Venerdì, 29 Gennaio 2021 19:40

Giffoni Ri-evoluzione, tra fragilità e determinazione: al Children’s Cinema Global Forum Gubitosi racconta il cambiamento

Il 2020 è stato un anno straordinario. Ha dimostrato come l’ostinazione e il lavoro possano dare vita a piccole rivoluzioni in tempi senza precedenti. Parte proprio da questa premessa il Children’s Cinema Global Forum. L’evento, totalmente digital, ha riunito direttori di festival, registi, produttori, organizzatori per fornire occasioni di riflessione su uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi sanitaria: il cinema. Il panel, organizzato dal Lahore International Children’s Film Festival (Pakistan) e dal Sharjah International Children’s Film Festival (Emirati Arabi), ha offerto un'analisi della situazione attuale e un'approssimazione di come sarà il futuro per il mondo dell’audiovisivo.

Moderato da Shoaib Iqbal del Lahore Intl. Children’s Film Festival (Pakistan), il webinar ha visto tra i protagonisti Dan Bennett del Los Angeles Int’l Children’s Film Festival (USA), Keith Bennie del Toronto International Film Festival (Canada), oltre a Claudio Gubitosi, ideatore e direttore del Giffoni Film Festival.

Quella di oggi è un’occasione incredibile - ha commentato Gubitosi - da 50 anni dirigo Giffoni, sento non solo il peso della storia ma anche la bellezza e il valore che rappresenta. Nel mese di marzo, quando abbiamo avuto la certezza che il festival non poteva farsi con la formula a cui eravamo abituati, non mi sono certo arreso. Il nostro paese accoglie, solo nei dieci giorni dell’evento, 400mila persone e oltre 6mila giurati provenienti da 53 nazioni. Da questa stanza ho scelto di stargli accanto, mi sono rimboccato le maniche promettendomi di restare vicino ai miei ragazzi. La nostra community è vastissima: sono milioni i giffoner nel mondo. La prima cosa che ho fatto è stata entrare nelle loro stanze, donandogli forza. Da marzo a maggio, tutti giorni, ci siamo incontrati online insieme anche a registi, attori, medici, politici. Volevamo fare rete e stare insieme, abbattendo i muri della paura e della solitudine”.

In un momento in cui la maggior parte degli eventi mondiali cancellava un’edizione o riconvertiva la propria natura interamente online, Giffoni non si è fermato. “Non mi sono dimenticato dei grandi festival italiani - continua Claudio Gubitosi - li ho chiamati, coinvolti, consigliati perché la parola più importante di questo 2020 è stata “fragilità”. Tutti l’abbiamo provata, accettata e affrontata. In questo clima di impotenza molti hanno scelto di organizzare tutto online, io non ho mai voluto procedere in questo modo. A Giffoni siamo abituati a stare vicino, a riempire le piazze, ad abbracciarci ma bisognava trovare una soluzione che salvaguardasse prima la salute. Abbiamo dialogato con le più grandi autorità sanitarie e abbiamo fatto un grandissimo investimento per mettere in sicurezza tutti i ragazzi presenti”.

E per i giffoner all’estero? “Ho spostato il festival da luglio ad agosto - risponde il direttore - ho avuto 3mila ragazzi in presenza, 17 hub internazionali e 50 in Italia che ci hanno seguito in diretta. È stato il primo evento internazionale ad unire la presenza fisica all’online. Non sono stato coraggioso, sono stato determinato e il risultato è stato un Giffoni diverso ma non meno intenso”. E ha continuato: “Questo periodo per me è stato fantastico. La pandemia mi ha dato l’occasione di uscire da una gabbia, di tirare fuori tutte le energie che avevo dentro. Solo in questa edizione abbiamo raggiunto 260 milioni di persone, forse un festival normale non mi avrebbe dato questa possibilità. E per la prima volta abbiamo organizzato Giffoni a Natale, in 50 anni non era mai successo. Questa emergenza mi ha dato una visione del mondo completamente diversa, non mi sono mai fermato né piegato esclusivamente all’online, ma ho cercato una soluzione che mi ha ridato libertà di pensiero e organizzazione”.

Le sfide non sono di certo finite: “Noi che abbiamo dedicato la nostra vita ai ragazzi, alle nuove generazioni, non possiamo non riflettere sui danni che il covid ha procurato ai giovani - spiga Gubitosi - Gli ha tolto la libertà, il senso di aggregazione, la scuola. Non possiamo pensare semplicemente di trasferire quello che abbiamo fatto nel 2020: troveremo una società distrutta. Il 5 febbraio incontrerò 150 direttori di festival italiani per capire come rigenerare questi eventi. In un momento in cui i cinema sono chiusi, le distribuzioni si affidano alle piattaforme, le produzioni sono bloccate, che ruolo possono avere i festival? È una domanda molto seria che dobbiamo porci a livello globale”.

Non manca una visione nitida di futuro: “Il tema del 2021 è un neologismo: Giffoni la ri-evoluzione - aggiunge - Non siamo solo un festival, lavoriamo tutto l’anno e continueremo su questa strada con appuntamenti anche a ottobre, novembre e dicembre. Tutto ciò che c’è di nuovo nel mondo dell’audiovisivo si terrà a Giffoni. Dobbiamo riabituare il pubblico a stare insieme e ad avere fiducia nelle persone che ci sono vicino. Questo è un compito durissimo. Riadattarci è stata une necessità, oggi la possiamo chiamare opportunità”.