WANURI KAHIU Nata a Nairobi, Wanuri fa parte della nuova generazione di narratori africani. Le sue storie e i suoi film hanno ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Nel 2008 ha completato il suo primo film, FROM A WHISPER, basato su eventi reali che hanno accompagnato gli attentati gemelli alle ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam nel 1998. Il film ha vinto premi all'Africa Movie Academy Awards (tra cui Miglior regista e Miglior film), il Golden Dhow Award al Zanzibar International Film Festival e il Best Film ai premi Kalasha, Kenya Film e TV. Il corto di fantascienza PUMZI (2009), - parzialmente finanziato da Focus Features, Goethe Institut e Changa Moto Fund in Kenya - è stato proiettato al Sundance nel 2010 e ha vinto il premio come miglior cortometraggio al Cannes Independent Film Festival e il Premio Città di Venezia al festival di Venezia. Wanuri è stata nominata TED Fellow 2017 e leader culturale al World Economic Forum 2018. RAFIKI è il suo secondo lungometraggio.
Dichiarazione del regista Ero un adolescente quando ho visto per la prima volta un film su giovani africani innamorati. Prima di allora, non avevo mai visto africani baciarsi in un film. Ricordo ancora il brivido, la sorpresa e la meraviglia e il modo in cui il film ha sconvolto la mia idea di romanticismo. Prima di allora, l'affetto era riservato agli stranieri, non a noi. Per me era assolutamente sorprendente pensare che fosse normale per gli africani tenersi per mano e baciarsi sullo schermo. Anni dopo, quando ho letto Jambula Tree di Monica Arac de Nyeko, sono stato colto di sorpresa. Da romantico, dovevo assolutamente portare sullo schermo la tenera giocosità delle ragazze di Jambula Tree e come regista, era vitale mostrare bellissime africane innamorate e aggiungere questi ricordi al cinema. Rafiki significa amico in swahili, e spesso quando i keniani dello stesso sesso hanno una relazione, rinunciano alla possibilità di presentare i loro partner, amanti, compagni, mariti o mogli come vorrebbero, e li chiamano invece "rafiki". Fare un film su due giovani donne innamorate riapre il dibattito sui diritti umani associati alle relazioni omosessuali in Africa orientale. Negli 5 anni durante i quali ho sviluppo il film, abbiamo assistito a preoccupanti sviluppi nel clima anti-LGBT in Africa orientale. Film locali e programmi TV internazionali sono stati banditi a causa dei contenuti LGBT. Questo ha smorzato il dibattito sui diritti LGBT e ha ristretto i parametri della libertà di parola. La mia speranza è che il film sia visto come un'ode all'amore, che non fila mai liscio, e come un messaggio di affetto e sostegno a quelli tra noi che sono chiamati a scegliere tra amore e sicurezza. Possa questo film gridare laddove tante voci sono state messe a tacere.
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