FRANK BERRY Frank Berry è un regista di Dublino. La sua carriera inizia con la realizzazione di opere cinematografiche e televisive indipendenti e con una grande attenzione ai temi sociali. Ha realizzato il documentario BALLYMUN LULLABY (2011) acclamato dalla critica, vincitore del SDGI Directors Guild of America Finders Award, e presentato in numerosi festival internazionali, tra i quali DOC NYC e TIFF Kids. Con il successivo I USED TO LIVE HERE (2014), un film drammatico su una serie di suicidi tra adolescenti, vince il premio per il miglior film al Galway Film Fleadh 2014 e viene nominato a 3 premi IFTA (gli oscar irlandesi). Il suo film più recente, MICHAEL INSIDE, è stato presentato in anteprima mondiale al Galway Film Fleadh 2017, dove ha vinto il premio come miglior film irlandese, ha vinto il premio del pubblico al Cork Film Festival 2017 ed è stato nominato a cinque premi IFTA 2018, vincendo quello per il miglior film. Frank è anche un docente di produzione cinematografica al Cólaiste Dhúlaigh College of Further Education di Coolock.
Dichiarazione del regista Durante la produzione del mio film precedente I USED TO LIVE HERE, ho trascorso molto tempo con i giovani della comunità di Killinarden, nella zona ovest di Tallaght. Durante questo periodo ho avuto l'idea di MICHAEL INSIDE. Mentre lavoravo a Killinarden ho notato che molti giovani della zona si sentivano già sconfitti e falliti. Quelli che avevano già lasciato la scuola, si svegliavano tardi e andavano a letto molto tardi. Praticamente non avevano lo stesso fuso orario dei loro coetanei che andavano a scuola o al lavoro, e questo li isolava ulteriormente. Molti di loro non trovavano un significato nelle loro vite, e combattevano la noia con il brivido di qualche piccolo crimine. Gli assistenti sociali con cui lavoravo cercavano di tirar fuori il meglio da molti di loro, e attraverso queste relazioni, anche io riuscivo ad intravedere il potenziale di questi giovani. Ma col passare del tempo, quei giovani sono cresciuti allontanandosi sempre di più e dimostrando il potere che il contesto, con i suoi elementi negativi, riesce ad avere su di loro. Ho pensato così ad un film che potesse evidenziare la vulnerabilità degli adolescenti che non vogliono diventare dei criminali, ma che, vivendo in un determinato ambiente, possono facilmente diventare parte della popolazione carceraria. Il mio impulso iniziale era portare sullo schermo questo tipo di percorso, in un contesto irlandese, attraverso una storia che potesse riaffermare ciò che molte persone già sanno, e che altre invece scopriranno, e colpire al cuore soprattutto quei ragazzi che potrebbero trarre beneficio dal riconoscere sullo schermo una vita a loro familiare.
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