Mercoledì, 26 Luglio 2023 14:25

Il generale Masiello ai giffoner: "Voi presente e futuro del Paese"

"Mi sento uno di Giffoni. Mi sento a casa qui". Il generale pluridecorato Carmine Masiello, sottocapo di Stato maggiore della Difesa, apre con una carezza sulla guancia del festival la settima giornata della sua edizione numero cinquantatrè. Nella sala blu della Multimedia Valley ci sono ragazze e ragazzi di età compresa tra i diciotto e i trent'anni in divisa rossa d'ordinanza. Tra di loro c'è anche suo figlio Alessandro che nel 2011, poco più che adolescente, aveva indossato la maglia di giurato e che oggi lavora a Bruxelles. "Erano tempi duri" ricorda Masiello. "Mi trovavo in Afghanistan per coordinare le operazioni di coalizione. Anche oggi sono tempi difficili con il conflitto ucraino. È indispensabile che i giovani si occupino di questi argomenti informandosi con spirito critico senza ideologie. E non perché i giovani sono il futuro, ma perché sono il presente". Masiello è nato a Casagiove, in provincia di Caserta, paesino con poco più di dodicimila anime. La sua vita è al servizio del Paese, dell'Italia, nazione con poco meno di sessanta milioni di abitanti. Ha ricoperto incarichi di vertice e  responsabilità sul campo. Di direzione operativa e strategica in missioni di pace. Di intelligence e comando. "La professione militare è totalizzante. Non è possibile affrontarla pensando al tempo libero, alle vacanze, ai weekend. Ne sa qualcosa la mia famiglia" confida il generale  volgendo il capo verso la prima fila dove è seduta sua moglie Federica. "L'organizzazione militare si basa su valori non negoziabili e noi siamo custodi di questi valori per la difesa della patria. Siamo pronti a tutto, anche a morire, per servirla". Masiello parla quattro lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo) e vanta una importante formazione accademica. Laurea in scienze politiche e in scienze strategiche. Laurea  di secondo livello in scienze internazionali e diplomatiche. E ancora. Master di specializzazione in studi europei, diploma di perfezionamento scientifico in organizzazione della cooperazione e dell’integrazione europea. Master di secondo livello in Intelligence e Sicurezza. Il generale italiano è uomo di esperienza e sapienza. "I primi a non volere la guerra siamo proprio noi militari" sottolinea senza giri di parole "perché conosciamo bene le drammatiche conseguenze dei conflitti bellici. Li abbiamo vissuti e continuiamo a viverli sulla nostra pelle. Tanti di noi hanno perso la vita per difendere popoli aggrediti come quello ucraino. Se l'talia invia armi è per difendere donne, uomini e bambini che prima vivevano una dimensione di pace e che adesso sono sotto bombardamenti. Tutto il resto è ideologia. Questa gente va aiutata". Masiello fissa un principio cardine: "Quando c'è una guerra, tutto il paese è in guerra. I militari sono solo lo strumento armato che scende in campo per affermare e difendere il valore universale della pace". Sul conflitto ucraino aggiunge che è "auspicabile una soluzione diplomatica attraverso i negoziati". Da questo punto di vista conferma che si sta lavorando "in maniera serrata ma poco visibili". E che "bisogna continuare a fare tutti gli sforzi possibili per trovare un compromesso con la Russia". Di seguito dedica un passaggio al servizio di leva su sollecitazione di un giffoner: "Per me non è opportuno ritornare all'obbligatorietà. Esiste un problema professionale: le armi e i sistemi di difesa sono troppi sofisticati per apprenderne il funzionamento in poco tempo. Esiste un problema culturale: l'educazione civica spetta alle famiglie e alla scuola, non può essere delegata al servizio militare". Nella Sala Blu entra l'ideatore e fondatore di Giffoni Caudio Gubitosi. Saluta il sottocapo di Stato maggiore della Difesa. Affetto, amicizia e stima si tengono stretti nel loro lungo abbraccio."GIffoni è un posto indispensabile" dice Masiello fissando il giovanissimo pubblico. "Tenetevelo stretto"

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