Mercoledì, 26 Luglio 2023 15:40

“Barbie” al #Giffoni53. L'opinione dei giurati: “picconato il patriarcato”

Una fiumana di ragazzi ha invaso ieri sera la Sala Truffaut per assistere al titolo del momento, Barbie. Il film, diretto dalla talentuosa Greta Gerwig, è un clamoroso successo al botteghino negli Stati Uniti quanto in Italia. Un film evento, unico nel suo genere. Ma Barbie non è il film del color rosa shocking. Di personaggi a primo impatto frivoli. Barbie “rischia” di diventare un blockbuster moderno, citazionista e permeato di materia “capitalistica” e “di genere”. Barbie soprattutto è il film di Margot Robbie e Margot Robbie è Barbie.

Un film manifesto. Non mi aspettavo messaggi così importanti in un film del genere. Va a picconare il ruolo del patriarcato. Lo fa con gli eccessi, come è giusto che sia” – spiega Carmine.

Applausi a scena aperta sia per Margot Robbie che per Ryan Gosling, forse alla sua migliore prova attoriale. La Robbie è l’esclamativo del superlativo: dai capelli biondissimi alla pelle incredibile, oltre il fisico statuario. Il lavoro che si cela dietro Barbie è quello che ci induce a smettere di guardare l’attrice come un oggetto, che è quello che vuole per la gran parte del film. Una prova d’attrice favolosa. Barbie è la storia di una bambola che rappresenta con mille sfumature diverse il corpo di una donna, e la Robbie sa trasformare il suo corpo in Barbie Stereotipa. Il suo mondo da favola, tutto rosa, si inceppa e comincia a crollare. Proprio lei, che incarna l'ideale di perfezione assoluta.

È film che si propone di criticare la visione odierna del ruolo della donna e del capitalismo. Ed è il film figlio del capitalismo, con un cast ricco di attori famosissimi. Un film che non può essere privato del suo significato politico, e che ci spedisce immediatamente nel pensiero statunitense dello show business e del politically correct” – commenta la giovane Luna, della categoria +18.

Barbie è un evento. La più importante operazione di marketing legato al cinema degli ultimi anni. “C’è una sensazione di ‘troppo’ guardando il film. Ma non bisogna soffermarsi troppo sul messaggio del film, ma fare attenzione a come viene veicolato. Nonostante il rosa, tutto è estremizzato in bianco o nero. È un film che può servire a molte persone, che possono così riflettere sul tema della disparità di genere, sul sistema patriarcale che persiste tutt’oggi. Ci mostra come il nostro mondo dovrebbe essere” – riferisce, invece, Alessia.

Barbie è anche citazionismo (2001: Odissea nello spazioThe Truman ShowForrest GumpGrease, Salvate il soldato Ryan), e trova forza in una sceneggiatura semplice, ma sopra le righe e nell’umorismo disincantato. Perché Barbie può essere frainteso e criticato solo guardandolo come un prodotto di consumo, come una semplice diminuzione di una condizione esistenziale, sociale e biologica. Non va confuso il simbolismo con la Barbie, in quanto bambola.

Michela Murgia dice che non bisogna fare la lotta tra diverse tipologie di femminismo. Ogni rappresentazione di quello che è giusto per la categoria delle donne e del femminismo, è giusto. Parte da questo pensiero l’opinione di Fabiana, uscita dalla sala: “Il film sa coniugare ironia, stupidità, satira e messaggi profondi. Quando si parla di contrasto al patriarcato, è sempre fatto con estremismo. Molti si aspettavano un film frivolo, e poi ne sono stati sbalorditi. Ho amato la scrittura di Greta Gerwig, e soprattutto è straordinario come un uomo – Noah Baumbach – abbia scritto una sceneggiatura così ‘femminile’”.

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