Venerdì, 28 Luglio 2023 16:28

Cirielli: "Giffoni eccellenza italiana. Dal governo Meloni pieno sostegno"

 A #Giffoni53 il viceministro Edmondo Cirielli. Ad accoglierlo il fondatore di Giffoni, Claudio Gubitosi. Prima lungo il carpet accompagnato dai flash dei fotografi e dalle autorità locali, poi tra gli stand delle forze armate dove l’onorevole Cirielli, numero due del dicastero degli esteri e della cooperazione internazionale, si trattiene conversando a lungo.

"Sono felice e orgoglioso di essere in un posto che rappresenta una grande storia italiana. Un modello virtuoso, una comunità umana, una eccellenza conosciuta in tutto il mondo". L'agenda è fitta e la visita prevede tappe nei principali luoghi di Giffoni: dalla Cittadella del cinema alla Multimedia Valley, designato polo di produzione e formazione creative. "Il governo Meloni, nello specifico attraverso il ministero della cultura guidato da Gennaro Sangiuliano - afferma Cirielli - è pronto a sostenere in maniera ancora più significativa questo festival. Metteremo in campo le risorse necessarie per il completamento delle opere iniziate". Il viceministro incontra il Dream Team di Giffoni Innovation Hub, complimentandosi per la "tempesta di cervelli”. A seguire va in sala Truffaut, poi la sala Junkets e la sala Verde mentre è in corso la proiezione di un film in concorso. Ad accompagnarlo il figlio Italo, un passato da juror a Giffoni.

"Il nostro futuro – ha continuato Cirielli - sono i giovani. Bisogna parlare con loro e soprattutto ascoltarli. Giffoni è un esempio luminoso, una testimonianza concreta di questa necessità".

Cirielli, parlamentare di lungo corso, ha avuto un rapporto di vicinanza istituzionale con il festival: "Era il 1995. Da consigliere regionale ne sostenni la causa con l'allora governatore della Campania Antonio Rastrelli. Lo feci con grande determinazione e convinzione perché Gubitosi è un visionario di grande concretezza che ha saputo costruire una realtà straordinaria, patrimonio di tutti".

Ad attenderlo un incontro con i ragazzi della sezione Impact. Temi di stringente attualità finiscono immediatamente sul tappeto. Come il colpo di stato militare in Niger: "Siamo molto addolorati -  commenta a caldo l'esponente di governo - Conosco personalmente il presidente destituito, di grande spessore umano ed eletto democraticamente a capo del suo paese. Il Niger è una delle poche democrazie in quella parte dell'Africa. Agiremo insieme ai nostri alleati europei e d'intesa con gli Stati Uniti. Dietro questo colpo di stato c'è la Russia. La democrazia e libertà sono sempre più in pericolo. Più della metà del nostro pianeta non ha i nostri diritti. Donne, uomini e bambini che non possono vivere come noi e nemmeno sognare come noi". Cirielli approfondisce: "L'Italia sta cercando di convincere l'Africa di potersi ancora fidare dell'Europa e l'Europa di avere un destino comune con l'Africa. Non è solo una questione di immigrazione, che rappresenta un pericolo soprattutto per chi emigra: l’80% delle morti si verifica nei deserti, nelle giungle, lontane dai nostri occhi e molto prima di raggiungere i nostri territori. Esiste un diritto all'immigrazione, che va rispettato e tutelato e che ha garantito l'evoluzione umana nella storia dei tempi. Ma nei paesi africani è necessario anche investire in infrastrutture e formazione". Capitolo cooperazione internazionale. Il viceministro va dritto al cuore della questione: "E' fondamentale – ha detto - aiutare chi vive in luoghi sotto dittatura. L'Italia agisce mossa da questo principio umanitario. Se le abbandoniamo le democrazie più fragili finiranno sicuramente nelle mani di sistemi di protezione ben peggiori. La democrazia richiede tempo. Noi italiani, guardando la storia, abbiamo avuto il nostro tempo. L'Africa deve avere il suo".

Dalla politica estesa a quella interna.  Focus sul Pnrr: "Il punto centrale è la qualità della spesa non la quantità" precisa Cirielli. "Per prima cosa – aggiunge - siamo stati impegnati a salvare tutti quei progetti che, non potendo essere completati nei tempi idonei, rischiavano di essere esclusi dalla quota di finanziamenti non ancora erogata”. “Inoltre - chiude così Cirielli - l'ottanta per cento di questi fondi costituisce un ulteriore debito per Italia. E' necessario spenderli con efficacia e lungimiranza producendo ricchezza, modernità e sviluppo".

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