Venerdì, 28 Luglio 2023 19:13

Il ritorno a Giffoni di Federico Cesari: “Viviamo ciò che interpretiamo. Dopo ‘Tutto chiede salvezza’ ho iniziato un percorso di psicanalisi”

Giffoni è casa, per tanti. Tra questi, sicuramente, Federico Cesari, giovane e talentuoso attore che ritorna per l’ennesima volta al festival “più necessario”. Lo fa con un bagaglio di esperienza più ricco, lavorativamente e umanamente. Una di queste è “Tutto chiede salvezza”: “Un’esperienza densa, ricca di emozioni, significati ed impattanti sulla mia vita. A livello personale ho avuto un grande arricchimento. La fortuna di questo lavoro è che c’è sempre una seconda vita dopo aver fatto un film, ci sono dibattiti, incontri, che ti arricchiscono. Viviamo tutto ciò che interpretiamo. Io ho iniziato un percorso di psicanalisi proprio dopo la serie.” Un ruolo che ha saputo interpretare anche grazie agli studi in medicina, facoltà in cui si è recentemente laureato. “Avevo familiarità con gli ambienti del mondo psichiatrico. Ho lavorato molto su me stesso. Ho dovuto smantellare i muri che mi circondavano, e far trasparire tutta l’emotività del personaggio. Non esiste un vero e proprio studio in questo caso, per le malattie mentali, perché ogni esperienza ha la sua specificità, il suo dolore. Il grande aiuto è stato incontrare Daniele Mencarelli, l’autore del romanzo da cui si ispira la serie”.

Federico ha stupito per umanità e carisma, dolcezza e sincerità. Il rapporto con il successo, dopo le sue interpretazioni in Skam e Tutto chiede salvezza’ non ha cambiato quello con gli altri, né la sua indole di semplice ragazzo: “Sono sempre sereno e tranquillo. Sono contento del successo, ma soprattutto per la gratitudine e l’affetto, che non sono scontati. Penso che le persone che guardano dall’alto in basso non hanno capito niente di come funzionano i rapporti sociali e il mondo.”

Ed è proprio Skam, la web series nata in Norvegia e si sviluppatasi in un fortunato franchise di successo in altri sette paesi, tra cui l’Italia, che ha lanciato Cesari. Che gli ha cambiato la vita, e non solo. “Grazie a Skam ho capito la responsabilità di fare l’attore. Solo questa serie poteva dare ad un attore giovane così tanti insegnamenti. Ed è una serie che amo personalmente. Ho visto Skam Norvegia anche prima dei provini. Avevo studiato il personaggio di Giovanni, ma il regista aveva visto in me il ruolo di Martino.”

Si racconta, Cesari. Lo fa con il sorriso, sfruttando le pause. Lo fa con calma, quella di chi sa utilizzare le parole, di chi ne conosce il vero valore. “Per me è indispensabile ritornare alla mia isola felice. Ho un lavoro frenetico, che mi tiene spesso lontano da casa. Quindi amo ritornare agli spazi che amo, alle mie persone.” Poi un pensiero al Federico bambino: “Gli direi che sta facendo le scelte giuste, che si sta realizzando. Che a tutte le preoccupazioni che lo hanno provato ha saputo tenere botta.”

L’esperienza sul set viene da lontano, quando Federico Cesari era solo un bambino, con I Cesaroni: “Il mio battesimo cinematografico, il primo vero ruolo. Li seguivo da bambino, quindi entrarci dentro è stato uno dei miei innamoramenti per quanto riguarda il cinema e la TV. Ho legato tanto con Federico Russo, ci siamo divertiti e cresciuti insieme.

Sui temi di attualità Cesari è chiaro: “Mi interessa la vicenda dello sciopero negli Stati Uniti, ma soprattutto sono concentrato sul presidio del Centro Sperimentale, alla luce del decreto Giubileo. Ho incontrato i ragazzi ed è una situazione delicata, che deve interessare tutto il mondo del cinema. Anzi, la questione si deve estendere a tutto il mondo della cultura, che deve mobilitarsi interamente, perché è un contesto in cui la politica è entrata nel mondo dell’arte e della cultura”.

Ancora cinema e TV per Cesari nel prossimo futuro. Confermata la sua presenza in Skam 6 e nella seconda stagione di Tutto chiede salvezza. Poi un film sulla vita di Alda Merini: “Ha avuto una vita difficile, la malattia l’ha resa terribile. Ha avuto la sfortuna di vivere in un periodo in cui la malattia mentale era un tabù, e si veniva isolati dalla società. È riuscita a vivere una seconda e terza vita, grazie anche al riconoscimento del mondo della cultura. Sicuramente ha interpretato la vita in un modo speciale, unicamente attraverso i suoi occhi”.

 

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