Sabato, 22 Luglio 2017 12:15

I Lungometraggi Vincitori del Giffoni Film Festival 2017

Le luci si spengono in sala e sconosciuti di tutte le età, dai 3 ai 18 anni in su, vengono catapultati nello stesso magico mondo: quello del cinema, delle emozioni dritte al cuore che fotografano alla perfezione speranze e desideri di una generazione in crescita. Non più sconosciuti ma amici, compagni di viaggio legati da quell’empatia sottile e allo stesso tempo forte che ti porta a scoprire temi a volte complicati. Si chiude l’incanto del Giffoni Film Festival, per questa edizione sono stati 4600 i giurati che tra le poltroncine rosse di quattro sale cinematografiche differenti hanno potuto confrontarsi, discutere, a volte anche cambiare idea, esaminando 101 titoli tra lungometraggi, cortometraggi e documentari scelti tra oltre 4500 opere ricevute in preselezione. Da missioni impossibili e rocambolesche a misteri che avvolgono luoghi infestati da fantasmi, passando per temi molto più delicati come l’elaborazione del lutto, l’affermazione del proprio “io” nel passaggio dall’infanzia all’età adulta e la lotta alla malattia con coraggio e determinazione: è questo il cuore dei sei film vincitori del Gryphon Award 2017.

Per la sezione Elements +6 a trionfare è stato MASTER SPY (2016, Olanda – distribuito da Incredible Film) di Pieter Van Rijn: Tim, 10 anni, viene catapultato in un mondo di missioni speciali e crimini da risolvere con Simon, una spia ibernata ‘proveniente’ dal 1973. Cambio di genere per l’opera eletta dagli Elements +10 con ROOM 213 (2017, Svezia – distribuito da Media Luna New Films) di Emelie Lindblom: nella stanza 213 di un campo estivo sembra aleggiare un misterioso spirito pronto a perseguitare gli ospiti. I Generator +13 hanno invece scelto di premiare THE BACHELORS (Usa, 2017 – distribuito da Fortitude Int’l) di Kurt Voelker, opera incentrata sull’elaborazione del lutto affrontata da punti di vista diversi. Nel cast l’attore Josh Wiggins insieme a Julie Delpy e al Premio Oscar J.K. Simmons (miglior attore non protagonista per “Whiplash”, film vincitore di 3 statuette nel 2015). Ad incoronare DO IT RIGHT (Francia, 2017 – distribuito da Films Distribution), per la regia di Chad Chenouga, invece, sono stati i Generator + 16. Nell’opera incontriamo il sedicenne Nassim, affidato a una casa famiglia alla morte della madre: per non essere accumunato ai "casi sociali", il ragazzo si inventerà un’altra vita. Ostacoli da superare per il lungometraggio selezionato dai Generator + 18, con GARDEN LANE (Svezia, 2017) di Olof Spaak nel quale ci viene mostrato l’incontro tra Eric e Elen che, dopo aver vissuto insieme da bambini con i loro genitori tossicodipendenti, si ritrovano da adulti ad affrontare un passato condiviso. Ultimo vincitore per la sezione Gex Doc, totalmente dedicata ai documentari, è EVERYDAYS HEROES (Francia, 2016 – distribuito da TF1 Studio) di Anne-Dauphine Julliand, storia di piccoli eroi coraggiosi che combattano ogni giorno contro gravi patologie.

Tra le menzioni speciali assegnate per la sezione Generator +13 il Premio Cinecircoli Giovanili Socioculturali – “Percorsi Creativi 2017” a WALKING OUT di Alex & Andrew Smith (Usa) “perché il film tratta, evitando semplificazioni convenzionali, il tema del difficile recupero del rapporto padre/figlio, messo in crisi dalla distanza non solo geografica tra i due”. Il Grifone di Alluminio – Premio Cial (Consorzio Imballaggio Alluminio) per l’ambiente è andato inveceall'opera LANE 1974 di SJ Chiro (Usa) della sezione Generator +16. Il gruppo Cial ha scelto di premiare il film “per l’approccio senza filtri che la regista ha adoperato per evidenziare il rapporto fra un territorio conosciuto a pochi giovani, costretti a vivere in spazi che sembrano aperti e liberi ma che in realtà si dimostrano castranti e pieni di contraddizioni, in una natura che li rende outsider rispetto ai loro coetanei”. Ultimo riconoscimento speciale è l’Amnesty International Award, assegnato al documentario della sezione Gex Doc THEY CALL US MONSTERS di Ben Lear (USA) “per aver affrontato il tema della possibile reintegrazione di alcuni ragazzi nella società, colpevoli di crimini violenti, ma processati come adulti”.