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Sabato, 30 Aprile 2022 17:43

Caccamo ai giffoner: scegliete con cura le parole del cambiamento

Da uno che ha ideato un progetto, Dare parola ai giovani, per creare con loro un Manifesto sul cambiamento da sottoporre all'attenzione di Papa Francesco e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non era difficile aspettarsi un incontro giocato sulla parola, in tutte le sue molteplici sfaccettature. Giovanni Caccamo - il cantautore scoperto da Franco Battiato vincitore della categoria Nuove proposte alla 65esima edizione del festival di Sanremo e autore per big quali Patty Pravo, Carmen Consoli, Malika Ayane, Emma, Elodie, Francesca Michielin, Matteo Bocelli - ha incontrato i giovani di Verde Giffoni per raccontare la sua idea di cambiamento e di rivoluzione.

Come fare a cambiare il mondo? - ha detto ai giffoner – Ognuno dovrebbe scegliere la sua parola portatrice di trasformazione. La mia è gratitudine. La nostra vita è come una plancia: abbiamo di fronte 95 pulsanti verdi e 5 rossi, questi ultimi ci fanno vivere esperienze negative. Poi la pandemia ha trasformato in rosso anche quello che era un bellissimo pulsante verde, la libertà. Ma da questa esperienza abbiamo imparato a dare un valore alle cose. Il mio esercizio quotidiano è questo: concentrarmi sui pulsanti verdi, dare loro un nome e dire grazie. A mia madre, alle mie gambe, alla mia voce, al sole”.

Alla platea di giovanissimi Caccamo ha chiesto le loro parole del cambiamento: pregiudizio, vitalità, mentalità, felicità, rispetto, gentilezza, quelle scelte dai giffoner. “L'altra mia personalissima parola di cambiamento è dolore – ha continuato il cantautore – Ho perso mio padre quando avevo 11 anni a causa di un cancro. L'ho visto per due anni spegnersi fino a finire ed ero molto arrabbiato, soprattutto quando alcune suore dissero a mia madre che quella sofferenza era un dono di Dio per la nostra famiglia. Poi lessi un libro di Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, nel quale racconta della malattia che gli diagnosticarono e del tempo che gli dissero di cui avrebbe potuto ancora godere.In queste pagine bellissime spiega che sono stati gli anni più belli della sua vita, quelli vissuti più intensamente perché non aveva più giustificazioni per fare o non fare quella cosa. E' stato allora che ho compreso che ogni giorno è luce e bellezza e questo è oggi il mio approccio nei confronti della morte. Non dobbiamo avere paura della morte, ma chiederci costantemente se siamo realmente vivi o siamo solo dei morti viventi”.