Domenica, 24 Luglio 2022 13:15

La Traviata, My Brothers and I: a Giffoni la passione per la musica lirica del giovane Nour

Quarto giorno di film in concorso per i giffoner della Generator +13 dedicato al film drammatico LA TRAVIATA, MY BROTHERS AND I diretto dal regista francese Yohan Manca, al suo debutto con un lungometraggio dopo aver realizzato alcuni cortometraggi nel corso della sua carriera.

Nour è un ragazzo di 14 anni ed è il più piccolo di quattro fratelli. Nonostante la sua giovane età, mentre tutti i suoi coetanei pensano a come trascorrere le vacanze estive, lui è preoccupato per la condizione sociale nella quale vivono. A turno i quattro ragazzi sono impegnati a prendersi cura della madre, in coma ormai da molto tempo. Tra le passioni della donna c’è la musica lirica, precisamente l’opera italiana, complice il marito che durante la loro giovinezza iniziò a corteggiarla proprio con i brani tratti da La Traviata. Tra le pressioni del fratello più grande Abel di farlo andare a lavorare e la tensione per la condizione di salute della madre, Nour inizia a sviluppare una passione per il canto lirico. Una passione che colpirà la maestra di canto Sarah, fermamente convinta che il ragazzo abbia le carte in regola per diventare un cantante lirico professionista. Questa attitudine per quanto colmi il cuore di gioia di Nour, facendolo sentire ancora più vicino alla madre, per i fratelli è vista solo come una perdita di tempo dato che non frutta soldi. Nour grazie all’amicizia con Sarah riesce a guardare il mondo in maniera diversa, come dovrebbe fare un ragazzino della sua età e lontano dalle atrocità e brutalità che appartengono al mondo degli adulti. Il punto di rottura nella vita della famiglia arriverà quando i quattro ragazzi prenderanno una decisione molto importante e cambierà la vita della donna. Un cambiamento che inevitabilmente influenzerà anche il futuro di tutti i ragazzi, in particolar modo di Nour.

La storia è liberamente adattata da un’opera teatrale intitolata Why We Left, My Brothers & I, di Hédi Tillette de Clermont-Tonnerre, portata in scena proprio dal regista quando aveva 17 anni. Il regista Yonah Manca presente in sala Truffaut, durante il dibattito con i giurati ha dichiarato di aver scritto la storia pensando al suo passato, alla sua giovinezza e senza essere troppo legato alla sceneggiatura finale. Aspetto seguito anche dagli attori protagonisti, i quali si sono lasciati andare anche ad alcune scene improvvisate, rendendo la narrazione ancora più veritiera e naturale. La musica sia classica e sia contemporanea (come il brano Tu di Umberto Tozzi) si fonde in maniera perfetta e funzionale all’interno della storia, nella quale sono stati realizzati anche diversi omaggi al nostro Paese, grazie alle origini del cineasta spagnola e italiana.

L’intento del regista, condiviso anche dal pubblico, è stato quello di portare sul grande schermo una storia che mettesse in risalto il contrasto tra la vita difficili di alcuni quartieri e la delicatezza rappresentata dalla musica classica. L’inserimento di diversi brani molto noti nella musica lirica riesce a fornire una connotazione particolarmente drammatica e toccante nel corso della storia, regalando una forte empatia tra lo spettatore e il protagonista Nour. Merita una menzione speciale la sequenza nella quale Nour inizia a cantare l’aria Una furtiva lagrima tratta dall’opera L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, con la speranza che la mamma possa svegliarsi da quel sonno profondo.

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