Venerdì, 21 Agosto 2020 19:48

Viito e Ariete: la meglio gioventù del pop italiano

"Ci respiriamo senza paura" è un verso sussurrato a cappella, che si apre col pubblico dei Giffoners fino agli applausi. Vincitrice di X Factor, diciottenne, Arianna Del Ghiaccio è partita dal talent: "Allora il progetto di Ariete non esisteva, ho cantato dei miei pezzi, sono piaciuti, da trentamila siamo diventati 150". All’inizio Arianna si è presentata col suo nome, poi divenuto Ariete, con Spotify e Bomba dischi, mettendo in fila pezzi come Amianto”, “Pillole” e “Riposa in pace”, finite nella playlist di Indieitalia.

"Se dieci anni fa c’era il negozio di dischi, ora le playlist rappresentano una cosa simile, con la tua faccia in copertina e le canzoni a farti pubblicità. Pillole sta andando molto in radio". Il successo, il primo approdo di una carriera, la gente: tutto in poco tempo, via web con la rampa di lancio: "Vuoi rimanere su quella lunghezza d’onda, è ovvio, i pezzi vanno e vengono streammati, poi i numeri calano e uno ci pensa. Di solito sono abbastanza tranquilla". La fortuna, a volte interviene: "Con Bomba dischi durante il lockdown c’era un gioco in cui Franchino faceva una domanda su di me, ci siamo beccati in situazioni professionali". Dietro, nel background di Arianna c’è la passione di papà per la musica: "Guccini, De Andrè. Dalla, Pino Daniele mi hanno influenzato. Poi crescendo sono passata al pop americano. Molti miei pezzi sono dedicati ad una donna, sono una persona molto consapevole, so che se scrivo una cosa ci sono pro e contro, non ho mai riscontrato problemi, di certo nelle canzoni nessuna ragazza parlava di altre ragazze".

Sui commenti, sugli haters, lei non si ferma: "Se mi dicono chi è questa lesbica, non rispondo, non capirebbero perché non ci arrivano, io mi sento libera e incoraggiata e dico ai ragazzi di credere in quel che si fa, senza mai arrendersi". I Viito, invece, sono nati da un annuncio per trovare casa: "Abbiamo scritto la prima canzone sulla fine di una relazione sentimentale, ci siamo conosciuti così", raccontano i due componenti, "Ci stavamo lasciando contemporaneamente e siamo diventati una sorta di coppia di fatto, scrivendo pezzi come fosse una terapia, trasferendoci poi in un’altra casa. Finivamo di scrivere una canzone ed eravamo pronti come se dovessimo suonarla il giorno dopo a San Siro. Abbiamo completato dieci tracce e le abbiamo mandate a chiunque, incassando dei no fino ad ottenere il contratto". Sulla scelta del nome, anche qui, si tratta di un caso, di uno scambio tra amici che si è preso la scena: "Ho aperto una pagina Facebook, l’ho chiamata Viito e ho scritto che stavamo arrivando", spiega Giuseppe. "A Vito ho chiesto se gli piaceva ma lui stava praticamente dormendo". Così Vito Dell’Erba alla voce e Giuseppe Zingaro alla chitarra sono diventati un gruppo.