenza, quell'insoddisfazione tipica dell'adolescenza che quell'età merita e che io ancora ricordo" aggiunge il regista e sceneggiatore, che si può dire innamorato del Festival. "Devo fare una confessione: io scrivo e dirigo film soprattutto per venire a Giffoni. Sono venuto con Un Bacio, per le Masterclass, con Mika. Questo Festival è unico al mondo. Parlare qui di una storia dedicata ai ragazzi dà veramente un senso al tuo lavoro. E poi essere qui dove è stato Truffaut che per me è un esempio di cinema, di un modo di raccontare i ragazzi, è una cosa che mi riempie d'orgoglio. Nella vita voglio continuare a raccontare storie degne di essere presentate qui" aggiunge entusiasta Cotroneo. "I jurors del Festival sono come La compagnia del Cigno: per il cast oggi sarà come guardarsi in uno specchio incontrando i ragazzi del Giffoni, che come loro inseguono non un sogno di successo, ma un sogno di espressione. E tutti loro hanno dignità di essere ascoltati e raccontati. Anche il Festival fa questo: rende protagonisti chi in genere non viene considerato".

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