Zara Dwinger

Zara Dwinger (1990, Amsterdam) ha studiato per un po' di tempo Antropologia Culturale e ha lavorato per una rivista online, infine ha studiato alla Dutch Film Academy come regista. Lì ha realizzato il cortometraggio LIV (2016), presentato in Short of the Week, e il suo acclamato dalla critica SIRENE (2017). Quest'ultimo - un cortometraggio di formazione sulla confusione e l'identità - ha vinto diversi premi a livello internazionale, è stato presentato in anteprima a Clermont-Ferrand ed è diventato Vimeo Staff Pick. Ha realizzato due cortometraggi: YULIA&JULIET (2018), presentato in anteprima alla Berlinale e con 10 milioni di visualizzazioni su Short of the Week. Il suo debutto come sceneggiatrice, A HOLIDAY FROM MOURNING (2020) è stato presentato al Palm Springs ShortFest. Recentemente ha scritto e diretto il mediometraggio THE GIRL WHO WAS CURSED (2021) in collaborazione con l'attrice principale, Sinem Kavus. Il film è stato presentato in anteprima internazionale allo Slamdance Film Festival ed è stato selezionato per il Golden Calf nei Paesi Bassi. Inoltre Zara è stata selezionata come Talent En Route dal Dutch Film Festival, ed è stata selezionata sia per il Cinekid WritersLAB che per il DirectorsLAB. KIDDO è il suo primo lungometraggio, presentato in anteprima mondiale alla 73a Berlinale nella Generation Kplus.

“Il film KIDDO è nato quando la co-sceneggiatrice Nena van Driel e io abbiamo deciso di voler raccontare la storia di un genitore eccentrico e non convenzionale. Siamo rimaste affascinate da questo argomento a livello personale. Volevamo esplorare come, per un bambino, avere a che fare con un genitore del genere possa essere complesso, deludente ma, allo stesso tempo, possa anche risultare abbastanza folle da arricchire la sua vita. Abbiamo scritto la storia dal punto di vista della bambina, ma è anche possibile identificarsi con la madre. Le donne emarginate sono un elemento ricorrente nel mio lavoro; donne appena fuori dalla norma. In questo film ho voluto indagare come la ricerca di un equilibrio mentale e del proprio posto nel mondo possano impattare sulla relazione figlio-genitore.”