Giovedì, 17 Dicembre 2020 19:21

“Il calcio mi ha cambiato e migliorato la vita, sognate e realizzate quello che vi rende felici”. Il difensore Ciro Ferrara si racconta ai giffoner insieme al giornalista Pierluigi Pardo

Una rete gonfia, il prato verde a improvvisare, il pallone e quello stadio da raccontare: il calcio è una storia, allenamento e fatica. Tutti in piedi, la curva che salta, quell’immagine perfetta di un abbraccio che regala vita, quasi come fosse un coro. Fotografia perfetta di un ricordo, una partita che è passione, indimenticata emozione: il calcio sono gli occhi di Ciro Ferrara, pieni, vibranti.

Che senza pensarci su neanche un istante è pronto a definirlo come quel sogno coronato e quella realtà che gli ha cambiato per sempre la vita. “Fenomeno del calcio”, non ha dubbi il giornalista Pierluigi Pardo che ha ripercorso insieme a lui e ai giffoner la carriera di uno dei migliori difensori italiani di sempre. Ospiti di #Giffoni50 – Winter Edition, tra curiosità e ricordi, delusioni e traguardi, per un incontro in digital experience tra juror tifosi e appassionati.

“Non ero maniacale nei confronti del calcio, ho fatto un provino quasi per gioco – ha raccontato Ciro Ferrara – ero al mare quando mia madre mi comunicò che sarei dovuto partire in ritiro con la prima squadra del Napoli. Dieci giorni prima avevo vinto lo scudetto con la giovanile, arrivato lì mi trovai a dividere lo spogliatoio con alcuni dei più grandi del calcio. Fu proprio Maradona a dirmi di sciogliermi, inizialmente gli davo del Lei e lui sorridendo mi rispose che ero uno di loro e dovevo smetterla con quei formalismi”.

Una storia intensa, vissuta fianco a fianco del Pibe De Oro: “Diego è un fratello, un uomo immenso che ha saputo regalare gioia vera e meraviglia incontrastata. Ha commesso tanti errori, ma non si è mai nascosto e ha ammesso di essere dalla parte del torto. Chi oggi continua a criticarlo e a puntare il dito contro di lui lo fa per rubare un briciolo di visibilità: la luce di Diego non può essere offuscata così, in molti lo chiamano eroe per me invece è l’anti eroe amato da tutti proprio perché ha saputo raccontarci anche le sue debolezze e le sue fragilità”. Un’amicizia fraterna, costruita proprio sul Campo che oggi porta il nome di Maradona, scomparso qualche settimana fa lasciando il mondo del calcio – e non solo – nello sgomento totale.

“Maradona ha sempre scelto strade difficili, ha scelto la libertà – ha aggiunto Pardo, nel ricordarlo -. Non ha mai avuto la pretesa di voler diventare un modello per qualcuno, è un fuoriclasse che non ha paragoni che quando ha sbagliato ha pagato con gli interessi”. A cuore aperto Ferrara, oggi che quel cuore fa un po' male per la perdita dell’amico Maradona e del calciatore Paolo Rossi. MA è nel suo sorriso entusiasta e in quell’irriverenza da scugnizzo napoletano che riesce sempre a trovare quel motivo per andare avanti e credere che domani sia un giorno migliore. “Anche quando a 31 anni mi sono fratturato tibia e perone non ho mai pensato di mollare – ha confidato ai juror Ferrara -. Ho continuato a giocare, ad allenarmi e a prendermi le mie soddisfazioni. Non bisogna arrendersi mai, il lavoro e la perseveranza pagano e ti aiutano a realizzare ogni cosa”.

Il calcio è la sua seconda pelle, Ciro Ferrara è stato calciatore, dirigente, allenatore e opinionista. Libero, è così che si sente in un campo da gioco, come se avesse tutto lì a portata di mano. Ad un passo dal cuore. Quando nel ’94 il Napoli non gli rinnovò il contratto, fu proprio la Juventus affrontata sul campo tra rivalità e rancore a diventare la sua nuova casa: “Mi hanno fortemente voluto, io accettai e sono ancora contento”. Un campione, uno sportivo con la passione smisurata per il calcio che ha saputo prendersi la sua chance e farne un capolavoro: “Sono stato fortunato – ha aggiunto -. Ma la fortuna va sfruttata e stimolata. Non avevo il genio di Diego, ad esempio. Però con l’abnegazione, la costanza e una famiglia pronta a sostenermi ho potuto realizzare il mio sogno più grande”. E ai ragazzi di Giffoni: “Sognate, ma fatelo senza accanirvi. Fatelo perché ci credete, studiate e perseverate. Non scendete a compromessi, siate liberi di realizzare i vostri sogni e la vostra felicità”.