Domenica, 19 Luglio 2015 19:04

Martin Freeman: "Grazie Giffoni! Scalda il cuore vedere tanti ragazzi che amano il cinema"

"Grazie per avermi invitato. Grazie per l'interesse e la passione che dimostrate. Scalda il cuore vedere tanti ragazzi che amano il cinema e che coltivano qui il loro amore per questa arte". Martin Freeman saluta così i giurati del Giffoni Film Festival che lo hanno incontrato nel terzo giorno della 45esima edizione. L'impatto con la Cittadella è stato subito molto caldo, e non solo per le temperature torride di questi giorni.

La sua prima impressione su Giffoni è del tutto entusiasta. "Amo l'Italia del Sud, ci vengo sempre con piacere ed essere qui, tra centinaia di ragazzi che amano il cinema, è un vero piacere" ha detto l'attore, che prossimamente sarà in sala con Fun House, di Glenn Ficarra e John Requa: "Non è un film sulla guerra in Afghanistan, è incentrato piuttosto sulla vita quotidiana di un gruppo di giornalisti, occidentali, che si ritrovano sul fronte. Mi dicono che sia una commedia, anche se ancora non l'ho visto..." scherza ancora Freeman che avrà al suo fianco una vera star della comicità americana, Tina Fey.

Ha invece iniziato a girare Captain America: Civil War, su cui finora non si è mai sbilanciato. Al Giffoni invece dà alcune indicazioni sul suo personaggio: "E' una parte relativamente piccola, ma quel che mi piace di lui è l'ambiguità. Lavora per il Governo americano, ma non si capisce se sia un personaggio 'buono' o 'cattivo'". Un'ambiguità che potrebbe portarlo ad apparire in possibili sequel: "E' un ruolo che dovrebbe andare avanti, sempre che non mi licenzino" scherza l'attore, che già oggi con una battuta ha fatto sperare in uno speciale natalizio di Sherlock a Venezia, rivelatosi poi solo una burla.

Ma dell'Italia, oltre al cibo - che definisce davvero squisito -, ha scolpito l'immagine restituita dal cinema della fine degli anni '50: "Sono rimasto fermo al 1959, a quel tipo di estetica, a quello stile, a quel modo di raccontare storie".

E a proposito di storie, smentisce un suo coinvolgimento nel progetto di The Big Friendly Giant, di Steven Spielberg, tratto dal libro per ragazzi di Roald Dahl: "Sono solo voci. Non faccio parte di quel progetto. Ma mi piacerebbe lavorare con Spielberg prima o poi nella mia carriera e magari anche su una storia del genere, che appartiene profondamente alla cultura britannica".

Riguardo ad uno dei suoi ruoli più iconici, nella trilogia cinematografica de Lo Hobbit, Freeman ha spiegato che il potere attorno a cui ruota la metafora del viaggio del protagonista è attualissima e valida anche per il mondo dello spettacolo: "La fama ti cambia, anche se io cerco di restare con i piedi per terra, perché ha tanti pro ma anche svariati contro, tra cui la presenza di gente che ti osannato anche quando non te lo meriti lasciandoti intendere di essere l'ombelico del mondo. Ammetto di non essere un tipo avventuroso come Bilbo o Watson ma poi mi dico che la decisione di fare l'attore a 16 anni mi ha reso coraggioso. A dispetto degli amici che mi davano dell'idiota anche solo per averci provato".

Bisognerà, quindi, cogliere l'attimo. Ma cosa vuol dire Carpe Diem per Freeman? "E' fare quello che ami. Non farlo per convenienza, ma solo perché vuoi farlo".

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