Pier Paolo Pasolini
A poco più di 100 anni dalla sua nascita, avvenuta il 5 marzo 1922, celebriamo il poeta-regista attraverso una selezione dei suoi capolavori in versione restaurata.
“Pasolini ha avuto la forza di trovare, fin dalla prima inquadratura della sua opera prima, una propria lingua cinematografica, la sperimentazione come metodo di lavoro continuo, la necessità di rimettersi costantemente in discussione. Accattone sembra distare quattro decenni da Salò; in mezzo ci sono le borgate romane, la riscrittura del documentario, Il Vangelo secondo Matteo, Uccellacci e uccellini, i film sulla borghesia, la reinvenzione della classicità, la Trilogia della vita… La scoperta di Citti e di Davoli, e poi Totò, Magnani e Mangano, a cui offre ruoli unici e inediti, un nuovo modo di usare la musica, luoghi che il cinema non aveva mai saputo guardare, da Matera a Sana’a ai resti della classicità, un cinema di poesia che è anche, sempre, un cinema politico, civile, che affronta i grandi nodi della modernità. Un cineasta condannato, insultato, imbrattato dal primo all’ultimo film, oggi unanimemente riconosciuto come l’artista che ha capito, con decenni d’anticipo, il genocidio culturale che si stava realizzando davanti al silenzio di tutti.” (Gian Luca Farinelli)
“Non ho mai «messo al mondo» un film così disarmato, vulnerabile, fragile e delicato come Uccellacci e uccellini. Non solo non assomiglia ai miei film precedenti, ma non assomiglia ad alcun altro film. Non parlo della sua originalità — sarebbe stupidamente presuntuoso — ma della sua formula che è quella della favola col suo senso nascosto. Un racconto che come tutti i racconti consiste in una serie di prove che gli eroi devono superare. Ma contrariamente al solite essi non ricevono ricompensa alcuna per averle superate: né regno, né principessa. Non restano loro, dopo, che altre prove da superare. Nessuna favola propriamente detta finisce così. Inoltre, dal punto di vista dell’ambiente e dei personaggi il mio è un «racconto picaresco»: le esperienze a livello della strada di due poveri cristi.”
(da «Cahiers du cinéma, n. 179, giugno 1966, p.39)