Lunedì, 25 Luglio 2022 14:56

Marco Tarquinio a #Giffoni2022: "Viviamo in un mondo ammalato, necessario un nuovo umanesimo”

Un grande giornale è sempre un osservatorio, uno spazio di confronto, un luogo dove possono trovare voce le idee, le opinioni, anche le più discordanti. I ragazzi di Impact! oggi hanno avuto l’opportunità di incontrare Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, quotidiano di ispirazione cattolica. Con lui in sala anche Angelo Scelzo, giornalista e scrittore, con una prestigiosissima carriere alle spalle, è stato anche Sottosegretario di Stato alla Città del Vaticano.

È un momento complesso dal punto di vista internazionale con una pandemia che non demorde ed un conflitto che infuria nel cuore dell’Europa, ma anche dal punto di vista nazionale con lo scioglimento delle Camere e la convocazione delle elezioni anticipate, come ha dovuto reinventarsi Avvenire per riuscire a raccontare tutto quanto si muove dentro la nostra società? “Ho dovuto reinventare molto poco – ha detto il direttore Tarquinio – perché il nostro giornale ha da sempre un’attenzione molto forte alla società, alle sofferenze che ci sono sulla faccia della Terra e su chi coltiva ancora speranze. Sapevamo che il nostro è un mondo ammalato, sapevamo già che le disuguaglianze rappresentano le contraddizioni del nostro tempo, sappiamo che l’idea che la storia fosse finita e avesse vinto solo una parte era un’idea falsa e drammatica. Adesso ci ritroviamo con un conflitto antico che è scoppiato nuovamente, come una globalizzazione senza equità sarebbe stata disastrosa. Sapevamo, ancora, che le guerre potevano riaccendersi anche nel nostro continente, andando ad ingrossare la mole di conflitti aperti in tutto il mondo, ne contiamo quasi 170. Sapevamo che c’è una crisi climatica che in parte è dovuta a quello che negli ultimi 150 anni abbiamo contribuito ad accumulare nella nostra atmosfera e sappiamo che questa questione spesso preferiamo metterla tra parentesi, dando priorità ad altro. Eppure è in ballo la vita degli uomini e delle donne”. Tutta questa consapevolezza costruita in 54 anni di storia danno all’Avvenire chiavi di lettura della modernità, ma anche apertura al confronto.

Poi ampi riferimenti a temi etici che hanno dato vita ad un confronto serrato con i ragazzi di Impact!: dalla maternità surrogata all’adozione per i genitori single. Uno scambio di opinioni che è anche un esempio di discussione tra generazioni diverse. Non ci sono posizioni inconciliabili se ci si pone in ascolto l’uno dell’altro: “Sono – ha spiegato Tarquinio – per un rapporto casto con la realtà che significa non essere possessivi né sulla vita dell’altro e nemmeno verso ciò che ci circonda. Non sempre abbiamo avuto un rapporto casto con la Terra. Nella fretta di divorare tutto, spesso acceleriamo e bruciamo le tappe quando, al contrario, dovremmo dare senso alle tappe per godere la vita fino in fondo. Coltivare un rapporto casto con la realtà significa goderne fino in fondo e non rinunciare a farlo”.

La diversità di opinioni può rappresentare un arricchimento? Certamente sì: “Non dobbiamo farci la guerra – ha concluso Tarquinio – ma non possiamo negare che su alcune questioni oggi esistano quelli che io definisco i mercati del potere, tra questi il mercato delle armi, ma anche il mercato della vita. Sono per un nuovo umanesimo, non giudico gli altri e le loro scelte. Spesso, anzi, ho una forma di tenerezza verso la vita degli altri. Mi batto da anni per contrastare con tutte le mie forze quelle che rappresentano dal mio punto di vista nuove forme di schiavismo”.

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