Martedì, 25 Agosto 2020 15:23

Parole, storie e immagini: Jublin e Ponti a #Giffoni50

Diceva Anatole France che non esiste magia pari a quella delle parole. E di parole si è parlato e si continuerà a parlare nei prossimi giorni con Andrea Jublin e Marco Ponti, protagonisti della Masterclass Cult. “Dalla parola scritta a quella recitata” è il titolo delle quattro lezioni affidate a Jublin, regista, attore e sceneggiatore, autore di un cortometraggio, Il supplente, che ha ricevuto una nomination agli Oscar 2008. “Dal racconto per immagini al racconto di immagini” è invece il tema delle lezioni di Ponti, sceneggiatore, regista e scrittore, che ha diretto il famosissimo Santa Maradona, vincitore di due David di Donatello.

Cercherò di dare una infarinatura generale ai giffoner – ha spiegato Jublin – Nello specifico parlerò di sceneggiatura, di come si scrive una scena, di come si gira e di come si recita”. Ma che cos'è una storia e, soprattutto, come nasce? “Se la vedi da vicino si perde la magia – ha commentato Ponti – Per scrivere una storia occorre essere in ascolto con il proprio mondo interiore, che è molto vicino al mondo dei sogni, perché affonda le sue radici nelle paure, nei desideri, nelle aspettative, nei dubbi che fanno parte di ognuno di noi. La domanda da porsi è: come faccio a portare questa storia agli altri? Ecco - ha aggiunto Ponti - in questo senso il narratore è colui che va in un posto immaginario e poi racconta agli altri quello che ha visto, perché a lui sono affidate le infinite rappresentazioni della realtà. Chi scrive ha molto in comune con chi forgia uno strumento utile. Una storia non è un lusso, ha il potere di salvarti la vita, come un salvagente quando stai affogando. Diventa un qualcosa si indispensabile se è ben realizzata”.

Sia Jublin che Ponti sono ormai di casa a Giffoni e ci tornano sempre con entusiasmo. “Qui è tutto bellissimo – ha dichiarato Jublin – I ragazzi sono svegli, appassionati, hanno voglia di imparare e ti riempiono di entusiasmo”. Per Ponti, il Festival “è uno dei luoghi più belli dove un narratore possa stare. Il grande rischio è quello di annoiarsi altrove, dopo aver vissuto un'esperienza così intensa”. La fascinazione sembra reciproca, visto che i giffoner hanno ascoltato con grande interesse la testimonianza dei due autori, affollando le sale del convento San Francesco. “Forse alla fine di questa esperienza non diventeremo né sceneggiatori, né registi e né attori – ha raccontato una ragazza – però una cosa è certa: la nostra sensibilità e la nostra scrittura saranno più ricche”.

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