Sabato, 27 Luglio 2019 17:04

Filippo Nigro: "L'odio nasce dall'ignoranza: ci vorrebbe un Giffoni anche per gli adulti"

"I valori importanti si respirano in famiglia: spesso l'odio contagioso di questi tempi nasce, ahimè, dall'ignoranza. Forse sì, ci vorrebbe un Giffoni anche per gli adulti": Filippo Nigro incontra masterclassers e jurors nella giornata conclusiva della 49esima edizione. Nessun tono apocalittico, né sfiduciato nei confronti del futuro che attende i ragazzi: "Essere giovani oggi è una figata! Non guardiamo solo al peggio e non demonizziamo le nuove tecnologie: tra cellulari e digitali, chi vuole esprimere la propria creatività ha mezzi straordinari per farlo".

Un modello senza dubbio per i Giffoners che possono spaziare con lui dal cinema al teatro, dalle serie tv ai videoclip. L'attenzione è rivolta soprattutto all'ultimo film di Ferzan Ozpetek, La Dea Fortuna, in uscita al cinema il 28 novembre 2019 distribuito da Warner Bros., che vede nel cast altri due ospiti di #Giffoni2019, Stefano Accorsi e Edoardo Leo, e nel quale interpreta un uomo in crisi con il compagno dopo l'arrivo di due figli. " Famiglia è dove c'è amore e questo film lo ribadisce. Ho accettato il ruolo praticamente al buio, ancor prima di leggere il copione: di Ferzan mi fido. Dopo Le Fate Ignoranti e La Finestra di Fronte, tornare sul set con lui è stato un tuffo nel passato".

Tanti ruoli tutti diversi. Tra gli ultimi quello di Cinaglia in Suburra, di cui stanno per partire le riprese della terza stagione ma di cui non sa nulla. "L'unica cosa che so e che saranno 6 puntate e non 8. Chissà, potrei anche morire nella prima puntata...". Un personaggio affascinante da interpretare, di quelli che preferisce: "L'ho temuto molto all'inizio, ma di lui mi piacciono le sfumature: è un uomo pavido e nello stesso tempo coraggioso, disgustoso per alcuni versi e affascinante per altri. Un cattivo non piatto, un uomo normale che si trasforma per non impazzire e non soccombere a quel che lo circonda, che poi è quello che fa ciascuno di noi tutti i giorni".

Come i ragazzi è appassionato di serialità: "Ho iniziato a vedere Game of Thrones quando è iniziata l'ultima stagione: l'ho recuperata in pochissimi giorni. Mi ha rapito. Se mi sarebbe piaciuto farla? Certo! Sai che figata cavalcare un drago!", magari come quello protagonista dell'immagine di Giffoni 2019. Tra i suoi prossimi progetti c'è il teatro: "Nella stagione 2020-2021 sarò in sala con True West di Sam Shepard, un grande classico dell'autore americano che ha per protagonisti due fratelli. Chi sarà con me? Lo so, ma non lo dico: lui ha la sua serie, io inizio le riprese di Suburra 3... se dovesse succedere qualcosa, finirei per dare informazioni sbagliate".

Intanto, c'è tempo per approfondire il mestiere dell'attore con i Giffoners, che non hanno davvero voglia di lasciarlo andare. Nel pomeriggio, prima di ricevere l'EXPERIENCE AWARD, Filippo Nigro ha infatti incontrato i jurors, raccontandosi: "Alcuni personaggi li costruisci con senso di verosimiglianza rispetto a quella che è la storia. Tenti di restare fedele all’approccio iniziale, all’idea che si è andata costruendo nella tua testa. Ma - ha aggiunto - l’attore non è mai contento, anche quello più convinto di sé. Non mi guardo mai al monitor, mi affido totalmente al regista. Ogni scena, ogni ciak ti lascia contento, ma mai totalmente soddisfatto. tutto può essere migliorabile, ancor di più nel nostro lavoro. a volte avere tanto tempo non è un valore aggiunto, perché si entra in una dinamica di tensione che depaupera il nostro talento della tensione fondamentale".

Come esempio di personaggio che gli è 'rimasto addosso', Nigro ha ricordato Negro, il poliziotto di Acab: "Quando interpreti un personaggio, cerchi di trovare dei punti in comune per rendere il personaggio vero. In quel caso mi è rimasto addosso, senza cadere nel cliché. Mentre giravo quel film. è stata l’unica volta in cui ero talmente tanto calato nella drammaticità del ruolo che ho finito, senza volerlo, con il portare dietro la logica del personaggio interpretato". Quanto ai provini, "un provino è sempre un giudizio, ma oggi - ha concluso Nigro - affronto un provino con la maturità di chi si sente sereno della propria persona e del proprio talento".




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