Lunedì, 18 Luglio 2016 13:15

Raffaele Cantone ai giurati: "Trasparenza e conoscenza per battere la corruzione"

Il Festival del Cinema per i ragazzi e fatto dai ragazzi: è questo il senso del Giffoni Film Festival, spirito che Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, ha potuto vivere nel corso dell’incontro con i giurati Generator +18 che si è svolto presso la Sala Alberto Sordi. “Sono un magistrato – ha esordito Cantone - e mi sono occupato in passato di criminalità organizzata che è una palla al piede del nostro Paese. Perché territori bellissimi come quelli campani non hanno avuto le occasioni che meritavano? Proprio perché la criminalità organizzata ha impedito che vi fosse lo sviluppo che avrebbero potuto avere. È necessaria, perciò, la vostra consapevolezza, è necessario che voi sappiate che questi problemi possono incidere direttamente sulla vostra vita”.

L’incontro con i giurati del Festival parte da una sorta di definizione della corruzione secondo Cantone: “La corruzione – ha aggiunto - è una mentalità, è un modo di porsi rispetto alle cose. Perché rispetto ad ogni obiettivo da raggiungere, si possano prospettare due strade: il rispetto delle regole o il superamento delle regole e la corruzione è questo, è il superamento delle regole. La corruzione è un fatto culturale e non è un tratto antropologico, ma risponde ad un deficit culturale collegato ad uno scarso senso civico”. Interessanti le domande dei ragazzi che hanno consentito a Cantone di affrontare una disamina delle vicende del passato prossimo che hanno interessato l’Italia tra politica e corruzione, tra soluzioni e risultati raggiunti.

“Da Tangentopoli ad oggi – ha detto il presidente Anac - non credo che si possa dire che la situazione sia peggiorata, è cambiata ma non necessariamente peggiorata. La corruzione è cambiata con la crisi dei partiti perché i partiti usavano la corruzione come strumento di finanziamento. Oggi non più. Oggi la politica non è il fine della corruzione. Cos’è accaduto dopo Tangentopoli? Assolutamente niente. E questo è il punto. Per certi versi dopo Tangentopoli e per parecchi anni il fenomeno è stato ignorato. Si è dato per scontato che il problema fosse stato debellato. In questo ha giocato un ruolo il disinteresse del cittadino nei confronti della politica”.

Cantone ha poi provato ad illustrare quali le possibili soluzioni che possano consentire di contrastare il fenomeno della corruzione: “Credo – ha aggiunto - che non bastino arresti e manette. Bisogna mettere in campo strumenti di prevenzione, strumenti di trasparenza. Lo si fa affrontando la questione in una logica strutturale e non di emergenza. Tutto sommato credo che lo si stia facendo attraverso la predisposizione di leggi che sono in discontinuità rispetto al passato. Oggi seppur in modo timido quest’attività è stata messa in campo”. Le nuove tecnologie, la dimensione social, la modalità di vita permanentemente online rappresentano per Cantone strumenti importanti perché il contrasto alla corruzione inizia e passa per la conoscenza.

“Oggi avete la possibilità di conoscere tutto. – ha detto il presidente dell’Anac rivolgendosi ai giurati - quando io ero studente al massimo potevo avere un giornale. Oggi vi basta un clic per avere cento informazioni. Questo è fondamentale perché vi consente di avere notizie di prima mano, spesso senza alcuna mediazione. Gli ultimi quindici anni sono stati un fiorire interessante nel contrasto alla criminalità organizzata. Nella lotta alla mafia il ruolo delle associazioni è stato fondamentale. Se non ci fosse stato un faro acceso sui Casalesi, ad esempio, anche grazie al lavoro straordinario di Saviano, non ci sarebbero stati i risultati raggiunti. La conoscenza in questo senso è uno strumento primario”.