LIKARION WAINAINA Nato a Mosca, Russia, vive e lavora a Nairobi in Kenya, come regista televisivo e cinematografico e direttore della fotografia. Ha lavorato come DoP ad una serie di documentari e spot televisivi e come regista ha diretto diversi TV shows. Ha anche realizzato cortometraggi tra i quali BETWEEN THE LINES, il primo film keniota proiettato su uno schermo IMAX in Kenya. Il film gli è valso la nomination agli AMCVA awards 2015 come “Best New Online Media”. Nel 2016 il suo cortometraggio BAIT è stato presentato al Cannes International Film Festival.
Dichiarazione del regista La gente mi ha sempre chiesto "Perché vuoi fare questo film?", "Qual è la tua intenzione?" E ho sempre risposto "Voglio solo raccontare una storia onesta ... fare un film senza pretese ... nessuna manipolazione ... un film che, nella sua forma più pura, riveli la sua anima”. Questa è sempre stata la mia risposta meccanica. [...] Inoltre stavo realizzando una storia molto personale. Quando ho cominciato a svilupparla, ho attinto molto dalla mia infanzia. Per esempio ai miei 9 anni, quando sono andato al cinema la prima volta in una vecchia baracca alla periferia di Kibera in Kenya. [...] Da quel momento, il cinema è diventato il mio conforto. Ogni sabato tornavo in quella baracca e per 3 scellini a film, lasciavo che la mia mente fosse trasportata in altri mondi. Mondi che mi hanno dato speranza, eccitazione e paura. Mi sono anche ispirato alla mia relazione con mia madre; una mamma single che ha cresciuto 4 bambini. [...] Ma a un mese dalle riprese ho avuto il piacere di visitare il Kenyatta National Hospital di Nairobi. Il Reparto 1E, è l'unità speciale in cui risiedono i bambini con malattie terminali. Mi aspettavo il peggio, ma sono stato accolto dai bambini più gentili che abbia mai incontrato. C'era così tanta vita in quel piccolo reparto. Abbiamo chiacchierato, riso, applaudito e condiviso momenti preziosi con loro. Prima di partire, abbiamo giocato con i bambini. Ognuno di noi avrebbe scritto quello che desiderava su un pezzo di carta in forma anonima e la settimana seguente avremmo letto i bigliettini. [...] Quasi tutti desideravano stare meglio e tornare a casa eccetto un ambino che sedeva accanto a me. Era timido e riservato. [...] E voleva solo che sua madre fosse felice ... La sua tristezza era l'unica cosa che non riusciva a sopportare. [...] Quando mi sono svegliato la mattina dopo, mi sono reso conto che finalmente sapevo perché volevo realizzare questo film. Volevo raccontare una storia onesta. Fare un film senza pretese; nessuna manipolazione. Un film che nella sua forma più pura comunicasse la sua anima, perché qualcuno da qualche parte ha perso qualcuno. La morte ci strappa i nostri cari ma dobbiamo sapere che loro vogliono che noi siamo felici. Si può essere felici. Non bisogna temere la morte, né avere paura della vita. Gli eroi al reparto 1E apprezzano la loro. Tutto da quel giorno, dalla creazione dei personaggi, alla fotografia, alla mia regia, alla post produzione; tutto ciò che ho fatto per questo film è in onore di quei piccoli angeli incredibili del reparto 1E. Sono gli Eroi che vivranno per sempre ... Sono loro SUPA MODO.
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