Lunedì, 26 Luglio 2021 17:04

A Next Generation ecco SMaILE, il progetto che rende l’intelligenza artificiale a portata di bambini

Organizzatore, Esploratore, Comunicatore. Una survey per scoprire il proprio “profilo” quando si parla di Intelligenza Artificiale, sviluppata da Giffoni Innovation Hub con il Politecnico di Torino. Se n’è parlato alla Giffoni Impact sul progetto SMaILE a cui hanno partecipato i ragazzi del Dream Team di Giffoni Next Generation durante l’edizione di #Giffoni50Plus.

SMaILE è un progetto di ricerca sull’Intelligenza artificiale, che vede coinvolti il Politecnico di Torino, l’Università di Torino (Matteo Baldoni e Monica Bucciarelli) e la Royal Holloway di Londra a cui collabora Giffoni Innovation Hub, che ha vinto il bando della Fondazione Compagnia di San Paolo. “La fondazione esiste dal 1563 – spiega Paolo Mulassano, responsabile Obiettivo Pianeta fondazione Compagnia di San Paolo e da sempre ha messo al centro le persone e la crescita sociale. In questo periodo di Recovery è evidente che informazione e innovazione sono due ambiti che hanno una forte centralità nel dibattito ed è altrettanto vero che uno degli ambiti più significativi che emerge con forza anche quando si parla di intelligenza artificiale. Tra le righe dei codici ci sono delle potenzialità per migliorare la vita delle persone. Per questo Fondazione San Paolo ha sostenuto questo progetto il cui scopo è trasmettere competenze sull’IA e le tecnologie”.

Obiettivo del progetto portare più consapevolezza sui temi e sulle opportunità dell’IA. L’idea è che le competenze digitali possano diventare uno strumento pedagogico per migliorare sia la didattica a distanza che in presenza grazie ai codici della Teoria dei Giochi e le tecniche della Gamification. “SMaILE parte da una scommessa – dice Giacomo Como professore Matematica del Politecnico di Torino rendere i principi e le tecniche di IA comprensibili ai giovani. Si tratta di un insieme di tecnologie pervasive che diventeranno sempre più fondamentali nella vita di ogni giorno. Eppure, se ne sa ancora troppo poco. Non sono insegnate a scuola e proprio per questo è necessario intervenire nel mondo dell’educazione per colmare il gap sin dalla più tenera età. Magari impostando un nuovo curriculum che cerchi di raggiungere i giovanissimi grazie alla gamification, al Creative Learning e al Learning by doing”.

Tra i progetti una App che grazie all’Artificial Intelligence trasforma i piccoli innovatori in sindaci virtuali di città potenzialmente smart e sostenibili. Il giovane sindaco digitale avrà infatti a disposizione proprio l’IA per progettare soluzioni ad hoc per la sua città. Elementi che si possono ritrovare sempre di più anche nella gestione delle città reali. Oggi, infatti, gli strumenti di IA sono ormai parte integrante della vita quotidiana e sono destinati ad occupare sempre più spazio. Sistemi robotici, auto a guida autonoma, medicine personalizzate. Queste infinite possibilità, però non sono sempre recepite. Per questo con Giffoni Innovation Hub il Politecnico di Torino ha realizzato una Survey con cui, grazie a 10 tappe suddivise in categorie funzionali come ad esempio applicazione robot, droni e tanto altro, si vuole individuare il grado di preparazione sui temi dell’Artificial Intelligence di una platea di circa 9 milioni di ragazzi, per lo più studenti della generazione Z, ossia i giovani dagli 11 ai 24 anni, a cui spetterà il compito di portare avanti il cambiamento che vede nella pandemia il suo anno zero.

Proprio per rivolgersi a questi giovanissimi – racconta Monica Bucciarelli, professoressa di Psicologia dell’Università di Torino abbiamo deciso di sfruttare quelle abilità che abbiamo sin da bambini facendo in modo che le competenze tecnologiche, grazie a SMaILE, venissero imparate in modo naturale e semplice allenando talenti primordiali. La sfida è proprio di individuare i concetti base dell’IA, facilmente apprendibili dai bambini a partire dalla quinta elementare, e applicabili a soluzioni che vanno dalla programmazione di un robot in poi”. L’esempio è quello di Codey Rocky, robottino smart che risponde agli impulsi vocali e visivi reagendo di conseguenza, usato per insegnare gli elementi del coding ai più piccini. Questo in un periodo che ha dimostrato come le tecnologie sono anche la base per la democratizzazione della conoscenza del mondo digital. E per la sostenibilità.

L’intelligenza artificiale – dice Emanuela Girardi Founder Pop AI è fondamentale per lo sviluppo della società del futuro. E per questo ben 52 Paesi hanno già sviluppato delle strategie ad hoc per sfruttare questa opportunità. In Europa si è deciso di investire sulle linee guida etiche. In parole più semplici l’IA deve essere sviluppata per migliorare la vita degli uomini rispettando leggi e i diritti fondamentali. In Italia poi si sta puntando a usare questo tipo di tecnologie per raggiungere i 17 obiettivi sostenibili dell’agenda 2030. Infatti, grazie all’IA si possono creare modelli di stima degli impatti utili a comprendere come diminuire gli sprechi e le emissioni. Il tutto con la consapevolezza che per i lavori del futuro servono competenze nuove create in una scuola bilingue dove la seconda lingua sia quella delle scienze computazionali e dell’intelligenza artificiale”.

Ma per fare tutto ciò è necessario partire dalla conoscenza dell’IA da parte dei giovanissimi. “Proprio per questo abbiamo realizzato la survey – spiega Nicola Sapio, Senior Content Manager di Giffoni Innovation Hub per individuare il grado di conoscenza, e quanto possa essere intuitivo l’apprendimento di quelle nuove tecnologie che saranno protagoniste del mercato del lavoro di domani fornendo ai nostri giovani infinite opportunità di essere sempre più competitivi in un contesto internazionale”.

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