Sabato, 15 Giugno 2019 15:36

Addio al Maestro Franco Zeffirelli: Il ricordo del direttore di Giffoni Experience, Claudio Gubitosi

“Oggi perdiamo un grande talento riconosciuto in tutto il mondo. Franco Zeffirelli rappresenta la capacità creativa, intuitiva al servizio della bellezza e dell'inconfondibile stile italiano”. Con queste parole il direttore di Giffoni Experience, Claudio Gubitosi, ricorda il Maestro Zeffirelli, talento italiano conosciuto e amato per aver proposto un’idea di regia unica, capace di attraversare più settori dell’arte novecentesca: il cinema, l’opera lirica e la televisione.

“Oggi, come è naturale, tutti nel mondo ne parlano e ognuno racconta l'incredibile "curriculum" che nel nostro tempo viene definito multidisciplinare - continua Gubitosi - attore, regista cinematografico, teatrale e tanto altro: Zeffirelli è stato un vero e proprio Maestro”.

Indimenticabile il suo incontro con i giffoners avvenuto ben 33 anni fa: “Ho avuto la fortuna di viverlo, chiamandolo a Giffoni nel 1986 - racconta - il festival aveva una realtà organizzativa molto diversa e le serate, nella piazza della Chiesa dell'Annunziata davano, all'epoca, l'opportunità di incontrare questi grandi personaggi. I nostri uffici erano aule delle scuole elementari, quindici giorni prima del festival, adattate allo scopo. Lì ho avuto il privilegio di conoscere un grande uomo nella sua semplicità e nella traboccante felicità. Ha girato il mondo intero e conosciuto i grandi della terra, i più celebri teatri, premi Oscar e premi Nobel ma in quell'aula dove l'ho ricevuto, che per me era il massimo che potessi offrirgli, lui non si è mai sentito a disagio, né si guardò intorno per chiedersi "Ma dove sono capitato?". Prima di arrivare a Giffoni, mi chiese un po' di notizie e anche chi avrebbe incontrato al suo arrivo - aggiunge - Non c'era tanto, dissi: mia moglie. Si presentò con un mazzo di fiori che donò immediatamente ad Alfonsina durante il nostro primo incontro nel modesto salottino della scuola. La sera, sempre in compagnia della sua inseparabile cagnolina, lo accompagnai dietro al palco in attesa di salutare il pubblico e di essere presentato da Roberta Manfredi, che quell'anno conduceva le serate”.

Ad accoglierlo un pubblico trepidante: “Sul palco c'erano tante ragazze e ragazzi seduti a terra e sulle gradinate - afferma Gubitosi  - la piazza era stracolma. Spiò da dietro le quinte la piazza e notai che era preoccupato dell'impatto con il pubblico e con i ragazzi. Al che mi guardò senza chiedermi niente e io gli dissi: “Vai”. Grande serata. Al termine chiamò anche la sua cagnolina che gli corse in braccio e fu l'apoteosi. Credo di non dover aggiungere altro. Nel 2009 l'ho salutato tra tanti che lo osannavano nel Teatro dell'Opera di Roma, in occasione della prima della Traviata di cui aveva curato regia e scenografia”.

La carriera di Zeffirelli inizia dal ruolo di attore nella compagnia Morelli-Stoppa. Ma era la regia il suo destino e uno dei suoi immensi talenti. La lirica è stato un grande e corrisposto amore: ed è così che lo ritroviamo regista al Teatro alla Scala di Milano, al Covent Garden di Londra, al Metropolitan di New York, all’Opéra di Parigi. Zeffirelli ha saputo spaziare dal Bardo ai Vangeli, per tornare a Verga e Charlotte Bronte, lanciare verso l’Oscar i suoi film per ben 14 nominations e mettere in scena sei volte l’Aida. Il suo cinema è stato universale: sontuoso nella forma e nella cura filologica delle ambientazioni, tanto da essere insignito, nel 2002, del David di Donatello alla carriera.