Laurent Tirard
Nato nel 1967 in Francia. Ha studiato cinema all’Università di New York, ha lavorato per la Warner Bros, ed è stato giornalista per la rivista francese “Studio”. Nel 1997 ha lasciato la rivista, e ha iniziato a scrivere sceneggiature per il cinema e la televisione. Nel 2004 ha diretto il suo primo lungometraggio, THE STORY OF MY LIFE (MENSONGES ET TRAHISONS ET PLUS SI AFFINITÉS...). In seguito, ha diretto i lungometraggi LE AVVENTURE GALANTI DEL GIOVANE MOLIÈRE (MOLIÈRE, 2007), IL PICCOLO NICOLAS E I SUOI GENITORI (LE PETIT NICOLAS, 2009), e ASTERIX & OBELIX AL SERVIZIO DI SUA MAESTÀ (ASTÉRIX & OBÉLIX: AU SERVICE DE SA MAJESTÉ, 2012).
Dichiarazioni del regista
“Il piccolo Nicolas è una serie, così abbiamo pensato subito a un seguito. È diventato qualcosa di ovvio dopo il successo del primo film. Il tema delle vacanze mi ha ricordato i film della mia infanzia, come LE VACANZE DI MONSIEUR HULOT (LES VACANCES DE MONSIEUR HULOT) o SLIP (L’HÔTEL DE LA PLAGE). Ho pensato che questo tema ci avrebbe permesso di muoverci in un mondo completamente diverso, echeggiante il senso di spensieratezza delle vacanze degli anni ’50 e ’60. È proprio questo aspetto, questo cambiamento di mondo e di tono, che mi ha ispirato di nuovo. Realizzare il primo film è stata una grande esperienza emotiva, che mi ha lasciato un ricordo indelebile: lavorare con i bambini è stato magico. Ero combattuto tra il timore di una possibile delusione e il forte desiderio del ritorno. E ho fatto la scelta giusta: è stata un’altra grande gioia”.
“Da bambino, leggendo i libri del piccolo Nicolas, ho vissuto un forte processo di identificazione. Mi paragonavo a questo ragazzino che guarda alla vita in modo eccentrico, attraverso il prisma della sua immaginazione”.
“Per il primo film, io e Grégoire Vigneron (co-sceneggiatore) abbiamo sentito il peso della responsabilità di scrivere un adattamento che doveva essere il più fedele possibile all’originale. Questa volta abbiamo avuto meno materiale, dal momento che solo un libro racconta la storia delle vacanze estive di Nicolas. Questo fattore ci ha concesso più libertà. Dopo aver dimostrato le nostre capacità, dopo aver conquistato la fiducia di Anne Goscinny, di Jean-Jacques Sempé e del pubblico, e dopo esserci appropriati del personaggio, abbiamo sentito di poter essere più liberi e inventivi”.
“Abbiamo dovuto evitare la catena, il susseguirsi di piccole storie che si trova nei libri, e trovare una trama unitaria con un filo conduttore. Ma, raccontando più storie parallele – quella di Nicolas e di Isabelle, quella dei loro genitori, quella del padre di Nicolas e del suo capo – siamo riusciti a unire più fili narrativi rispetto al primo film”.
“In IL PICCOLO NICOLAS E I SUOI GENITORI (LE PETIT NICOLAS), molti aneddoti venivano direttamente dalla mia infanzia. In questo secondo film, ho preferito inserire i miei riferimenti cinematografici: si trova soprattutto Tati, ma si accenna anche a Kubrick, Bardot, Fellini, Hitchcock... in particolare PSYCO, per la scena della doccia. Il film è una sorta di omaggio al cinema, a quel cinema con cui sono cresciuto e che mi ha nutrito”.
“Ho visto circa quindici ragazzi per la parte principale, ma il tutto non mi ha preso molto tempo. Fare provini ai bambini è un’attività molto diversa da quella abituale: dal momento che non sono consapevoli di ciò che è in gioco, non sono troppo sotto pressione e sono più spontanei. È un po’ come portare degli amici a giocare. Cerco sempre di rendere tutto il più piacevole e ludico possibile, con giochi e improvvisazioni. Mi diverto molto a farlo e sono sempre pieno di idee”.
“A differenza degli adulti, i bambini non devono intellettualizzare una scena: se assimilano troppe cose, non saranno capaci di essere spontanei e naturali. Bisogna quindi cercare di comunicare con il minor numero possibile di parole. Dal momento che tutto ciò che si dice è importante, è necessario trovare piccoli trucchi che aiutino il bambino a mantenere il suo lato intuitivo, cosicché tutto resti un gioco”.
“Ho scritto la parte del produttore italiano per Luca Zingaretti, che ho diretto con grande piacere in ASTERIX & OBELIX AL SERVIZIO DI SUA MAESTÀ (ASTÉRIX & OBÉLIX: AU SERVICE DE SA MAJESTÉ). In Italia è un attore noto per film drammatici, ma ho pensato che avesse un grande potenziale comico”.
“Dopo avere usato il nero e il rosso come colori principali per il primo film, questa volta abbiamo deciso di spingere sulla ribalta il giallo e il blu. Non ho dovuto dare troppe indicazioni: lavoro con la stessa équipe e lo stesso scenografo dal film LE AVVENTURE GALANTI DEL GIOVANE MOLIÈRE (MOLIÈRE). Si risparmia un sacco di tempo: conoscono i miei gusti in fatto di colori, materiali e stile... ci capiamo subito”.