Venerdì, 28 Maggio 2021 19:28

“Ripartire dalla cultura? E' possibile facendo rete e con uno sguardo nuovo”. Il fondatore e direttore di Giffoni Opportunity Claudio Gubitosi ospite del premio Matilde Serao

 

Ripartire dalla cultura. Ma con un nuovo spirito e un obiettivo importante: fare rete. Questo il messaggio lanciato dal fondatore e direttore di Giffoni Opportunity Claudio Gubitosi, ospite, presso la sala Tiziano del Museo di Capodimonte di Napoli, della quarta edizione del premio letterario Matilde Serao promossa dal quotidiano Il Mattino, che lo ha scelto tra i protagonisti dell'iniziativa, in dialogo con Roberto Cicuttopresidente de La Biennale di Venezia. Ripartenza è stato il tema adottato per caratterizzare questa edizione del premio, conferito alla scrittrice italiana di origini somale Igiaba Scego. E di ripartenza ha parlato anche il direttore de Il Mattino Federico Monga: “Il futuro è adesso. E non c'è niente di più bello che ripartire dalla bellezza”. Tema da sempre caro a Giffoni, su cui pesa una responsabilità ancora maggiore: “A differenza di altri festival – ha detto Gubitosi – noi non abbiamo un pubblico, ma dei protagonisti. Questo periodo ci ha dato la possibilità di immaginare nuove risorse e di scoprire nuovi sentieri. Ma oggi dobbiamo porci delle domande: ripartire per andare dove? E insieme a chi? E' impensabile rimettersi in marcia con la stessa macchina ferma dal 2019 e con le inevitabili lacerazioni che scontano i nostri principali protagonisti, i ragazzi. Per ripartire occorre rimettere tutto in discussione, come Giffoni da sempre è abituato a fare e trovare un senso nuovo delle cose”.

 

A sottolineare la necessità e l'urgenza di porsi delle domande, anche Cicutto: “La Biennale è fatta di inquietudine e di ricerca. Dobbiamo essere più contemporanei delle arti contemporanee di cui ci occupiamo, senza però dimenticarci da dove veniamo. Bisogna immaginare la creazione di un network fisico dopo tante separazioni, perché è indispensabile aprire ai giovani e al mondo dell'istruzione e della formazione, i nostri screening e i nostri archivi”. In questo Giffoni ha svolto il ruolo di pioniere ormai da 51 anni, avendo fondato la sua identità sulla capacità di guardare al mondo, senza mai abbandonare le proprie radici. E, forte della necessità della rete, oggi più che mai, è già oltre: dall'11 al 13 giugno, infatti, Claudio Gubitosi ospiterà, in presenza, oltre duecento direttori di festival del cinema, provenienti dal nord al sud del Paese, chiamati a confrontarsi proprio sul delicato tema delle scelte e del futuro.

 

E anche quest'anno, come l'anno scorso, quando siamo stati i primi a ripartire, avremo tantissimi giurati, sia in presenza che in streaming, perché come ha giustamente sottolineato il ministro Dario Franceschini, le nuove tecnologie ci consentono di ampliare il nostro pubblico e le nostre possibilità”, ha anticipato il direttore di Giffoni Opportunity. Intervistato da Monga in apertura del premio, il ministro ha infatti voluto lanciare un messaggio di speranza, ricordando che “le restrizioni hanno avvicinato le persone ai consumi culturali e sarebbe bello immaginare per il futuro eventi che si possano svolgere contemporaneamente sia in presenza che attraverso le piattaforme digitali”. Una formula che Giffoni ha già sperimentato nell'edizione 2019 e che si prepara a ripetere quest'anno per l'edizione 50Plus in programma dal 21 al 31 luglio.

 

Ma affinchè “la ripartenza non sia lenta, se non addirittura inutile – ha specificato Gubitosi – è fondamentale che le istituzioni facciano la loro parte e abbiano il coraggio di investire nei poli culturali. Ho letto con piacere che la Biennale ha ottenuto il giusto riconoscimento attraverso i fondi del Recovery. Anche la nostra Regione deve rendersene conto e lavorare su questa strada per aiutare i territori e la cultura a crescere”.

 

Il cinema non morirà. Ha affrontato cambiamenti epocali e ha sempre resistito a tutte le sfide. Tocca ora alla politica e agli operatori del mondo della cultura, rimboccarsi le maniche. Partendo da un monito: “Nulla può restare identico a se stesso. Capita spesso che si dica armiamoci e partite, ora dobbiamo invertire anche questo adagio, quindi armiamoci e ripartiamo tutti insieme”, ha concluso Gubitosi.