Lunedì, 26 Luglio 2021 19:22

Federica Sabatini ai giffoner: “Coltivate le vostre fragilità, saranno la vostra forza”

Non lasciatevi condizionare dai social, non sono la vita reale. Alle volte meglio spegnere il cellulare e godersi un tramonto”. Federica Sabatini, conosciuta dal grande pubblico per il film I Liviatani in onda su Sky nel 2020 e per Suburra – la serie 3 dove interpreta Nadia, è stata la protagonista dell'incontro in sala Truffaut con i juror di Giffoni e con tutti quelli collegati dagli altri hub italiani.

Prima di ricevere l'Explosive Talent Award, Federica ha invitato i ragazzi ad accogliere le proprie fragilità e a non vergognarsi mai delle proprie debolezze, perché spesso proprio queste ultime costituiscono un punto di forza. “Viviamo in un mondo bizzarro e in una società che si rivela violenta per le persone più sensibili. Ma la fragilità è un dono che va coltivato e vi invito a farlo con l'arte. Mi piace moltissimo una frase che recita: se la sofferenza vi ha reso cattivi l'avete sprecata. Penso che sia esattamente così. Non c'è nessun buon motivo per cui bisogna nascondersi. Se avete un problema, se vivete una difficoltà, non esitate a chiedere aiuto, perché la regola numero uno è volersi bene e far brillare la propria luce interiore”.

Un percorso che l'attrice italiana conosce molto bene: “La prima media è stato per me un anno orribile. Poi ho incontrato al liceo la persona che mi aveva creato dei disagi. E siamo diventate grandi amiche, ancora oggi ci vogliamo molto bene. Quando ne abbiamo parlato è caduta dalle nuvole, perché per lei era un gioco – ha raccontato in sala – Ecco perché il dialogo è fondamentale”. Tante le domande sulla Nadia di Suburra: “Bisogna uscire fuori dallo stereotipo delle donne deboli. Le donne sono forti, tutte. La mia Nadia è riuscita ad essere essenziale alla storia e insieme ad Angelica ha dato uno sguardo diverso alla serie. Al di là del giudizio morale sulle loro azioni, in una società in cui le donne devono ancora sudare per vedersi riconosciute i propri diritti, ben vengano ruoli così”.

Sabatini ha ammesso che non è stato semplice interpretare negli ultimi anni ruoli controversi, “ma un personaggio non si giudica mai. Devi distaccarti e al tempo stesso attingere al tuo background di esperienze personali: è un esercizio importante perché ti aiuta a comprendere che siamo fatti di mille sfumature diverse”. Stuzzicata dai juror, ha poi detto: “Quando il protagonista di una serie televisiva è un antieroe, il confine tra l'idolatria e la criminalizzazione è molto labile. Credo che in particolare l'audiovisivo abbia un potere molto forte in termini educativi e di influenza sui più giovani, ma il problema reale è la società in cui i ragazzi vivono, non le serie tv che guardano. Se hai una struttura che la famiglia e la scuola hanno contribuito a costruire, sei ampiamente in grado di guardare a quella porzione di realtà con uno spiccato senso critico. Dal mio punto di vista i giovani di oggi sono sufficientemente svegli per distinguere la finzione dalla realtà”.

E di libertà si è parlato a proposito del film del 2019 Liberi di scegliere: “Le condizioni in cui nasciamo non ci determinano come esseri umano. L'importante è sempre scegliere chi vuoi essere – ha detto – Quando ti trovi in un ambiente particolare, come nel caso della storia raccontata in questo film, puoi credere di non avere altre chance. Ma non è così se hai uno Stato forte capace di supportarti. E lo stesso discorso vale per Suburra”. A chi le ha chiesto dei suoi esordi ha raccontato: “Fin da piccola avevo una passione per il mondo del cinema. Ricordo benissimo Nicole Kidman in una scena di Moulin Rouge. La guardavo incantata per la sua capacità di riuscire a tirare fuori le emozioni. Le mie sorelle provarono a trovarmi un contatto con un'agenzia, ma avevo solo tredici anni e i miei genitori si opposero. L'anno successivo iniziai a frequentare un laboratorio teatrale e da lì è cambiata la mia vita. Quando finalmente sono riuscita a mettere piede su un set ho capito che non avrei potuto fare altro”.

Federica ha da poco concluso le riprese della seconda stagione del thriller spagnolo Toy Boy, serie Netflix per la regia di Javier Quintas e Laura M. Campos: “Non posso dire molto, però mi sono divertita tantissimo. La Spagna è uno di quei luoghi a cui sono più legata, soprattutto perché è stata la meta di un mio viaggio in camper che porto nel cuore”. Da Giffoni è rimasta stregata: “Avevo colto l'atmosfera dalle esperienze di tanti colleghi che sono stati qui prima di me, ma esserci dal vivo è tutta un'altra cosa. Sono emozionata e lo trovo un luogo prezioso e unico”.