Giovedì, 28 Luglio 2022 13:50

Due adolescenti determinati a salvare la madre dalla tossicodipendenza nel film in concorso Stay Awake per i Generator +18

Cosa accade nella vita di due adolescenti quando la propria madre viene rapita dal vortice della tossicodipendenza? A spiegarlo è il regista Jamie Sisley con il lungometraggio STAY AWAKE in concorso nella sezione Generator +18. Prodotto in origine come cortometraggio e successivamente come film, con lo stesso titolo, Sisley racconta una storia incentrata su due ragazzi che cercano di fare del loro meglio per far sì che la loro mamma possa uscire dalla dipendenza da farmaci. Scritto dallo stesso regista e presentato nella sezione corti al Festival del cinema di Berlino nel 2015, Stay Awake è ambientato durante la crisi dei farmaci da prescrizione e degli oppioidi negli Stati Uniti. Ethan di 17 anni e Derek di 19 anni sono due fratelli che si trovano a dover combattere con la madre Vicki, dipendente dallo Xanax. Coscienti dei rischi che la donna sta correndo, dato dall’abuso che questo farmaco può provocare al proprio corpo, decidono di prendere il coraggio a quattro mani.


"Spero che tu sappia che saremo sempre qui per te, immagino che solo... a volte mi chiedo se... se ti rendi conto di quello che fai... a volte quello che fai fa davvero schifo." Una delle tante battute che rappresenta lo sconforto dei ragazzi nel vedere la madre in uno stato così pietoso, nonostante siano sempre presenti nella sua vita. Ritrovarsi a dover accompagnare in clinica colei che li ha messi al mondo, sperando che non sia l’ultima volta che la vedranno è uno stress impossibile da sostenere. Quando Ethan si troverà a dover partire per l’università, la situazione diventare ancora più complessa da dover gestire. Ispirato a fatti realmente accaduti nella vita del regista, STAY AWAKE mostra quanto sia complesso aiutare chi ha deciso di buttare all’aria la propria esistenza con le droghe. Oltre a rispondere alle domande poste in sala dai giurati, nelle note di regia Sisley parla apertamente della dipendenza agli oppiacei della madre, quando lui era poco più che un’adolescente. I continui tentativi di farla ricoverare in centri di rehab, le liti con la speranza che potessero svegliarsi da quel continuo torpore, hanno contribuito a portare sul grande schermo questa storia. Un monito per chi magari, suo malgrado, si trova ad affrontare una situazione simile a quella vissuta dai due protagonisti. Allo stesso tempo, STAY AWAKE vuole far sì che lo spettatore possa provare empatia per Michelle, anziché demonizzarla. A differenza di altri lungometraggi, incentrati sull’abuso di droghe e farmaci, fondamentale è il punto di vista principale che non è rappresentato da colei che si dimostra più debole, ma da chi cerca – con i propri mezzi – di non crollare e di salvare la vita della donna più importante della loro vita.

 

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