Domenica, 25 Luglio 2021 19:42

Sara Lazzaro a Giffoni: “Io, giffoner onorata di essere di nuovo tra voi”

È visibilmente emozionata, Sara Lazzaro, nel varcare la soglia della Sala Lumiere. E l’emozione aumenta nel vedere le immagini con le quali i giffoner la accolgono. “Siete tantissimi – sorride alla platea - Questo video mi ha ricordato quello fatto da noi dieci anni fa quando ero qui con una masterclass”. Già, perché quello di Sara Lazzaro è un ritorno. Se dieci anni fa era una giffoner, oggi arriva a #Giffoni50Plus in veste di attrice che ha saputo affermarsi in Italia e non solo. “È un po’ un tornare – dice - Sono estremamente lusingata perché so cosa vuol dire essere davanti a voi”.

Stimolata dai ragazzi, Lazzaro racconta l’esperienza vissuta con una webserie partita proprio da Giffoni.Le cose sono molto cambiate in dieci anni, inclusa la fruizione di certi prodotti. Le webseries erano una opportunità di esplorare. Penso – dice - a tutta la strada che ho fatto in questi dieci anni, per arrivare qui, addirittura davanti a voi”. Poi spiega: “Webseries e serie televisive sono diverse. Due mondi molto diversi ma affini, come se si usasse la stessa tavolozza di colore per disegnare cose diverse. Forse le webseries sono più azzardate nello sperimentare”. E ricorda Freaks!: “È un’esperienza bellissima fare un progetto con un amico, Claudio Di Biagio. Di Biagio è un vulcano, un visionario, ha un grandissimo senso estetico. Porto dentro un ricordo molto bello e un’esperienza importante per i legami umani”. Le curiosità dei giffoner spaziano dalla webserie Freaks! al film “18 regali”: “È un film molto importante sotto diversi punti di vista. Tratta una storia vera e raccontarla è stata una missione soprattutto da parte di Francesco Amato. Il personaggio di Carla è l’unico fittizio della storia, inserito per funzioni narrative. Ha picchi di colore che bisognava essere molto attenti a equilibrare”.

Il discorso, poi, ricade inevitabilmente sulla serie Rai “Doc – Nelle tue mani” che la vede tra i protagonisti. Lazzaro racconta di aver “passato molto tempo in corsia. Ho voluto incontrare soprattutto le donne che lavoravano in ospedale per provare a portare l’universo femminile in questo ambiente. Ho fatto due turni da otto ore, ho anche assistito ad alcuni interventi in pronto soccorso. È stata un’esperienza forte, fondamentale”. L’attrice ricorda il ritorno sul set dopo il lockdown dello scorso anno: “È stato molto forte tornare a girare a luglio. È stato strano poter rivedere i colleghi e ricondividere uno spazio. Noi raccontiamo storie in cui il Covid non era presente”. E ancora: “È resiliente tornare sul set, un gesto di forza per la ripartenza. Questo momento storico ha toccato ciascuno di noi e anche in questi giorni lo stiamo portando sul set”.

Non mancano domande sulla sua formazione: “Sono un po’ old school – confessa – Credo tantissimo nella qualità. Credo che sia fondamentale per un artista crescere”. È la qualità, farne un obiettivo, a rendere “immortale” un artista perché in questo modo “dipende da valori che sono imprescindibili dal tempo”. E ancora: “Ambisco a progetti stimolanti, a collaborazioni che mi facciano crescere. Non è detto che la crescita debba essere necessariamente lineare. Sono fan di opere prime o di progetti indipendenti perché prescindono dalla necessità di guadagnare molto”. Sulla differenza tra cinema e teatro, spiega: “Vengo principalmente dal teatro e mi ha aiutato molto la mia formazione inglese (ha studiato alla scuola Drama Centre London, n.d.a.) - dice - Bisogna pensare che quando si è sul palco il tuo pubblico deve arrivare fino all’ultima fila e anche chi siede lì deve comprendere cosa stai raccontando. Il corpo è fondamentale nel teatro. Invece al cinema il tuo pubblico è nella macchina da presa che hai davanti” e a seconda dell’inquadratura “va equilibrata la performance”. In ogni caso, “non sono per una distinzione netta tra cinema e teatro”.

Infine, come tornando la giffoner che è stata dieci anni, è lei a far domande ai ragazzi sul presente e sui nuovi progetti pensati per i giovani sulle piattaforme. Un modo di congedarsi che piace ai juror. Il sentito applauso finale ne è la conferma.

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