Martedì, 26 Luglio 2022 13:15

Liv Ferracchiati: “Il giorno in cui non dovremo più essere inclusivi avremo vinto”

Ha tutto il sapore del riscatto l’incontro con i giffoner della Impact! per lo scrittore, regista e drammaturgo Liv Ferracchiati.Nel 1995, all’età di 10 anni, mandai la candidatura per partecipare al Giffoni Film Festival come giurato. Candidatura che evidentemente si perse tra le altre. Questa per me è la prima volta in assoluto qui e sono grato per l’invito”, ha detto alla curiosa platea della Sala Blu. Numerosi gli argomenti trattati nel corso della piacevole e costruttiva chiacchierata, in cui lo scrittore originario di Todi ha avuto l’occasione di presentare il romanzo Sarà solo la fine del mondo, edito da Marsilio, che combacia con l’esordio alla narrativa per Ferracchiati: “Racconta una vita, da prima del concepimento fino alla fine dell’esistenza – spiega l’autore – al centro un personaggio a cui sono molto legato, Guglielmo Leon”. Il protagonista dell’opera è transgender, ma questa non vuole essere affatto un’autobiografia: “Il tema principale è la composizione e scomposizione dell’identità. Ho scritto questo libro con il tentativo di dare alla tematica transgender una narrazione diversa, cercando di porre il lettore nella posizione di capire cos’ha in comune con questo personaggio. Non tratta solo di chi non si trova nel binario giusto, ma si rivolge a tutti”. Anche il teatro è stato protagonista del face to face tra i giffoner e Liv Ferracchiati: “Un bravo regista teatrale? Sceglie gli attori giusti e li lascia andare” svela l’artista, amante di un teatro “fatto di piccole cose”, debole al “fascino dell’opera, ma anche degli spazi vuoti”. Il teatro vissuto come un grande acquario con pareti impercettibili: “In teatro lo spettatore è più libero che nel cinema, non puoi vincolare il suo sguardo ed è un fattore del teatro che amo molto. È un incontro tra sguardo e corpi”.

Ferracchiati, che al termine dell'incontro ha ricevuto il Premio Partenope, simbolo del desiderio di conoscenza, ha discusso con i ragazzi anche di questioni legate alla sfera transgender e ai passi in avanti che la società non è stata ancora in grado di compiere: “Nella mia vita non sono stato discriminato. Ho avuto la fortuna di circondarmi di persone con cui c’era davvero uno scambio, con cui sentivo di essere in comunione. Aspetto per me fondamentale. Di certo però la discriminazione esiste, soprattutto sul lavoro. So di persone che fanno fatica anche a raccontare chi sono ed è un problema che va affrontato. Bisogna cambiare le cose”.
Capelli lunghi per le donne, capelli corti per gli uomini. Questi alcuni degli esempi che Liv Ferracchiati pone all’attenzione dei giffoner per descrivere una società “che ha bisogno di incasellare”. Il drammaturgo aggiunge: “Spesso la televisione parla di questi argomenti, rendendoli sicuramente meno invisibili, però facendo grossi danni adottando una narrazione a tratti buonista, che per me è terribile e trovo sia un’altra forma di discriminazione e violenza. Anche nelle scuole bisognerebbe cominciare a parlare di identità, sarebbero materie di antropologia e sociologia che interesserebbero tutti”. “Il giorno che non dovremo essere inclusivi avremo vinto” sottolinea Liv Ferracchiati, raccogliendo il caloroso abbraccio della Impact! del Giffoni Film Festival.

 

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