Giovedì, 20 Agosto 2020 20:32

Richard Gere: "Voglio tornare al Giffoni, ho un ricordo bellissimo del Festival"

Sarà Richard Gere una delle star dell'edizione 50+1 del Giffoni Film Festival. L'attore americano, produttore e vincitore di un Golden Globe, ha salutato i giffoner nel corso di un incontro in streaming a cui hanno preso parte anche gli hub presenti in Italia e all'estero. “Ho una richiesta da farvi – ha detto – Voglio tornare a Giffoni. Ho un ricordo bellissimo del festival. Un calore, un'energia e un'apertura mentale mai provati altrove”. Al Festival, ha ricordato, è stato ospite con suo figlio e qui ha conosciuto la sua attuale moglie.

Gere non si è sottratto alle numerose domande. “Ci sono due cose su cui dobbiamo concentrarci, la prima è la saggezza, capire che siamo tutti interconnessi e non possiamo isolarci gli uni dagli altri, la seconda è la compassione e l’amore. Ma ancora non basta. Dobbiamo capire che ci sono persone che soffrono e aiutarle concretamente. Io sono un personaggio pubblico e quando faccio qualcosa ricevo maggiori attenzioni, ma questo non significa nulla, perché ognuno di noi nel nostro piccolo dovrebbe attivarsi per gli altri, anche nel quotidiano, a partire da una lezione fondamentale: il rispetto per gli altri. Ci sono tantissime cose da fare per il prossimo. Tanti anni fa sono stato in Macedonia durante il periodo della guerra in Kosovo e questo mi ha cambiato molto”.

Le principali curiosità dei giffoner hanno riguardato il suo ruolo di attore. “Il personaggio più difficile da interpretare? Per me sono tutti difficili perché sono sempre alla ricerca continua e spasmodica del personaggio. Il primo è stato sicuramente American Gigolò, all’inizio della mia carriera. Dovevo decidere se girare questo film o meno in due settimane. In genere ci metto molto tempo per scegliere e prepararmi, però non ne avevo e ho dovuto decidere velocemente. È stato difficile da interpretare perché era un ruolo molto lontano da me, è stato l’unico momento della mia carriera in cui ho voluto vedere il girato del giorno per sapere se stavo facendo bene o meno. Un altro film è Chicago, un musical: ci siamo divertiti moltissimo ma è stato molto intenso. Ballavamo e cantavamo tutto il giorno – ha spiegato - Una delle cose più belle di essere un attore è il fatto di vivere più vite in una entrando nel personaggio. E ho dovuto imparare tante cose diverse, ad esempio ad andare a cavallo, a suonare la tromba, a combattere con la spada... è divertente imparare cose nuove anche con la pressione di doverlo fare bene”.

Ma come è nata la decisione di diventare attore? “Ero un bambino timidissimo e non so perché intorno ai sette otto anni ho deciso di entrare a far parte di questo mondo e questo mi ha aiutato a superare la timidezza, la recitazione ha giocato un ruolo importante e c’è il desiderio di esplorare la varietà dell’essere umano”, ha confessato al pubblico. I giovani dell'hub spagnolo di Valencia hanno poi chiesto a Gere un suo ricordo di Kurosawa con cui ha lavorato nel film Rapsodia in agosto: “Sono stato un suo grande ammiratore, ha fatto dei grandissimi film e una volta incontrandolo a New York siamo diventati amici. Anni dopo ero in Giappone e Kurosawa festeggiava il suo 85esimo compleanno. Riuscimmo a comunicare grazie all’interprete ed in quella occasione mi propose un film. Lessi sul treno la sceneggiatura e naturalmente accettai. Ho dovuto imparare un monologo in giapponese! Vi racconto un aneddoto. Pensai di dover sembrare anche nei tratti somatici giapponese e mentre provavo a truccarmi vedevo Kurosawa che scuoteva la testa. Arrivò il suo assistente che mi disse che non c’era bisogno perché sembravo già giapponese”.

Tra gli applausi, il saluto del fondatore e direttore di Giffoni, Claudio Gubitosi: “Giffoni compie 50 anni: a questi ragazzi, che rappresentano tutti quelli che non sono potuti essere presenti a causa delle norme anti contagio da Covid-19 e a tutti i giffoners del mondo faccio gli auguri e il tuo regalo di essere qui oggi - anche se online - è un onore. Ti voglio bene!”. Sono infatti 610 i giurati che prendono parte fisicamente ai primi due momenti del Festival. A loro spetta il compito di rappresentare gli oltre 7500 ragazzi che, nei mesi precedenti l'emergenza sanitaria, erano già entrati a far parte delle varie sezioni. Le norme anti contagio hanno imposto la necessità di ridurre drasticamente gli accessi. Di fronte a questa situazione Giffoni non si è fermato e, ancora una volta, è stato capace di superare ogni barriera per raggiungere i suoi ragazzi ovunque.