Mercoledì, 26 Luglio 2023 19:08

Il magico mondo di Capo Storto per sconfiggere la paura della malattia e della morte nel film in concorso THERE AND BACK per la sezione Elements +10

Questo pomeriggio i piccoli giurati della sezione Elements+10 hanno assistito al film THERE AND BACK del regista russo Oleg Assadulin. La storia mette in discussione il rapporto tra i giovani e la malattia, con annessa possibilità di morte. Il protagonista è Mitya, un ragazzino che insieme al padre, si reca in un ospedale specializzato in oncologia. I sospetti del genitore hanno portato a voler portare il figlio a sottoporsi a dagli esami di routine, per scongiurare ogni tipo di rischio.

Proprio durante uno degli esami, dei medici decidono di trattenere qualche giorno in più il ragazzo, per approfondire alcune analisi. Mentre Mitya si trova ricoverato nell’ospedale, incontra Marina, che per la prima volta le parla di Capo Storto. Un nome al quanto strano, per chiamare un luogo considerato magico, all’interno del quale poter esprimere qualsiasi tipo di desiderio.

Il regista laureato in regia presso l’Accademia tedesca del cinema e della televisione di Berlino, ha voluto creare un film che trattasse un argomento, che fa sempre molto spavento agli adulti: la malattia e la morte. Il desiderio del cineasta russo, come si legge nelle note di regia, è nato da quando è diventato padre e vive con il costante pensiero di far vivere il più serenamente possibile, il proprio figlio. Ovviamente, tale discorso non si circoscrive solo al suo bambino, ma a tutti quelli presenti sulla faccia della Terra. La paura che ad anime così innocenti e indifese possa accadere qualcosa di più grande di loro, di particolarmente complicato da gestire, è un pensiero che lo preoccupa particolarmente.

Averne parlato in un film è stato un modo per analizzarlo, come una sorta di terapia, per poter superare questa paura.

Rivolgersi a un pubblico così giovane, parlando di malattia e morte, è molto importante, perché anche questi due momenti, fanno parte della vita. Non bisogna nascondersi dietro a un dito, ma affrontare tali argomenti, così da averne già un pensiero personale, quando - il più lontano possibile - si troveranno a doverci avere a che fare.

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