Asaf Saban

Asaf Saban è uno scrittore e regista, nato in Israele nel 1979, vive e lavora a Tel-Aviv. Si è laureato con lode al Beit-Berl College. Ha ricevuto cinque volte la prestigiosa borsa di studio dell'America-Israel Cultural Foundation per i suoi eccezionali risultati durante i suoi studi. Negli ultimi anni ha collaborato con diversi artisti israeliani a progetti audiovisivi presentati nei musei di tutto il mondo, tra i quali la Tate Modern di Londra e il Tel-Aviv Museum of Art. Il suo primo lungometraggio OUTDOORS è stato presentato in anteprima nel 2017. DELEGATION è il suo secondo lungometraggio.

“Quando avevo 17 anni, sono andato in Polonia con la mia classe. L'impressione più forte che ricordo di quel viaggio è la sensazione di delusione e indifferenza provata di fronte ai siti e ai luoghi che avrebbero dovuto scioccarmi. I miei ricordi di quel viaggio ruotano attorno ai momenti casuali e non pianificati che si verificano sempre tra un memoriale e l'altro. DELEGATION è un film che combina due generi familiari: l’on the road e il racconto di formazione. La combinazione di questi due generi crea la distanza che credo sia necessaria per attraversare in sicurezza il "campo minato" della rappresentazione cinematografica dell'Olocausto e creare un complesso mondo dialettico che funge principalmente da luogo emotivo. Questi punti di partenza mi permettono di affrontare questo argomento esplosivo con moderazione e chiarezza. La mia intenzione è portare lo spettatore in un viaggio di conoscenza graduale dei personaggi e senza alcuna introduzione biografica. La sceneggiatura è strutturata per consentire una sorta di zoom in avanti, dal generale al particolare. Cerco di rivelare gli individui che si nascondono dietro le felpe bianche e di concentrarmi sui problemi che affrontano nella loro vita, specialmente quando vengono "cacciati" dal loro ambiente naturale e portati in un luogo altro, immerso in un passato incomprensibile che ribolle sotto la superficie. La sceneggiatura è stata scritta con la consapevolezza che la forza del film dipende dai momenti casuali e ordinari, dal significativo divario tra il grande dramma della storia e i piccoli drammi della vita”.