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Sabato, 30 Aprile 2022 12:19

Tra suini e tartarughe una riflessione sul pianeta da salvare con ONE EARTH – Tutto è connesso e MAN KIND MAN per l'ultimo giorno di Verde Giffoni

Un pianeta da salvare, salvaguardando tutti gli elementi che lo compongono: questo il messaggio emerso dalla visione degli ultimi due film di Verde Giffoni, l'iniziativa rivolta alla salvaguardia del pianeta e alla generazione Z.  Nell'ambito della sezione “In&Out Society” in sala Verde, è stato proiettato One earth – Tutto è connesso di Francesco De Augustinis, presentato in collaborazione con Roma Green Film Fest e Green Movie Festival.

A vederli da fuori non sembrano neanche allevamenti: sono blocchi di cemento alti diversi piani, nascosti in una cava di terra, nel centro di una montagna nel cuore remoto della Cina. Al loro interno, una produzione iper-intensiva di suini, destinati a fornire la domanda sempre più grande di carne di maiale del gigante asiatico. Intorno a questo allevamento ipertecnologico, simbolo del progresso dell’uomo, si dipana un racconto che tocca i quattro angoli del Pianeta, mostrando in che modo il sistema alimentare globale stia compromettendo in modo irreversibile il fragile equilibrio, contribuendo alle attuali crisi globali come i cambiamenti climatici, le epidemie, il crollo della biodiversità.

È un piacere essere a Giffoni, mi sembra l’ambito perfetto – ha detto alla platea il regista Francesco De Augustinis - Il film è diviso in capitoli, ma circolare. È stata un’esigenza, per contribuire alla riflessione. Gli stessi concetti sono espressi in maniera contrastante, per costruire i vari pensieri. Affinché vengano presentate tutte le sfaccettature di una tematica così delicata. Siamo abituati a ragionare sulle singole crisi e sulle piccole cose da fare, è anche frustrante se ci pensate. Con questo film raccontiamo che c’è urgenza di una ristrutturazione sistemica, totale. L’iper produzione e l’iper consumo hanno una ricaduta cruciale sull’equilibrio del pianeta. Sicuramente ha tanto valore la scelta individuale, sono tanti piccoli passi, ma mi rendo conto che non basta. Bisogna parlarne sempre di più è sempre meglio. Se ci sono tante scelte individuali biologiche, le aziende dovranno ad un certo punto adattarsi. L’aggregazione di tante scelte individuali crea poi opinione pubblica, così da svegliare ogni ambito”.

Per Marino Midena, direttore artistico di Roma Green Film Fest e di Green Movie Festival, “due sono le cose che mi hanno maggiormente disturbato guardando le testimonianze di questo documentario, l’utilizzo di due termini come benessere animale e inefficienza: sono declinati in maniera opposta da come li ho sempre considerati. Come si può parlare di benessere? Sono in pochi cm, sono privati di qualsiasi cosa. Il regista si è sforzato di raccontarci il futuro, questo film deve essere visto per farci ragionare”.

In sala Blu è stato invece proiettato Man kind man di Iacopo Patierno, presentato in collaborazione con Clorofilla festival. Due tartarughe marine Caretta Caretta, dopo essere state ritrovate spiaggiate sul litorale laziale, vengono trasportate d’urgenza all'ospedale delle tartarughe marine Anton Dohrn di Portici. Mentre le due tartarughe vengono curate, con la speranza di essere liberate in primavera, nel golfo di Napoli Luca raccoglie della sabbia e cerca di pulirla dalla terra lasciata da una gara di motocross; è la materia con cui realizza i suoi quadri. Una pagaia entra nelle acque cristalline del fiume Sarno. È Aniello che spinge il suo kayak verso i primi scarichi abusivi. Franco contempla il mare e raccoglie due petali di plastica trovati in spiaggia. È tutto vero o sono le due tartarughe che sognano? “Il disinteresse va combattuto, bisogna coltivare il bello – ha raccontato il regista Iacopo Patierno ai ragazzi – Dobbiamo rispettare ciò che ci circonda senza essere ossessionati dal consumo e avere una visione del mondo che vada oltre noi stessi, pensare a chi verrà dopo di noi. Questo film parla del mio amore per la mia terra e la speranza è che si possa sempre migliorarla”. Il regista ha poi voluto condividere un ricordo: “Il mio interesse per l'ambiente è nato quando, da piccolo, le maestre ci portarono in gita per vedere le cascate del fiume Sarno. Ma le cascate non si vedevano perché erano ricoperte di schiuma. Mi colpì la loro indifferenza: non ci parlarono dell'inquinamento, come se la cosa fosse del tutto normale. Ed è questo che non va bene. Occorre un cambio di mentalità se vogliamo salvare il pianeta”.