SHÔHEI IMAMURA Shōhei Imamura (Tokyo, 15 settembre 1926) è un regista e sceneggiatore giapponese, ed è uno degli autori più importanti della nouvelle vague giapponese. Dopo la laurea nel 1951, Imamura comincia a lavorare agli studi Ōfuna della Shochiku come assistente alla regia di Yasujiro Ozu nei film "Inizio d'estate" (Bakushû) (1951), "Il sapore del riso al tè verde" (Ochazuke no aji) (1952) e "Viaggio a Tokyo" (Tokyo monogatari (1953). Lo stile rigoroso e controllato con cui Ozu rappresenta la società giapponese del dopoguerra è però distante dal gusto di Imamura, che erediterà comunque dal maestro l'interesse per l'indagine sociale. Imamura lascia la Shochiku nel 1954 e viene ingaggiato come regista dalla diretta concorrente, la Nikkatsu, dove esordisce nel 1958 con "Desiderio rubato" (Nusumareta yokujo): storia di attori girovaghi, il film mostra già l'interesse del regista per il mondo degli emerginati e il caos morale del dopoguerra e la sua predilezione per gli intrecci non lineari. Scontenti dei contenuti radicali del film, i dirigenti della Nikkatsu impongono a Imamura alcuni soggetti più leggeri: "Stazione Nishi-Ginza" (1958) è un'esile commedia costruita attorno a una canzone di successo, "Desiderio inappagato" (1958) e "Il Diario di Sueko - Il secondo fratello" (1959) sono drammi altrettanto lontani dalle preferenze del regista. Con "Porci, geishe e marinai" (1961), Imamura torna a soggetti a lui più cari descrivendo il mercato di contrabbando tra le forze di occupazione americane e la yakuza giapponese. Ancora una volta la Nikkatsu non approva il contenuto esplicitamente politico del film (che paragona il popolo giapponese a un branco di maiali venduti clandestinamente agli occupanti) e impedisce a Imamura di lavorare per due anni. Il film successivo, "Cronache entomologiche del Giappone" (1963) è ancor più esplicito del precedente: nella difficile storia di una ragazza di campagna si riflette la condizione femminile in un periodo di forti mutamenti sociali. "Desiderio di omicidio" (1964), fredda descrizione del rapporto di odio e pietà tra una giovane e il rapinatore che l'ha stuprata, ribadisce la durezza dello stile del regista e la sua attenzione per personaggi alla deriva. I tre film sanciscono l'affermazione di Imamura come uno degli autori fondamentali della Nouvelle Vague nipponica. Insofferente alle imposizioni dei produttori, Imamura lascia la Nikkatsu nel 1965 e fonda una sua compagnia di produzuione, la Imamura Productions. Il suo primo film indipendente è un adattamento del romanzo di Akiyuki Nosaka (autore anche di Una tomba per le lucciole) "I pornografi", descrizione impassibile di un gruppo di piccoli criminali a Osaka; esplicitando il suo stile quasi entomologico, Imamura aggiunge un sottotitolo, Introduzione all'antropologia. Il film successivo, "Evaporazione dell'uomo" (1967), accentua la tendenza documentaria dei suoi film in una direzione meta-cinematografica. "Il profondo desiderio degli dei" (1968) è una descrizione dello scontro tra modernità e tradizione in un'isola del Giappone meridionale: costoso e ambizioso (dura quasi tre ore), il film è un insuccesso di pubblico e per tutti gli anni settanta Imamura è costretto a limitarsi a film documentari e a basso costo. "Storia del Giappone del dopoguerra raccontata da una barista" (1970) è il più celebre e riuscito di questi documentari a basso costo, e ripropone una forte figura femminile sullo sfondo della società giapponese in cambiamento.
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