Domenica, 23 Luglio 2023 15:49

Benedetta De Luca a #Giffoni53: "Sono le persone a fare l’inclusione, prima delle leggi. Ci vorrebbe un’ecologia delle parole per progredire"

È arrivata senza troppi proclami al cospetto della sua terza volta al Giffoni Film Festival, eppure l’incontro tra i giffoner della Sala Blu ‘Impatto Giovani’ con Benedetta De Luca s’è rivelato uno degli scambi più belli, profondi e genuini di questa cinquantatreesima edizione. L’avvocato ed influencer, da sempre in prima linea nel dare voce e visibilità a tematiche riguardanti le persone con disabilità, ha avuto l’occasione di rispondere alle tante curiosità dei ragazzi e ragazze presenti in sala.

A partire dalla figura della sirenetta, che dà anche il titolo alla prima opera letteraria di Benedetta De Luca, il romanzo autobiografico “Una vita da sirenetta”, edito da Sperling & Kupfer. “Con questa figura ho sempre fatto a pugni – ha raccontato Benedetta -. Anche a proposito della favola Disney. Mi stonava il fatto che la sirenetta, pur di far innamorare il principe, abbia rinunciato a sue caratteristiche come la voce e la cosa. Io alla mia voce non rinuncio, e nemmeno alla mia ‘coda’. Non dobbiamo rinunciare a quelle caratteristiche che vediamo come difetti ma che in realtà ci rendono unici. Riscriviamola insieme quella favola”.

Il concetto dell’invisibilità, da sempre molto caro a Giffoni, ritorna anche nelle parole dell’avvocato: “Esistono tante disabilità e non tutte sono visibili. Quando ciò accade è come se qualcuno debba giustificarla, spiegare la propria richiesta di maggiori diritti. Io vorrei soltanto del rispetto, della normalità. Non guardateci con pietismo”.

La moda, a cui Benedetta De Luca è molto legata, può assumere in questa circostanza un significato che nulla ha a che fare con lo stereotipo della superficialità con cui spesso viene etichettata: “Qualcuno crede che la disabilità sia solo malattia e sofferenza, ciò traspare anche nell’abbigliamento pensato per le persone con disabilità, che in molti casi assume un aspetto ‘ospedaliero’. Allo stesso tempo si guarda alla moda come un frivolo capriccio, a me invece in ospedale aiutava tanto, mi ha permesso di aggrapparmi alla normalità e a sentirmi bella”. L’influencer ha aggiunto: “In Italia oggi la moda adattiva non si conosce ancora bene. Nel mio caso questa passione è nata dall’esigenza di vestirmi in autonomia, in maniera anche elegante, e per sentirmi bella per me. Ho iniziato a crearmi abiti da sola, spero che un domani uno stilista decida di rendere adattiva anche solo una parte della sua collezione. Sarebbe un grande inizio”.

In una Sala Blu completamente assorta nell’ascoltare le parole di Benedetta De Luca, ricoprendola di domande, curiosità e riflessioni, s’è arrivato a discutere sugli strumenti che servirebbero per cominciare ad abbattere il muro che delimita il confine tra la disabilità e la società: “Prima delle leggi, sono le persone che fanno l’inclusione – ha spiegato l’influencer –. Se iniziassimo a fare un’ecologia delle parole potremmo fare tanti passi in avanti. Di certo una ricetta magica per amarsi non esiste, bisogna farlo però a piccole dosi, senza mai nascondersi”.

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