Venerdì, 28 Luglio 2023 20:02

Da ANEC, Simone Gialdini ai giffoner cinefili: “Vivere una nuova esperienza in sala, costruendo nuovi modelli”

Il cinema del futuro, ma oggi, a partire da ieri. “Sono nato nel cinema, la mia famiglia si occupa di questo da quattro generazioni”. Direttore generale di ANEC, Associazione Nazionale Esercenti Cinema, Simone Gialdini è Presidente di Cinetel, la società di raccolta dati boxoffice del mercato cinematografico nazionale. La sala è l’ultimo anello di una catena che si occupa di questo, l’anello più forte e più debole assieme, ma anche quello centrale perché costruisce il primo approccio che il pubblico ha con i film”. Consigliere di amministrazione di Audimovie, società di ricerche pubblicità del cinema, vanta un’esperienza di oltre 25 anni nel settore, dall’esercizio tradizionale alle multinazionali Vis Pathé e UCI Cinemas. Arricchire il discorso è stato possibile chiedendo direttamente a lui la “mission” di questo lavoro: “Progettare nuovi modelli per una nuova esperienza cinematografica. Il prodotto che offriamo sicuramente è importante, così come i servizi, ma è necessario rieducarsi al fatto che il cinema non è più considerabile semplice intrattenimento, ma ha l’ambizione di diventare un polo culturale e attrattivo a tutti gli effetti”. Negli ultimi due anni, la società si è anche specializzata negli ANEC Club, ovvero corsi formativi utili a superare il gap inevitabile della crisi pandemica che ha colpito il segmento della filiera: “Nessuna sala è fallita, e questo è già un risultato, ma l’emergenza sanitaria ci ha insegnato indubbiamente che i cinema sopravvivono se li adeguiamo a dei modelli di ammodernamento”. Approfondendo questo tema, non è stato facile per le categorie professionali individuare un momento in cui si è iniziato a parlare di “crisi delle sale”: “Dal 2019 il trend segue un’onda sinusoide, il settore è in affaticamento perché già il modello pregresso aveva bisogno di una di mutazione delle esigenze e di un adeguamento alle aspettative che si hanno quando si entra in una sala”. Dunque, c’è ancora tanto da fare, ma ancora l’emergenza sanitaria ha costituito una pietra miliare in tal senso. Esperto in materia di normativa per l’esercizio cinematografico, tiene lezioni e webinar per la formazione, oltre ad essere organizzatore di eventi per il settore. Per chi vuole fare cinema (e in sala verde sono davvero tanti) come può essere utile la conoscenza dei dati e dei numeri? “Se da una parte c’è la magia dello schermo, dall’altro ci sono inevitabilmente i riscontri, le presenze, gli incassi a cui badare”. A proposito delle frequentazioni/tipo sul lungotermine, c’è una nuova convergenza su cui si sta lavorando, sia in termini di profilazione di pubblico per sesso/età, che di appartenenza/territorio. Ma c’è di più: “Stiamo implementando il report di analisi sul dato singolo schermo/singola città/singolo film per rilevare la tipologia più adatta a orientare anche i colleghi che il cinema lo fanno. Supportare chi fa ricerca, per migliorare la proposta. “L’obiettivo di questa indagine serve al mondo della produzione per capire quale tipologia di utente manca ancora in sala per accoglierlo”. I giovani vogliono andare al cinema, i giovani vanno al cinema e questo è un dato incontrovertibile. “Costruire nuovi modelli, superando i campanilismi, attraverso l’autocritica. Facciamo in modo che tutti vadano al cinema, senza alcun limite d’età”. Cosa è indispensabile per una sala cinematografica nel 2023? Il confort, arriva perentoria la risposta di Gialdini. “Monosala con posti ridotti, sedute reclinabili, tecnologia avanzata, bar accoglienti. Un po’ come la Sala Verde che mi ospita. Bisogna adottare il modello Giffoni per l’attività educativa nelle scuole: solo con la formazione siamo in grado di creare gli spettatori di domani”.

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